
Come trattare il disturbo da uso di alcol: un passo alla volta
Di redazione
La diagnosi di dipendenza e uso di sostanze può emergere in qualsiasi contesto medico: spesso, infatti, la dipendenza viene riferita durante l’anamnesi o nel corso della diagnosi. Di questa grande e sfortunata famiglia fa parte anche disturbo da uso di alcol (AUD).
Nonostante sia un fattore di rischio specifico per morte e malattia, l’abuso di alcol rimane una dipendenza curabile, con un paradigma analogo a quello di molte malattie mediche croniche.
Il miglioramento del trattamento della dipendenza da alcol si basa sulla costruzione di rapporti in un ambiente privo di stigma, ciò significa che le persone possono parlare in uno spazio accogliente e privo di giudizio.
Discutere del consumo di alcol non dovrebbe essere diverso dal parlare di pressione sanguigna. Va tenuto conto del fatto che bere o drogarsi non sono scelte che si governano razionalmente, sono quindi fondamentali conoscenze di neurobiologia del comportamento.
Il medico anche quello di famiglia in questo caso assume il ruolo di facilitatore per aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo, che si tratti di astinenza o semplicemente di una riduzione del bere pesante. A questo scopo è utile familiarizzare con le tecniche di ‘colloquio motivazionale’.
I pazienti devono essere a conoscenza di opzioni e farmaci disponibili e l’accesso deve avvenire tramite strutture di presa in carico ad hoc. Si raccomanda ai pazienti di assumere farmaci per un minimo di 3 mesi, e spesso per un anno o più, per evitare ricadute.
L’abuso di alcol è, si, una malattia cronica, ma curabile che coinvolge interazioni complesse tra i circuiti cerebrali, la genetica, l’ambiente e le esperienze di vita di un individuo.
Va detto anche che per molte persone l’alcol è una forma di automedicazione per problemi di salute mentale non trattati, come depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico o disturbo bipolare. E’ evidente quindi che oltre all’abuso di alcol bisogna trattare la causa sottostante.
I gruppi di auto-aiuto sono parte del trattamento
L’opposto della dipendenza non è solo l’astinenza o la sobrietà, è fare nuove connessioni con le persone. I pazienti devono costruire relazioni con persone e cose che siano positive e che li facciano sentire bene. L’obiettivo non è smettere di bere completamente, ma bere responsabilmente, quando possibile.
Nei gruppi di autoaiuto ci sono filosofie diverse.
Recentemente, c’è stata un’esplosione di altre opzioni nel panorama dei gruppi di auto-aiuto. Ci sono gruppi puramente laici, quelli che sostengono esplicitamente l’uso di farmaci per mantenere la sobrietà, quelli che accolgono obiettivi di non astinenza e gruppi che possono essere orientati all’attività fisica, come lo yoga in 12 passi o i gruppi escursionisti.