ADHD: una sfida per bambini e adulti

L’ADHD, noto come Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, non è una sfida che colpisce solo i bambini. L’FDA ha dato il via libera a una nuova capsula a rilascio prolungato a base di viloxazina, un farmaco non stimolante per trattare l’ADHD, anche negli adulti. Questo disturbo, inizialmente associato ai bambini al di sotto dei 11 anni (colpendo circa il 5% di loro), interessa anche il 2,5-2,7% degli adulti oltre i 20 anni. Tuttavia, molti adulti rimangono nel “sommerso” durante l’infanzia e scoprono di soffrirne solo in età adulta. Negli ultimi 15-20 anni, la medicina e la psichiatria italiana hanno iniziato a porre maggiore attenzione all’ADHD, soprattutto con l’apertura del Registro Italiano per l’ADHD gestito dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2007.

Questo disturbo può influenzare significativamente la vita delle persone, sia da bambini che da adulti. È essenziale riconoscere i segnali dell’ADHD, sia per diagnosticarlo correttamente che per avviare una terapia personalizzata che possa migliorare la qualità della vita.

Bambini e adulti: differenze nell’ADHD

L’ADHD è un disturbo del neurosviluppo che può durare per tutta la vita, ma le manifestazioni possono variare a seconda dell’età. Nei bambini, l’ADHD si manifesta con costante iperattività, difficoltà a stare fermi, problemi di attenzione e concentrazione, nonché una mancanza di abilità nel problem-solving. Questi bambini possono essere impulsivi, non rispettano le regole e talvolta manifestano comportamenti potenzialmente pericolosi.

Negli adulti, l’iperattività motoria tende a ridursi, ma si trasforma in un senso di instabilità interna. L’attenzione continua a essere una sfida, influendo sulle abilità di organizzazione e pianificazione, causando ritardi nelle consegne e l’abbandono di molte attività. Le relazioni stabili possono essere messe a dura prova a causa di difficoltà di regolazione emotiva. L’impulsività, sebbene meno evidente, può portare a comportamenti potenzialmente pericolosi.

Diagnosi e trattamento

È possibile diagnosticare l’ADHD negli adulti, grazie all’apertura di numerosi centri di riferimento in diverse regioni italiane. Questi centri offrono interviste diagnostiche e questionari specializzati per identificare il disturbo e valutarne la gravità.

Il trattamento dell’ADHD si basa su psicoeducazione, spiegando al paziente e alla sua famiglia i tratti del disturbo e come affrontarli. La terapia cognitivo-comportamentale è utile per sviluppare strumenti per gestire lo stress e la frustrazione indotti dal disturbo. Nei bambini e negli adulti, vengono utilizzati farmaci autorizzati in Italia per l’ADHD, come il metilfenidato (uno psicostimolante) e l’atomoxetina (un farmaco non stimolante).

Il metilfenidato agisce immediatamente, migliorando l’attenzione, riducendo l’iperattività e controllando l’impulsività. L’atomoxetina, invece, agisce in modo simile agli antidepressivi e richiede qualche settimana per diventare efficace. Entrambi i farmaci sono generalmente sicuri, ma richiedono monitoraggio medico per evitare abusi.

La recente approvazione della viloxazina dall’FDA promette un trattamento più rapido con un impatto minore sul sistema cardiovascolare, ma la sua disponibilità in Italia non è ancora definita.

In sintesi, l’ADHD è un disturbo che può influenzare la vita dei bambini e degli adulti. La diagnosi e il trattamento adeguati sono fondamentali per migliorare la qualità della vita delle persone affette da questo disturbo. La medicina italiana ha fatto progressi significativi nell’identificazione e nella gestione dell’ADHD, offrendo speranza a coloro che ne soffrono.

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