Farina di grillo, il cibo del futuro

di Anna Benedetto

 

Il 4 febbraio la Commissione Europea ha autorizzato la commercializzazione del grillo domestico (Acheta Domesticus) come “nuovo alimento” nei paesi della UE. 

Utilizzato finora come mangime per animali domestici, il grillo è il terzo insetto – dopo la locusta e la tarma della farina a ricevere l’ok per il consumo umano e potrà essere distribuito in varie forme: in polvere, essiccato, congelato, sotto forma di snack o come ingrediente di prodotti alimentari.

Qui in Italia Alia Insect Farm, la start-up innovativa fondata nel 2020 da Carlotta Totaro Fila, si appresta a fare la storia in materia di insetti edibili. Alia – che in latino significa “altro, qualcosa di diverso” – alleva e produce una fonte alternativa di proteine sostenibili: la farina di grillo, composta al 100% da grilli essiccati e macinati in una polvere ad alto contenuto proteico. Il processo di lavorazione si chiama “atomizzazione”: assai comune per altri tipi di alimenti, Alia sarà probabilmente la prima ad applicarlo per la farina di grillo.

Carlotta Totaro Fila, fondatrice Alia Insect Farm

Carlotta Totaro Fila, fondatrice Alia Insect Farm

I vantaggi nutrizionali

I punti di forza di questo “novel food” sono la sostenibilità ambientale e lo straordinario valore proteico e nutrizionale: su 100 grammi di prodotto, il 65% sono proteine di altissima qualità, ricche di amminoacidi essenziali.

I grilli inoltre sono una fonte ricca di fibre e minerali come il calcio e il ferro (oltre il doppio di ferro rispetto agli spinaci), vitamina B12 (una vitamina carente nella dieta vegetariana e vegana), fosforo, sodio ed anche di alcuni acidi grassi essenziali come Omega 3 ed Omega 6 che apportano benefici all’attività cerebrale, alla circolazione ed ai valori di colesterolo.

Questo alimento si dimostra molto utile nell’integrazione di diete di bambini ed adulti sottonutriti o aventi carenze vitaminiche.

Volendo fare un paragone con le proteine più comunemente presenti nelle nostre diete: 100 g di bistecca di manzo, ad esempio, contengono circa un 25% di proteine. Lo stesso quantitativo di farina di grillo ne possiede invece circa 65%. La farina di soia – la più proteica tra le farine di origine vegetale – ne ha circa il 40%, contro la farina di grano tenero che ne ha solo 15% o quella di ceci che ne ha circa 24%. Rispetto alle farine animali invece, è seconda per valore proteico solo a quelle di pesce.

 

L’iter di approvazione di un novel food

Secondo le stime più recenti della FAO nel 2030 la popolazione mondiale toccherà il picco, mai raggiunto prima, di 9 miliardi di persone e la produzione tradizionale di cibo dovrà assolutamente evolversi per far fronte all’aumento del fabbisogno mondiale.

L’allevamento degli insetti non necessita di grandi spazi, può essere effettuata anche nei centri delle città abbassando i costi (ambientali ed economici) di trasporto del prodotto,  né di grandi quantitativi di cibo e di acqua e dunque un ottimo alleato della sostenibilità ambientale.

Un po’ di storia…

 

Il cibo del futuro…è già presente nelle nostre tavole, ma non lo sapevamo

Non tutti gli insetti sono commestibili, e, tra insetto ed insetto, ci sono grandi differenze.

Nel mondo si contano circa un milione di specie di insetti, mentre conosciamo 50.000 specie di mammiferi. Di tutte le specie animali presenti sul nostro pianeta, l’80% cammina su 6 zampe! In realtà, in termini di biomassa, sulla terra ci sono più insetti che uomini, quindi, un po’ scherzando, potremmo dire che ci troviamo su un pianeta di insetti, e non di uomini!

Sarebbe riduttivo pensare che chi consuma insetti edibili siano  coloro che vivono a latitudini equatoriali, dove le economie sono arretrate e le abitudini alimentari quasi primordiali.

È questa la consapevolezza alla base dell’esperienza della fondatrice di Alia Insect Farm, Carlotta Totaro Fila:

« Se noi dovessimo pesare tutti gli insetti che esistono sulla faccia della terra, loro pesano molto più di noi uomini! Qualcuno ha detto che questo è il paese degli insetti. E in questa varietà enorme, perché c’è chi dice che non li abbiamo neanche catalogati tutti – solo sono una parte di questi sono sono velenosi, solo una parte di questi sono necrofagi, solo una parte di questi sono edibilili. E allora bisogna fare distinzione. Non tutti gli animali noi ce li mangiamo, così come non tutti gli insetti ce li possiamo mangiare. Allora fare questa educazione culturale ci potrà aiutare a portare anche le persone meno giovani a capirne i benefici. E poi anche sui bambini – come dicevo prima – oltre all’educazione familiare, loro sono i primi a non avere tabù, se qualcuno non glieli inculca però!»

 

Sostenibilità e sicurezza

L’allevamento degli insetti ha un basso impatto sull’ambiente per produzione di CO2 e utilizzo di terra e acqua.

Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) consumare specie di insetti ritenute sicure per la salute umana e provenienti da allevamenti autorizzati che rispettino quanto previsto dalla nuova normativa 2283/2015 sui novel food, entrata in vigore dal 1° gennaio 2018, risulta sicuro quanto bere un bicchiere di latte, mangiare una bistecca o farsi un’insalata. Come per l’allevamento di bovini, pesci e pollame, ogni fase è soggetta a controlli e obblighi che riguardano: la specie di insetto e il tipo di terreno utilizzati; lo stato di salute dell’insetto e l’indagine chimica ed igienico-microbiologica dell’allevamento; l’adeguatezza degli impianti di trasformazione e stoccaggio e delle procedure di etichettatura e di immissione in commercio. La vendita di insetti sarà possibile solo dopo presentazione di un approfondito dossier contenente studi scientifici affidabili che dimostrino la loro sicurezza e autorizzazione da parte di EFSA e dei Paesi Membri dell’Unione europea.

 

…Già presente a nostra insaputa nelle nostre diete

Si stima che ogni persona possa arrivare a consumare a sua insaputa fino a mezzo chilo di insetti in un anno! In verità gli insetti fanno già parte della nostra catena alimentare perché contenuti nei raccolti – soprattutto delle colture senza pesticidi – quindi durante i processi di produzione di farine, pasta,  salse di pomodoro, cereali per la colazione, o altri cibi preconfezionati. Anche alcuni aperitivi analcolici, dolciumi, yoguert, gelati, succhi di frutta ed insospettabili orsetti gommosi  dal classico colore rosso potrebbero contenere un estratto di insetto, la cocciniglia, dalla cui carcassa si ricava un colorante (riportato in etichetta con la sigla E120) rosso carminio.

 

https://mohre.it

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*