Anche se lieve, Covid-19 può provocare disturbi mentali

di Valentina Di Paola

I pazienti con infezione da nuovo coronavirus, anche in caso di sintomi lievi, potrebbero avere un rischio del 60 per cento più elevato di sperimentare diverse condizioni di salute mentale, come ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico o necessità di farmaci specifici. Questi, in estrema sintesi, sono i risultati di uno studio, pubblicato sul British Medical Journal, condotto dagli scienziati del Veterans Affairs Saint Louis Health Care System nel Missouri, che hanno esaminato alcune delle conseguenze mentali associate a Covid-19. Gli autori dello studio, guidati dallo scienziato Ziyad Al-Aly, hanno riferito che i pazienti ospedalizzati per l’infezione da SARS-CoV-2 e sopravvissuti ai primi 30 giorni della malattia avevano il 60 per cento di probabilità in più di sperimentare una malattia mentale rispetto a chi non era stato contagiato. L’aumento del rischio, riporta il team, sembrava in gran parte determinato da un incremento delle prescrizioni di farmaci legati alle condizioni di salute mentale, ma risultava evidente anche nei pazienti non ospedalizzati

Covid e problemi mentali, lo studio

Il gruppo di ricerca ha analizzato i dati del Veterans Affairs Saint Louis Health Care System, che includevano le cartelle di 153.848 pazienti sopravvissuti almeno 30 giorni dopo un test positivo per Covid-19. Di questi, 20.996 erano stati ospedalizzati, mentre gli altri non avevano necessitato il ricovero. Gli studiosi hanno poi considerato le informazioni sulle diagnosi di disturbi di salute mentale e la prescrizione di nuovi farmaci alla coorte analizzata. Tra i problemi mentali più comuni, i ricercatori evidenziano disturbi di ansia, generalizzati e specifici, attacchi di panico, depressione, istinti suicidi. Allo stesso tempo, continuano gli scienziati, è stato riscontrato un rischio del 38 per cento più elevato di sviluppare disturbi da stress acuto e post-traumatico. L’infezione da Covid-19 era inoltre correlata a nuove dipendenze, come da sostanze stupefacenti, oppioidi, alcolici o droghe illecite. Durante la fase post-acuta successiva alla malattia, i positivi sembravano sperimentare anche un rischio maggiore dell’80 per cento di declino neurocognitivo. I pazienti Covid-19 manifestavano infine un maggiore tasso di insorgenza di disturbi del sonno. Gli scienziati riportano quindi un aumento significativo di somministrazioni e prescrizioni di farmaci più numerose tra gli infetti rispetto a chi non aveva avuto la malattia. Tra i medicinali più comuni, gli autori indicano antidepressivi, inibitori della ricaptazione della serotonina, benzodiazepine, oppioidi, metadone, nalozone, buprenorfina. 

Covid-19 può compromettere la salute mentale  

I pazienti ospedalizzati con Covid-19, commentano gli autori, erano quindi associati a rischi significativamente più elevati di sperimentare problemi di salute mentale rispetto a tutti gli altri individui ricoverati per qualunque causa. “I nostri risultati – afferma Al-Aly – indicano che coloro che sopravvivono alla fase acuta dell’infezione da nuovo coronavirus possono poi manifestare disturbi di salute mentale. Affrontare queste condizioni dovrebbe essere una priorità”. “Questo studio – osserva in un editoriale correlato Scott Weich dell’Università di Sheffield – mostra differenze persistenti nei primi 12 mesi di infezione, ma allo stesso tempo suggerisce che il rischio assoluto di sperimentare un disturbo psichiatrico diminuisce dopo i primi 30 giorni. Credo sia importante favorire l’accesso all’assistenza sanitaria e al supporto alla salute mentale tra i pazienti Covid-19. Ora è essenziale dirigere l’attenzione sui possibili interventi efficaci”. 

LINK A STUDIO: https://www.bmj.com/content/376/bmj-2021-068993 

https://mohre.it

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