
Difendersi dal caldo, per non morire
Ida Macchi
Caldo, afa e colonnina del mercurio che supera i 40°: con la loro complicità, per la salute sono guai, soprattutto per quella dei bambini e degli anziani il cui organismo ha meccanismi di dispersione del calore meno efficienti. ‘Morir di caldo’ quindi non è solo un modo di dire perché, stando ad uno studio pubblicato su Nature Medicine, solo nel 2022, in Europa le temperature torride sono state fatali per ben 61.672 persone. La maglia nera di questo triste primato è andato proprio al nostro Paese e questo è sicuramente un motivo in più per non sottovalutare le giornate con forti ondate di calore. Tanti, infatti, i pericoli in agguato. Possibile però, ridurli seguendo alcuni consigli. Ne parliamo con il professor Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale che ha proprio stilato un vademecum per come difendersi dal caldo africano.
Termoregolazione in tilt
Con il gran caldo l’organismo è impegnato a mantenere costante la sua temperatura interna: quei fatidici 37 gradi fondamentali al perfetto funzionamento di tutti gli organi. “Lo fa mettendo in funzione due meccanismi: la dilatazione dei vasi sanguigni e la sudorazione”, spiega il professor Alessandro Miani .“Allargandosi, i piccoli capillari riescono a far arrivare più sangue sulla superficie del corpo e a cedere calore all’esterno. Il sudore, invece, crea una sottile pellicola sulla pelle che, evaporando, consente il raffreddamento. Nelle giornate in cui i tassi di umidità sono alti, però, il sudore non sempre riesce ad esercitare la sua naturale funzione e questo porta ad un aumento della temperatura corporea che può arrivare a danneggiare organi vitali, cervello in primis. Ecco perciò che possono farsi strada tutta una serie di disturbi, più facilmente in agguato e più temibili per chi soffre di ipertensione, diabete o malattie di cuore, persone che rischiano di sudare le tradizionali sette camicie: colano letteralmente, perdendo una quota eccessiva di acqua e sali minerali, ma non riescono ugualmente a raffreddarsi”.
I pericoli in agguato
In agguato ci sono perciò tutta una serie di disturbi. I più frequenti:
Crampi: sono contrazioni involontarie legate all’eccessiva sudorazione che manda in tilt il normale equilibrio dei sali minerali, utili ad un perfetto lavoro muscolare.
Insolazione e colpo di calore: il primo è legato ad eccessive esposizioni solari che, oltre a provocare eritemi ed ustioni, mette sotto stress tutto l’organismo. Il colpo di calore, invece, è legato ad un aumento della temperatura corporea a causa delle alte temperature combinate con alti tassi di umidità che impedisce la naturale dispersione di calore da parte dell’organismo. In entrambi i casi i sintomi sono però gli stessi: malessere generale a cui seguono mal di testa, vertigini, nausea, vomito, ansia, disorientamento e perdita di lucidità.
Edema: è la ritenzione di liquidi nelle estremità, più facili in chi ha una cattiva circolazione, legati alla prolungata vasodilatazione indotta dal calore. I sintomi: sensazione di pesantezza, caviglie e piedi gonfi, soprattutto a fine giornata.
Disidratazione: è legata ad un’eccessiva perdita di liquidi che impedisce all’organismo di funzionare correttamente. I sintomi: sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, pelle e mucose asciutte, crampi muscolari, abbassamento della pressione arteriosa.
Congestione: è in agguato bevendo bibite ghiacciate in fretta, quando si è molto accaldati, soprattutto dopo un pasto abbondante. Questa abitudine crea un rapido calo della temperatura nell’addome che blocca i processi digestivi, creando uno squilibrio circolatorio. Gli effetti: sudorazione fredda e dolore di stomaco con diarrea e vomito.
Gli antidoti
Per evitare guai, perciò, vale la pena di mettere in campo alcune misure anti calura. Ecco le buone pratiche per evitare di star male, suggerite dal professor Miani.
Mettere in tavola: pasti leggeri, magari frazionati in spuntini nel corso della giornata: per non sovraccaricare i processi digestivi che richiedono energia e che quindi producono calore.
Consumare spesso frutta e verdura con un occhio di riguardo per quelli più ricchi di acqua come lattuga, melone e anguria. Sì a minestroni freddi e passati di verdura perché sono un’ottima fonte di liquidi e sali minerali e a spremute fresche di frutta o di verdure, diluite con acqua oligominerale: vengono assorbite più rapidamente e garantiscono un apporto ottimale di sali minerali.
No a cibi troppo ricchi di grassi, come i formaggi stagionati o i fritti.
Bere più del solito (la quota ideale per gli adulti è pari ad almeno 8 bicchieri al giorno) privilegiando acqua, te e infusi, privi di zucchero o poco zuccherati. Attenzione che lo facciano anche gli anziani che sentono meno lo stimolo della sete e i più piccoli che hanno sistemi di termoregolazione ancora immaturi e sono a maggior rischio disidratazione.
Bandire gli alcolici: aumentano la diuresi e l’organismo perde ulteriori liquidi.
Mantenere fresco l’ambiente domestico tenendo i battenti esposti al sole chiusi durante la giornata , o schermandoli con tapparelle, tende o persiane, da aprire nelle ore più fresche: la sera e di notte.
Assicurare un buon ricambio d’aria e agevolare una ventilazione naturale, oppure ricorrere all’aiuto di un ventilatore, da non orientare mai direttamente sul corpo: per evitare surriscaldamenti e permettere un’evaporazione in tempi ideali del sudore, senza rischi di colpi di freddo.
Se in casa c’è il condizionatore, regolarne la temperatura sui 23-24 gradi di giorno e intorno a 26 di notte. Se si esce e si rientra spesso dai locali condizionati e la calura esterna è molto elevata, il termostato va regolato in modo che tra temperatura esterna e interna ci sia una differenza di circa 5 gradi. Per evitare sbalzi termici.
Fare bagni e docce frequenti con acqua tiepida e non fredda: inizialmente rinfresca , ma poi il corpo produce nuovo calore per ribilanciare la sua temperatura. Inoltre se troppo fredda può scatenare una congestione.
Indossare abiti ampi di fibre naturali che lasciano traspirare la pelle, di colori chiari: il nero attira i raggi solari.
Uscire di casa nelle ore più fresche ed evitare di esporsi al sole diretto. All’esterno indossare sempre occhiali da sole con protezione dagli UV , un cappello e proteggere la pelle con una crema solare con un alto fattore protettivo.
No all’ attività fisica nelle ore più calde: per evitare un’eccessiva sudorazione e quindi il rischio di disidratarsi o di incorrere in un colpo di calore. Nelle giornate più calde e afose, bere comunque soluzioni con integratori salini durante qualsiasi attività sportiva.
Ricordare che il raffreddamento del sudore sulla pelle è un meccanismo che non va assolutamente ostacolato, magari indossando subito qualche indumento quando ci si sente la pelle bagnata. Solo quando la cute è fredda è il caso di coprirsi perché la termoregolazione ha ormai raggiunto il suo obiettivo.
Per disperdere il calore assorbito dal corpo, la funzione termoregolatoria aumenta la vasodilatazione periferica, provocando un abbassamento della pressione e una riduzione del flusso di sangue al cervello.
Il calo della pressione, inoltre, può comportare la riduzione della gittata cardiaca, che può causare vertigini, offuscamento della vista, secchezza della bocca e, persino, la perdita di sensi.
Chiaramente poi, con il caldo si suda di più; quindi diminuiscono i livelli di magnesio e potassio.
Il potassio svolge funzioni utili per la normale funzione muscolare e per funzionamento del sistema nervoso, mentre il magnesio viene utilizzato in molti processi biochimici utili per il normale equilibrio elettrolitico, sintesi di proteine e divisione cellulare.
Questo scatena la sensazione di stanchezza che si manifesta con uno stato di debolezza generalizzato – chiamato astenia – sonnolenza e debolezza fisica.
Inoltre, l’afa delle torride notti estive non permette di riposare bene, e quindi aumenta la stanchezza diurna.