Dalle ragnatele un nuovo potenziale trattamento per il cancro

di Valentina Di Paola

Per individuare un innovativo trattamento contro il cancro un nuovo studio suggerisce di guardare alla natura, e, in particolare, alle ragnatele, che contengono una sostanza in grado di migliorare la risposta immunitaria dell’organismo contro i tumori. Descritto sulla rivista Structure, questa nuovo possibile approccio è stato ideato dagli scienziati del Karolinska Institutet e del Royal Institute of Technology, coordinati da Margit Kaldmä. Individuare nuove possibilità per i pazienti oncologici, sottolineano gli esperti, costituisce una sfida importante, che potrebbe migliorare l’aspettativa e la qualità della vita di milioni di persone.

P53, il guardiano del genoma

La proteina P53, nota come ‘guardiano del genoma’ o proteina tumorale 53, è un fattore di trascrizione che regola il ciclo cellulare e ricopre la funzione di soppressore tumorale, contrastando nello specifico la replicazione incontrollata delle cellule cancerose. Per questa ragione, P53 rappresenta un bersaglio interessante per il trattamento delle neoplasie. Nella maggior parte dei pazienti oncologici, è stata rilevata una compromissione della funzionalità proteina, per questo gli scienziati ipotizzano che sia possibile agire su questa proteina per migliorare la risposta immunitaria innata del corpo. La struttura di questo composto, però, rende piuttosto complicati gli interventi in questo senso, perché P53 presenta dimensioni notevoli e non è rigida. La proteina viene inoltre prodotta in quantità limitate, è soggetta a disfunzioni e viene scomposta rapidamente a seguito della produzione. Il gruppo di ricerca ha cercato in natura delle alternative simili a questa proteina. “Abbiamo individuato delle similitudini nelle spidroine – spiegano gli autori – le proteine utilizzate per formare le ragnatele. A differenza della controparte umana, queste proteine sono ricoperte da una sostanza piccola e compatta, chiamata dominio, che è molto stabile e può essere facilmente sintetizzata dai macchinari per la produzione di proteine”. Gli scienziati hanno unito una sezione della proteina della seta di ragno alla P53 umana, riscontrando un aumento significativo nella produzione della sostanza. Grazie a una serie di approcci di indagine, che spaziano dalla microscopia elettronica alle simulazioni al computer fino alla spettrometria di massa, i ricercatori hanno individuato le zone della proteina che interagiscono per promuovere la funzione antitumorale

Un risultato promettente, anche se preliminare

Abbiamo inserito la proteina sintetizzata in cellule tumorali – riportano gli autori – e abbiamo scoperto che il nostro composto mostrava una risposta immunitaria più forte rispetto alla P53. In linea di principio, questi risultati suggeriscono che il dominio della seta di ragno potrebbe essere impiegato per aumentare la capacità del sistema immunitario di contrastare la replicazione delle cellule cancerose”. Gli scienziati precisano che questo lavoro rappresenta un primo step verso una potenziale nuova terapia contro il cancro, ma sarà necessario proseguire il percorso per approfondire i meccanismi alla base di questi dati. “Potremmo utilizzare queste conoscenze per progettare nuovi domini proteici – conclude Kaldmäe – in modo da rendere P53 più resistente. Per i prossimi studi, sarà necessario valutare la tolleranza e la sicurezza di questi composti in esperimenti preclinici e, solo successivamente, in sperimentazioni con partecipanti umani”.

LINK A STUDIO: https://www.cell.com/structure/fulltext/S0969-2126(22)00049-1?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS0969212622000491%3Fshowall%3Dtrue#%20 

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