Due kiwi al giorno tolgono la stipsi di torno

Ida Macchi

Problemi di stitichezza? La soluzione c’è e il primato su questo fronte se l’è guadagnato il kiwi verde. Il consumo di due frutti al giorno dà la sveglia all’intestino e ne migliora il benessere. Lo dimostrano i risultati di uno studio controllato randomizzato multicentrico internazionale che ha monitorato 63 pazienti con funzioni intestinali nella norma, 60 con una costipazione funzionale e altri 61 con la sindrome del colon irritabile che si manifestava soprattutto con periodi di stipsi. I ricercatori hanno messo a confronto gli effetti di due kiwi giornalieri con quelli di 7,5 grammi di semi di psillio quotidiani, a cui è riconosciuto un effetto lassativo, scoprendo che i frutti hanno una marcia in più: assunti per 4 settimane di fila, fanno aumentare in modo progressivo e significativo il numero di movimenti intestinali spontanei completi, ovvero di quelle contrazioni naturali che consentono il transito del cibo nel tratto digerente, il suo assorbimento e l’eliminazione di una sua parte attraverso le feci. Insomma, un alleato contro la stipsi.

Un mix di fibre

Nulla di strano: “il merito di questo effetto va al loro contenuto di due tipi di fibre, solubili e insolubili, che lavorano simultaneamente. Le prime richiamano acqua nel lume intestinale, rendendo la massa fecale più voluminosa e morbida, le insolubili aumentano questo effetto e il mix tra le due produce un effetto lubrificante che favorisce la motilità intestinale”, commenta il professor Silvio Danese, direttore della Gastroenterologia e Endoscopia digestiva dell’ospedale San Raffaele di  Milano. Risultato: transito agevolato e le feci che raggiungono agevolmente il loro fine corsa, dove vengono eliminate con facilità. “Il kiwi migliora anche il benessere delle vie digestive, riducendo il gonfiore addominale”, aggiunge il clinico. “Merito del suo contenuto di actinidina, un enzima proteolitico naturale, in grado di migliorare la digestione delle proteine contente nelle carni e nei formaggi” .

 Dieta & co 

“Per facilitare le funzioni intestinali, oltre ai kiwi, è bene incrementare la dieta anche con altri cibi ricchi di fibra: mele, pere, lamponi o prugne secche, da consumare per esempio come spuntino, perché forniscono rispettivamente 5,6, 8 e 9 grammi di fibra ogni 100 grammi. Oppure mettere in tavola a cena lattuga, carciofi, carote o sedano crudi: contengono fibre a catena abbastanza lunga che creano massa nell’intestino, facilitando il transito”, aggiunge il professor Danese.

 “Un occhio di riguardo per i legumi, da consumare un paio di volte la settimana: ricchi di mucillaggini, addensano la massa fecale. Sì anche all’olio extra vergine d’oliva come condimento perché lubrifica le feci e a mezzo litro di acqua a pasto: i liquidi vengono inglobati negli alimenti, li gonfiano e funzionano da lassativo naturale. Ben venga anche il movimento che dà la sveglia all’intestino: basta camminare almeno 20-30 minuti al giorno a passo sostenuto, contraendo ogni tanto i muscoli dell’addome, tirando in dentro la pancia, come se si indossasse un corsetto. Se questo non basta ed è 3-4 giorni che non si va in bagno, si può ricorrere ad un lassativo osmotico a base di glicoli (macrogol o polietilenglicole, per esempio): sono sostanze organiche inerti che aumentano la massa fecale accelerandone il transito, senza sequestrare acqua e sali minerali  dal resto dell’organismo. No invece ai lassativi da contatto, i cosiddetti antrachinonici come senna, frangola o rabarbaro: danno assuefazione e alla lunga possono innescare una colite da lassativi”.

Se è di lunga data 

Più difficile vincere la stipsi, invece, quando è di vecchia data, come succede agli anziani, soprattutto se si sono abituati all’aiutino dei lassativi. In questo caso, oltre alle norme dietetiche e ai fatidici kiwi, è necessario mettere in campo una strategia mirata alla rieducazione del colon. Le regole da seguire: “uscire dall’idea che sia necessario andare in bagno ogni giorno”, spiega il professor Danese. “Non rimandare lo stimolo, magari perché si è fuori casa, e abituarsi a soddisfarlo anche in un bagno pubblico. Se si aspetta, le feci permangono nell’ampolla rettale, si disidratano e poi sono più difficili da eliminare. Se nonostante tutto la stipsi è irriducibile, oltre al ricorso ad un lassativo osmotico da utilizzare al bisogno, si può fissare una visita con il gastroenterologo per scoprire se il problema è legato ad un rilassamento del pavimento pelvico che fa da base d’appoggio agli organi del basso addome. Se è così, lo specialista può prescrivere un ciclo di sedute di chinesiterapia, esercizi specifici volti all’allenamento della muscolatura perineale, in modo da riapprendere la contrazione e il rilasciamento della muscolatura coinvolta nella defecazione. Questo facilita il torchio addominale, la spinta necessaria all’evacuazione”.

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