Bimbi più grassi in aree più inquinate: scoperta relazione tra inquinamento ed obesità infantile

di Anna Benedetto

Trasferirsi in aree più inquinate è stato associato ad un aumento dell’indice di massa corporea, secondo uno studio condotto su oltre 46.000 bambini e adolescenti che vivono in Catalogna.

Lo studio – o meglio “esperimento naturale” per via del determinante empirico considerato (il cambio di domicilio) e non da fattori predeterminati dai ricercatori –  è stato condotto dall’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal https://www.isglobal.org/en), in collaborazione con l’IDIAP Jordi Gol (https://www.idiapjgol.org/index.php/en/) e fornisce ulteriori prove a sostegno degli sforzi per ridurre l’inquinamento atmosferico.

«Un buon modo per indagare se i due fattori sono correlati è vedere cosa succede quando un bambino è improvvisamente esposto a livelli più alti o più bassi di inquinamento atmosferico a causa del trasferimento in un indirizzo di casa diverso», afferma Martine Vrijheid, capo del gruppo di ricerca Infanzia e ambiente presso ISGlobal. «Questo è ciò che chiamiamo un esperimento naturale».

In questo studio, finanziato dall’Osservatorio sociale della Fondazione “la Caixa” (https://fundacionlacaixa.org/es/), il team guidato da Vrijheid ha utilizzato questo campione per valutare se i cambiamenti nell’esposizione all’inquinamento atmosferico dovuti al trasferimento residenziale fossero associati a cambiamenti nell’indice di massa corporea (BMI). Lo studio ha incluso 46.644 bambini e adolescenti (dai 2 ai 17 anni) che si sono trasferiti una volta tra il 2011 e il 2018 e sono stati registrati nell’assistenza sanitaria di base in Catalogna.

Il team di ricerca ha stimato i livelli annuali di NO2, PM10 e PM2.5 particolato nell’area di residenza di ciascun partecipante, prima e dopo lo spostamento. Il peso e l’altezza sono stati misurati di routine nei centri di assistenza primaria e sono stati utilizzati per calcolare l’IMC prima e 180 giorni o più dopo il trasferimento.

Pollutoma: il nemico dalle mille facce

Il “pollutoma” è il termine nuovo, coniato per la prima volta dalla Commissione Lancet su inquinamento ​​e salute (https://www.thelancet.com/commissions/pollution-and-health), per definire insieme tutte le forme di inquinamento (pollution) che possono potenzialemente arrecare danno alla salute umana

I bambini (nella fase pre e post-natale) sono i più esposti a queste ingiurie per varie ragioni: in primis per le aspettative di vita che portano ad una esposizione maggiore all’inquinamento (e alla possibilità di sviluppare malattie croniche a esso correlate); inoltre perchè durante l’infanzia si ha una esposizione maggiore agli inquinanti (in rapporto al loro peso, bambine e bambini consumano una quantità maggiore di cibo, acqua e aria), perchè il loro sistema metabolico è immaturo e dunque meno capace di espellere i composti tossici; perché lo sviluppo di corpo ed organi è in divenire e quindi li in generale in una dinamica di maggiore vulnerabilità. 

Aumento del peso dopo il trasferimento in aree più inquinate

Posto che il sovrappeso e l’obesità nell’infanzia sono condizioni multifattoriali, che derivano dall’interazione di geni, da comportamenti e stili di vita, fattori fisiologici e sociali; lo studio integra l’inquinamento atmosferico come nuovo fattore determinante.

In particolare la casistica esaminata riporta un piccolo aumento del BMI per tutti gli inquinanti con effetto più forte nei bambini in età prescolare e primaria

Al contrario, il trasferimento in aree meno inquinate non ha avuto alcun effetto significativo sul BMI. «Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le riduzioni dei livelli di inquinamento atmosferico sembrano essere meno rilevanti per coloro che erano già esposti ad alti livelli di inquinamento», afferma Sarah Warkentin, ricercatrice ISGlobal e prima autrice dello studio. 

Curiosamente, lo spostamento in aree con livelli simili di inquinamento atmosferico è stato associato a diminuzioni del BMI. «Questo potrebbe essere dovuto al fatto che queste aree sono più percorribili o hanno più aree giochi per i bambini», afferma Warkentin. Oppure potrebbe essere semplicemente correlato allo stress del trasferimento. Contrariamente ad alcuni studi negli Stati Uniti, l’effetto dell’inquinamento atmosferico sul peso era indipendente dallo status socioeconomico.

Lo studio non ha la pretesa di chiarire tutti i meccanismi biologici che collegano l’inquinamento atmosferico all’aumento di peso ma, tra questi, si possono sicuramente includere: stress ossidativo, infiammazione del tessuto adiposo, ridotto assorbimento di glucosio, interruzione ormonale, cambiamenti nel metabolismo o ridotta funzione polmonare. Vivere in aree con maggior traffico può anche portare a cambiamenti nel comportamento come usaere di più la macchina e in generale stare meno all’aperto, con conseguente aumento ponderale. 

Poiché lo studio si basava sui dati disponibili registrati nei centri di assistenza sanitaria primaria in Catalogna, i ricercatori non sono stati in grado di includere questi cambiamenti comportamentali nella loro analisi. 

Tuttavia i dati di routine raccolti dagli operatori sanitari primari hanno permesso di eseguire un esperimento naturale molto ampio su un campione elevato di bambini ed adolescenti spagnoli. «Questo tipo di studio potrebbe essere replicato in futuro per studiare l’impatto dell’ambiente su altri problemi di salute», afferma Talita Duarte-Salles, capo del gruppo di ricerca “Real World Epidemiology” presso IDIAP Jordi Gol.

«I nostri risultati suggeriscono che spostarsi in aree con livelli più elevati di inquinamento atmosferico può portare ad un aumento di peso nei bambini piccoli. Forniscono anche ulteriori prove per ridurre i livelli di inquinamento atmosferico, oltre ad altri interventi comunitari, per prevenire l’obesità infantile e il sovrappeso», afferma Vrijheid.

Gli autori sottolineano che, sebbene l’entità delle associazioni osservate finora sia moderata, l’impatto sulla salute pubblica globale potrebbe essere grande, dato che il 56% della popolazione mondiale vive in aree urbane più inquinate.

Fonte: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0269749123012198?via%3Dihub

https://mohre.it

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