
Acido folico, se è poco rischio di declino cognitivo “accelerato”
di Valentina Arcovio
C’è un legame chiaro ed evidente tra bassi livelli di folati, la versione naturale del noto integratore alimentare, l’acido folico, e il declino cognitivo “accelerato”. A individuarlo e descriverlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Irish Longitudinal Study on Aging (TILDA) del Trinity College di Dublino in uno studio pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition. Nel lavoro sono stati analizzati i dati di oltre 3.000 persone di età pari o superiore a 50 anni, residenti in Irlanda. Si tratta del campione più ampio fino ad oggi mai utilizzato per studiare le variazioni tra i folati e la funzione cognitiva.
Il declino cognitivo è un noto precursore della demenza
Nell’ambito dello studio sono stati condotte analisi e test, in modo da valutare sia le variazioni dei livelli di folati che la funzione cognitiva. In questo modo i ricercatori hanno scoperto che le persone anziane con bassi livelli di folati hanno un rischio maggiore di riportare un impoverimento della funzione cognitiva in 8 anni, particolarmente evidente nei test di memoria. Si stima che la demenza colpisca il 7% della popolazione mondiale e che sia una delle principali cause di disabilità e morte. Il deterioramento cognitivo è un noto precursore della demenza, con conseguente declino dell’attenzione, della funzione esecutiva, dell’apprendimento e della memoria. Il nuovo studio mostra che una carenza di folati è associata a un declino accelerato della funzione cognitiva ed è un importante indicatore del declino cognitivo tra le persone anziane.
Carenza di folati sono un indicatore precoce del declino cognitivo
L’acido folico, contenuto in molti alimenti (tra cui le noccioline), è importante per la sintesi e la riparazione del DNA, la formazione di globuli sani e di altro materiale genetico. Una carenza provoca anemia ed è associata a malattie cardiovascolari e ad alcuni tipi di cancro. Ora il nuovo studio rileva che un basso contenuto di folati è associato a un declino accelerato della funzione cognitiva generale. I risultati sono più pronunciati per i test di memoria episodica: la memoria è un indicatore sensibile del declino cognitivo precoce e del deterioramento cognitivo lieve. “Questi risultati sono estremamente importanti e forniscono prove solide che mostrano come bassi livelli di folati possano essere un utile indicatore precoce di un declino cognitivo accelerato nelle persone anziane”, dice Deirdre O’Connor, nutriziosta e autore principale dello studio. “È fondamentale capire meglio come identificare i fattori di rischio per il declino cognitivo e mitigarli nella fase iniziale”, aggiunge. “Attualmente più di 55 milioni di persone – dice Rose Anne Kenny, principal investigator di TILDA – convivono con la demenza in tutto il mondo e ci sono quasi 10 milioni di nuovi casi ogni anno. Il nostro lavoro ora mostra che un basso livello di folati è un nuovo fattore di rischio per il declino cognitivo. Qualsiasi nuovo fattore di rischio che possiamo modificare è una scoperta importante”.