Cuore e cervello

di Ida Macchi 

Ipertensione, diabete, obesità, fumo e colesterolo alto sono killer della salute del cuore, ma anche di quella del cervello, perché si sa da tempo che lo rendono più facile preda dei deficit cognitivi e della demenza. Ma c’è di più: accumulare questi fattori di rischio ad un ritmo più veloce, alza anche le probabilità di soffrire di Alzheimer e di demenza vascolare, legata a una cattiva irrorazione sanguigna del cervello. E’ quanto emerge da una ricerca dell’Università di Umeå, in Svezia , i cui risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista Neurology. Gli studiosi hanno arruolato più di 1200 persone, con un’età media di 55 anni, che all’inizio dello studio  non avevano problemi cardiaci o di memoria , monitorandoli per un massimo di 25 anni.  Nei primi 10, il rischio medio di malattie cardiache dei partecipanti era compreso tra il 17% e il 23%. Col passare del tempo, il rischio di malattie cardiache è rimasto stabile nel 22% di loro, è aumentato moderatamente nel 60% ed è aumentato rapidamente nel 18% dei partecipanti. Alla fine dello studio,circa il 6% aveva sviluppato il morbo di Alzheimer e il 3% aveva sviluppato demenza di natura vascolare  e quelli con rischio accelerato hanno dimostrato di avere da  tre a sei volte più probabilità di sviluppare l’Alzheimer, da tre a quattro volte più probabilità di sviluppare demenza vascolare e fino a 1,4 volte più probabilità di avere un declino della memoria. 

ATEROSCLEROSI E INFIAMMAZIONE 

“Nulla di strano in questi aumenti”, commenta il professor Elio Scarpini , neurologo e responsabile dell’Unità Operativa Malattie Neurodegenerative dell’IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Centro Dino Ferrari, Università di Milano. “ Ipertensione, diabete, obesità, fumo e ipercolesterolemia, soprattutto se si accumulano tra loro e lo fanno rapidamente, creano un mix esplosivo perché mandano alle stelle il rischio di aterosclerosi e quindi anche quello di soffrire di una demenza vascolare: all’interno delle arterie cerebrali si formano placche che con la loro presenza ostruiscono il corretto passaggio del sangue. Risultato: un’ischemia cronica che spesso non dà sintomi, ma che danneggia i tessuti, aprendo la strada a deficit di memoria. Le placche aumentano anche il rischio di eventi ischemici più seri come un TIA ( un attacco ischemico transitorio, ovvero una transitoria interruzione del flusso sanguigno cerebrale) o di un ictus, innescato dalla chiusura di un’arteria cerebrale che provoca un definitivo black out dell’irrorazione dell’area colpita. A farne le spese è ovviamente la riserva cognitiva del cervello e la memoria il cui declino è tale da compromettere una vita normale. Il maggior rischio di soffrire di Alzheimer, invece, probabilmente dipende dal fatto che il mix dei fattori di rischio, oltre a creare uno stato di ischemia cronica, innescano anche uno stato infiammatorio che facilita la formazione delle placche della famigerata beta Amiloide, la proteina responsabile di questa forma di demenza che provoca una progressiva degenerazione del tessuto cerebrale ”.

LOTTA AI NEMICI

Per salvaguardare il cervello, e ovviamente anche il cuore, è quindi importante prevenire i fattori di rischio che ne mettono a repentaglio la salute, con buone abitudini di vita. Primo step: “bandire il fumo e eliminare i chili di troppo, obiettivo che si può raggiungere coniugando tra loro una riduzione delle calorie e attività fisica”, suggerisce il professor Scarpini. “A tavola occhio a ridurre soprattutto i grassi saturi, presenti negli alimenti di origine animale, come carni rosse, burro, salumi e formaggi. Si accumulano nel fegato, mandandone in tilt la funzione di controllo della glicemia, e nei muscoli che diventano meno attivi nello smaltire gli zuccheri, facilitando così il diabete. Nello stesso tempo per il loro contenuto di colesterolo aumentano il rischio di formazione delle temibili placche”. Ok invece, a pesce e a tutti i cibi abbassagrassi per eccellenza come noci, cereali integrali, legumi, frutta e verdura: ricchi di  fibre , danno un’accelerata al metabolismo del colesterolo ed evitano picchi della glicemia. “Importante, inoltre, monitorare periodicamente con un esame del sangue i tassi di colesterolo nel sangue, sapendo che quello cattivo ( l’LDL) non dovrebbe superare i 130 mg/dl, mentre quello buono non dovrebbe essere inferiore a 40 mg/dl”, sottolinea il professor Scarpini.  “Un occhio di riguardo anche per il monitoraggio della pressione arteriosa da tener sotto controllo sin da giovani. Tutto Ok se non supera gli 85mm/Hg per la minima e i 135 per la massima. Via libera, infine, all’attività fisica che, oltre ad aiutare a perdere peso, aiuta a mantenere anche la pressione entro valori normali. Quella ideale : a bassa intensità e lunga durata, come la camminata, la corsa, il nuoto, la cyclette o il tapis roulant. Le dosi: 150 minuti la settimana da suddividere in 3-4 sessioni. Da non sottovalutare, però, anche semplici impegni fisici quotidiani come far le scale a piedi , alzarsi spesso dalla scrivania e spostarsi bicicletta”.   

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