Anche per i più piccoli salute a 360°

Sono i genitori di età superiore ai 35 ad associare il concetto di salute al benessere fisico, con il 66% degli over 45 che ritiene che un bambino sano sia uno che si ammala poco.

È quanto emerge dalla ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, presentata oggi in occasione del webinar “Salute infantile: prevenire, curare, amare. I consigli di Assosalute quando i piccoli disturbi riguardano i bambini”con la partecipazione della Dott.ssa Elena Bozzola, Segretario e Consigliere Nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP), e del Dott. Aldo Manfredi, pedagogista.

Se si pensa al “benessere” in riferimento a bambini e ragazzi under 14, i genitori italiani associano le parole “amore”, “cibo”, “felicità”, “sport”, “salute”, “famiglia”: un accordo quasi unanime sulla definizione allargata di salute, che comprende sia gli aspetti legati al benessere fisico che a quello psichico e sociale.

Lo rivela la ricerca presentata che evidenzia come la salute non sia più legata alla sola componente fisica ma quanto abbia assunto grande importanza anche quella mentale.

Quali gli elementi imprescindibili per il benessere dei bambini secondo i genitori?

Anzitutto, la serenità dell’ambiente di famiglia (67%), tanto per i papà quanto per le mamme seguita dalle attività all’aria aperta, soprattutto per i genitori del Nord est dell’Italia e le donne (44,9% per le donne vs 29% per gli uomini), e dall’importanza dello sport, diffusa in particolare tra i genitori del Sud e gli uomini (34,4% per gli uomini vs 22,8% per le donne)

 

Nonostante l’Italia”, commenta la Dott.ssa Bozzola, “si classifichi tra le migliori case del pianeta per un bambino che nasce oggi, il problema che stanno vivendo i genitori oggi è quello della difficolta di trasmettere ai figli stili di vita salutari”, a partire dall’alimentazione. Un’attenzione, quella all’alimentazione, maggiormente diffusa tra i genitori del Nord ovest della Penisola, e a cui sono chiamati anche educatori, pediatri, babysitter e chiunque si dedichi all’alimentazione quotidiana del bambino.

LA DIETA MEDIATICA

La casa è diventata, per antonomasia, il luogo in cui tutto può essere a portata di mano, “rischiano di trascorrere 4-5 ore al giorno davanti agli schermi, spesso non uscendo neanche di casa ed evitando attività all’aria aperta. Tutto ciò può portare all’insorgenza e diffusione delle cosiddette ‘malattie sociali’, come i disturbi del comportamento, quelli dell’attenzione e i problemi di depressione infantile.” 

 

Lo conferma anche la Dott.ssa Bozzola, che segnala anche come le app “educative”, quelle che, secondo molti genitori, “favoriscono una facilitazione dell’apprendimento di lingue straniere, di versi degli animali o qualche altra abilità linguistico-cognitiva, difficilmente possano essere realmente educative senza la supervisione e la guida dell’adulto. Inoltre, una eccessiva esposizione ai media device e, dunque, un abuso di tecnologia può portare il bambino ad avere un ritardo nell’apprendimento correlato, soprattutto, alle abilità matematiche, e a sviluppare bassi livelli di attenzione.”  

Non solo: gli schermi digitali, prosegue la Bozzola, possono provocare disturbi della vista a causa dell’emissione della luce, tra cui secchezza oculare, bruciore, irritazione e abbagliamento, e disturbi del sonno”. Altri disturbi correlati all’eccessiva esposizione agli schermi riguardano poi la postura“la cosiddetta text neck syndrome o il pollice da SMS, soprattutto negli adolescenti, tra cui è anche molto diffuso il cosiddetto phubbing”, ovvero la difficoltà dei ragazzini ad esternalizzare i loro sentimenti e creare delle relazioni reali e vere, perché soliti a comunicare tra loro tramite messaggi – un’abitudine che può ripercuotersi negativamente sul loro benessere psicologico.

L’ALLEANZA GENITORI-SCUOLA COME ELEMENTO DI SUCCESSO EDUCATIVO

 

Nell’attuale contesto sociale e relazionale con grande spazio acquisito dai social, il ruolo del genitore diventa ancora più chiave per la crescita del bambino, che è, secondo Manfredi“tutto, anche se quello che sta accadendo ora è che gli adulti si stanno ‘infantilizzando’ e i bambini ‘adultizzando’, creando di conseguenza una società.

 

EDUCARE ALLA SALUTE: LE FIGURE DI RIFERIMENTO E RIMEDI

 

Il pediatra sembra rimanere, comunque, secondo gli intervistati dell’indagine di Human Highway, la principale figura di riferimento a cui i genitori si rivolgono quando il proprio figlio non gode di buona salute, con quasi 7 italiani su 10 (68,9%) che seguono le indicazioni del medico in caso di malattia dei propri figli, soprattutto da parte dei papà (74,8% vs 63,2% per le donne). Le mamme, invece, tendono a preferire l’autonomia, soprattutto nella gestione dei piccoli disturbi dei bambini, affidandosi alla propria esperienza di cura maturata nel tempo (17,6% vs 9,2% per gli uomini) e/o cercando consiglio online (14% vs 6,9%).

Non solo il ruolo del pediatra è cruciale per i genitori quando si tratta di disturbi fisici: a lui si affida il 54,3% dei genitori anche in caso di segnali sintomatici di un piccolo disagio psicologico del bambino, come sbalzi dell’umore, l’acuirsi di paure, disturbi del sonno, ansia, e difficoltà scolastiche. In questi casi, è importante anche il confronto con altri genitori, amici e parenti giudicati “esperti” a vario titolo e con le figure educative di riferimento dei bambini.

In caso di piccoli problemi di salute fisica, i farmaci sono il primo rimedio più utilizzato dai genitori: il 39% ricorre a farmaci di automedicazione e il 36,7% a farmaci con ricetta prescritti dal pediatra. Anche gli altri rimedi risultano però abbastanza utilizzati: un genitore su quattro ricorre ai classici rimedi casalinghi, agli integratori e alle vitamine e ai prodotti naturali (erboristici e/o omeopatici).

A prediligere i farmaci da banco sono le mamme, 44,9% vs 32,8% dei papà.

Per maggiori informazioni visita il sito:

www.semplicementesalute.it

https://mohre.it

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