Atrofia vaginale: una conseguenza dei trattamenti per il cancro

Le terapie per il cancro possono essere salvavita, ma purtroppo, alcune di esse possono comportare effetti collaterali significativi sulla salute e sulla qualità della vita delle pazienti. Un effetto spesso trascurato, ma molto impattante, è l’atrofia vaginale, una condizione che colpisce le donne sottoposte a trattamenti per il cancro, come la chemioterapia e la radioterapia.

La Casa di Cura Città di Aprilia, prestigiosa struttura sanitaria del Gruppo Lifenet, diventa il centro di riferimento del sud Lazio per le malattie uro genitali che colpiscono le donne dopo un tumore. Da oggi, un innovativo sistema laser sarà gratuitamente a disposizione delle donne curate presso la struttura di Aprilia e l’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale.

Tutto questo grazie all’Associazione di Promozione Sociale Mamanonmama presieduta e fondata da Amalia Vetromile e al suo progetto Sex and Cancer®, nato per rompere l’assordante silenzio che circonda un fenomeno significativo di cui nel nostro Paese si parla troppo poco, pur riguardando il 6% delle donne italiane: la sessualità dopo il cancro.

“Una diagnosi di cancro devasta la vita delle donne in tanti modi, compresa la sfera affettiva e di coppia” – ha commentato Amalia Vetromile in occasione della conferenza stampa che annuncia l’inizio della collaborazione tra Mamanonmama e la Casa di Cura Città di Aprilia. “Insieme allo Sportello di ascolto che abbiamo già attivato, questo accordo è un altro passo importante verso un accesso più equo alle cure per le donne dopo il tumore che restituirà loro un po’ di quella qualità della vita che il tumore le ha rubato”, ha proseguito Vetromile.

Tra i disturbi più frequenti riferiti dopo un tumore, ci sono secchezzaatrofia vaginale dolore durante i rapporti sessuali. Per timidezza, vergogna e anche scarsa consapevolezza, le pazienti tacciono prima di tutto a sé stesse e poi al loro medico questi problemi, ritenuti ‘secondari’ alla sopravvivenza. Le più fortunate (e informate) iniziano terapie che spesso devono pagare di tasca propria. Tra queste, la laser terapia vaginale si è rivelata un’opzione efficace proprio nelle pazienti oncologiche alle quali non possono essere somministrate le terapie ormonali.

Da oggi un laser di ultima generazione, donato dall’azienda Deka di Firenze all’associazione Mamanonmama, è gratuitamente a disposizione della Ginecologia oncologica per tutte le pazienti in trattamento o trattate alla Casa di Cura Città di Aprilia e all’Ospedale Regina Apostolorum.

L’atrofia vaginale è una condizione in cui il tessuto vaginale si assottiglia e si indebolisce, causando secchezza, prurito, bruciore e dolore durante i rapporti sessuali. Questo effetto collaterale dei trattamenti per il cancro può influire negativamente sulla qualità della vita delle pazienti, compromettendo la loro salute sessuale, l’autostima e la relazione di coppia.

Dati epidemiologici sull’atrofia vaginale post-trattamento: La prevalenza dell’atrofia vaginale post-trattamento per il cancro varia a seconda dei tipi di terapia e dei tumori specifici. Ad esempio, studi hanno rilevato che tra il 40% e il 90% delle donne sottoposte a terapia ormonale per il cancro al seno sviluppano sintomi di atrofia vaginale. Nel caso della radioterapia pelvica, la percentuale può arrivare al 70% nelle prime fasi dopo il trattamento, diminuendo in intensità ma persistendo nel tempo.

Impatto psicologico e qualità della vita: Oltre all’impatto fisico, l’atrofia vaginale può avere conseguenze significative sul benessere psicologico delle pazienti. La dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) può provocare ansia, depressione e ridotta libido. Inoltre, il cambiamento nell’immagine corporea e la paura di non essere più attraenti possono influire negativamente sull’autostima e sulla salute mentale delle donne. È fondamentale che i professionisti sanitari comprendano l’importanza di affrontare gli aspetti psicologici associati all’atrofia vaginale e offrire alle pazienti un adeguato supporto psicologico.

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