Fratture vertebrali: abaloparatide

Fratture vertebrali: abaloparatide in fase iniziale riduce rischio in donne in postmenopausa

Per le donne in postmenopausa, affette da osteoporosi, potrebbe esserci un gran vantaggio assumere il farmaco abaloparatide come trattamento iniziare per ridurre il rischio di fratture vertebrali, rispetto invece all’assunzione del solo farmaco alendronato. Sono queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio condotto dal Massachusetts General Hospital (https://www.massgeneral.org/) e dal Medical College della Cornell University (https://weill.cornell.edu/) di New York, pubblicato sul The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. Secondo i dati del ministero della Salute, in Italia ci sarebbero circa 5 milioni di persone affette da osteoporosi, l’80% delle quali sono donne in postmenopausa.

 

Abaloparatide VS alendronato

 

Le terapie farmacologiche attualmente utilizzate per ridurre il rischio di fratture nei pazienti con osteoporosi includono farmaci antiriassorbitivi e anabolici. Le terapie antiriassorbitive, che comprendono l’alendronato, aumentano la densità minerale ossea e riducono il rischio di fratture inibendo il riassorbimento osseo mediato dagli osteoclasti. Invece, i farmaci anabolici, come l’abaloparatide, aumentano la densità minerale ossea e riducono il rischio di fratture principalmente incrementando la velocità di formazione ossea e migliorando la microarchitettura scheletrica. In passato, lo studio “Abaloparatide Comparator Trial in Vertebral Endpoints”(ACTIVE) ha dimostrato che, nelle donne in postmenopausa con osteoporosi, abaloparatide ha ridotto significativamente il rischio di fratture vertebrali e non vertebrali rispetto al placebo. Successivamente, i partecipanti di ACTIVE trattati con abaloparatide sono stati quindi arruolati per lo studio “Abaloparatide Comparator Trial in Vertebral Endpoints Extension” (ACTIVExtend) e trattati con alendronato per 24 mesi. Ebbene, lo studio ha dimostrato l’efficacia antifrattura del trattamento sequenziale abaloparatide-alendronato. Nel nuovo studio l’obiettivo dei ricercatori è stato quello di fare un confronto diretto tra l’efficacia di abaloparatide e le terapie antiriassorbitive sull’incidenza di fratture in pazienti con osteoporosi.

 

Abaloparatide riduce il rischio fratture del 71%

 

In questa nuova analisi, il tasso di nuove fratture vertebrali per le donne partecipanti allo studio è stato calcolato sulla base di radiografie fatte all’inizio dello studio. Durante il trattamento con abaloparatide in ACTIVE, il tasso di fratture vertebrali è stato inferiore (0,47 fratture per 100 pazienti all’anno) rispetto a quello registrato durante il trattamento con alendronato in ACTIVExtend (1,66 fratture per 100 pazienti all’anno). In pratica, le donne che hanno assunto abaloparatide hanno beneficiato di una riduzione del rischio frattura pari al 71%. Per quanto riguarda invece il tasso di fratture non vertebrali e fratture cliniche non sono state riscontrate differenze significative. “I risultati di questa analisi post hoc suggeriscono che il trattamento iniziale di donne in postmenopausa con osteoporosi con abaloparatide può fornire benefici in termini di riduzione del rischio di fratture rispetto al trattamento con solo alendronato”, sottolineano i ricercatori, secondo i quali per confermare i risultati sarebbero necessari ulteriori studi.

LINK ALLO STUDIO: https://academic.oup.com/jcem/article/105/3/938/5610884

https://mohre.it

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