
Caffè, tè, latte e yogurt: alleati contro il cancro del fegato
Redazione
Sei tra coloro che adorano il caffè o preferisci una tazza di the? Qualunque sia la tua bevanda preferita, oggi abbiamo una buona notizia per te. Entrambe queste bevande, quando consumate con moderazione, offrono una protezione contro il cancro del fegato. D’altra parte, l’abuso di alcol è fortemente correlato a un aumento del rischio di questa malattia, a causa della produzione di acetaldeide, un metabolita dell’alcol che può causare stress ossidativo, danneggiando il DNA delle cellule e promuovendo il cancro epatico. La cirrosi, spesso causata dall’eccessivo consumo di alcol, può anch’essa evolversi in tumore.
Uno studio recente proveniente dalla Cina, una nazione che negli ultimi anni sta facendo grandi progressi nella ricerca scientifica, ha esaminato l’impatto del tè e del caffè sulla salute epatica. Questo studio ha coinvolto entrambe le varianti del tè, verde e nero, oltre al caffè. Si è scoperto che il consumo regolare di tre tazze di caffè al giorno è inversamente proporzionale al rischio di sviluppare il cancro epatico.
Ma non è tutto: anche gli amanti del latte e dello yogurt hanno motivo di gioire, poiché questi alimenti sembrano essere amici del fegato. Il merito sarebbe del calcio presente in questi prodotti, che legandosi agli acidi biliari tossici, li rende innocui. Inoltre, gli acidi grassi benefici contenuti in latte e yogurt sembrano inibire gli effetti cancerogeni.
Un altro vantaggio dello yogurt è la presenza di fermenti lattici benefici, che non solo promuovono la salute intestinale ma rafforzano anche il sistema immunitario.
Questo studio ha rilevato risultati significativi, poiché ha utilizzato un approccio di randomizzazione mendeliana per stabilire relazioni di causa ed effetto tra le abitudini alimentari e l’aumento del rischio di cancro epatico. La ricerca ha coinvolto oltre 200.000 persone, tra cui 1.866 casi di cancro epatico, esaminando variazioni del DNA legate a sei diverse abitudini alimentari.
Tuttavia, è importante notare che questa ricerca è stata condotta principalmente su una popolazione asiatica, il che potrebbe rappresentare un limite nello specificare la sua applicabilità globale.