
Cinque anni di vantaggio per chi legge e studia in età avanzata
Non è mai troppo tardi sì diceva, per imparare cose nuove, mettersi a leggere o a studiare. Un investimento non solo culturale, ma in salute, alla stregua di cose come smettere di fumare, camminare di più o decidersi a mangiare meno e meglio. Nello stile di vita è fondamentale l’attività cognitiva, un fitness che interessa il cervello: leggere, studiare, elaborare informazioni, alzare l’asticella delle conoscenze e perché no, tornare sui banchi di scuola. Secondo i ricercatori del Rush Medical Centre di Chicago queste attività potrebbero ritardare l’insorgenza della demenza di Alzheimer di ben 5 anni punto in uno studio longitudinale è stato osservato che gli anziani con alto livello di attività cognitiva in età avanzata avevano un esordio dell’Alzheimer intorno a 94 anni mentre quelli con livelli più bassi sviluppavano la demenza all’età di 89. la ricerca, apparsa sulla rivista scientifica Neurology ha permesso di sottolineare che non sia mai troppo tardi per costruire il proprio tesoretto cerebrale, una riserva cognitiva fatta di vantaggi genetici e stili di vita che consentono ad alcuni soggetti di rallentare il decadimento cerebrale legato all’età o alla malattia.
Lavori precedenti avevano già stabilito l’esistenza di almeno 5 fattori che contribuiscono al patrimonio cognitivo, tra cui il quoziente intellettivo, il grado e la lunghezza del periodo di istruzione, la carriera professionale e le attività ricreative in tarda età. Il nuovo studio ha mostrato che la “riserva cognitiva” rappresenta un modo di far fronte alle patologie neurodegenerative punto lo studio ha coinvolto circa 1900 anziani del progetto Rush Memory and Aging, senza segni di demenza al momento dell’arruolamento e con un’età media al basale di 79 anni. la maggior parte dei volontari avevano completato circa 15 anni di istruzione, erano donne nel 75% dei casi e di razza bianca nel 90%. I ricercatori hanno chiesto loro la frequenza di attività cognitivamente stimolanti su una scala di 5 punti tra cui la lettura quotidiana o il tempo trascorso visitando le biblioteche, leggendo giornali e riviste, scrivendo lettere o giocando a carte con punteggi che andavano da uno ( nessun tempo ) o 5 ( tutti i giorni).
Gli anziani inclusi nel 90 esimo percentile hanno ottenuto un punteggio medio di 4 (con attività più volte a settimana) mentre quelli appartenenti al 10mo percentile hanno ottenuto un punteggio di 2,1. La ricerca, durata circa 7 anni ha evidenziato come un livello più alto di attività cognitive era associato ad un esordio tardivo della demenza di Alzheimer. I ricercatori hanno comunque ipotizzato una causalità inversa: ossia che una mente poco stimolata sia un segno precoce di Alzheimer e indicato come limite principale dello studio la qualità del campione composto da persone bianche e ben istruite. Serviranno quindi ulteriori ricerche per stabilire se i risultati saranno confermati se applicati a gruppi più diversificati dal punto di vista anagrafico e sociale.