Con l’immunoterapia orale si combatte l’allergia alle arachidi

di Valentina Di Paola

Cornflakes, barrette al burro di arachidi, noccioline e prodotti a base di arachidi potrebbero non essere più preclusi e banditi ai bambini che sviluppano l’allergia per questo comune alimento. È stata infatti individuata una promettente terapia orale che potrebbe trattare con successo l’allergia alle arachidi nei bambini di età inferiore ai quattro anni. Descritto sulla rivista The Lancet, l’approccio è stato elaborato dagli scienziati dell’Università dell’Arkansas for Medical Sciences, che hanno coinvolto un totale di 146 bambini allergici alle arachidi. Il team, guidato dalla scienziata Stacie Jones, ha misurare la desensibilizzazione alle noccioline attraverso un consumo delle proteine in polvere di arachidi. 

L’allergia alle arachidi si manifesta in 2 bambini su 100 

Al contrario di quanto si possa pensare, le arachidi sono classificate come legumi, e non come frutta a guscio. Secondo le stime dell’European Centre for Allergy Research Foundation (ECARF), l’allergia alle noccioline interessa lo 0,2 per cento della popolazione europea generale e circa il 2 per cento dei bambini nei paesi occidentali. I ricercatori hanno diviso i volontari in due gruppi, alcuni dei quali hanno ricevuto l’immunoterapia orale, mentre agli altri è stato somministrato un placebo. I piccoli partecipanti hanno poi ingerito quantitativi blandi di proteine di arachidi in polvere.

Graduale aumento dell’esposizione all’allergene

Durante il periodo di osservazione, gli sperimentatori hanno gradualmente aumentato le proteine nel regime dei bambini, fino a raggiungere un totale di 2.000 mg al giorno, pari a circa sei arachidi. Stando a quanto emerge dallo studio, il 71 per cento dei bambini che avevano ricevuto l’immunoterapia aveva acquisito la desensibilizzazione alle arachidi, mentre il 21 per cento aveva raggiunto la remissione, ovvero la capacità di ingerire le stesse dosi di legumi senza subire effetti collaterali a distanza di 26 settimane dal trattamento. Nel gruppo di controllo invece, solo il due per cento dei bambini risultava desensibilizzato e la stessa percentuale era stata associata ai giovani che avevano raggiunto la remissione. 

Per contrastare l’allergia alle arachidi bisogna agire nei primi anni di vita 

In termini assoluti, tra i 96 partecipanti che avevano seguito l’immunoterapia, ben 68 erano stati desensibilizzati, e 20 avevano raggiunto la remissione. Dei 50 bambini appartenenti al gruppo placebo, solo uno aveva raggiunto la desensibilizzazione e la remissione. La maggior parte dei bambini piccoli trattati con l’immunoterapia, riportano gli autori, aveva raggiunto la desensibilizzazione dopo due anni e mezzo di trattamento e uno su cinque è rimasto in remissione a distanza di 26 settimane dalla fine del trattamento. I bambini di età inferiore, riportano gli studiosi, erano associati a una probabilità maggiore rispetto ai più grandi di ottenere la remissione. 

Intervenire presto aumenta il successo 

Al di sotto di un anno di vita, infatti, il 71 per cento dei bambini raggiungeva la remissione, mentre a due e tre anni i tassi di remissione erano rispettivamente del 35 e del 19 per cento. Gli autori sottolineano che sarà necessario approfondire le ricerche e indagare a fondo i meccanismi di queste dinamiche, in modo da individuare il momento più opportuno per effettuare il trattamento con l’immunoterapia e massimizzarne l’efficacia. “Siamo alla ricerca di modi per migliorare e prolungare gli effetti dell’immunoterapia orale con arachidi – afferma Stacie Jones, dell’Università della Arkansas for Medical Sciences – questo lavoro suggerisce che un intervento nei primi anni di vita, quando il sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo, potrebbe portare ai risultati migliori”. 

LINK A STUDIO: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)02390-4/fulltext

https://mohre.it

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