
Meno figli per chi fuma
Ida Macchi
Sigarette e salute: un binomio ad alto rischio, per entrambi i sessi, ma in modo particolare per le donne, anche se è proprio tra il gentil sesso che è in aumento il numero di chi non fa a meno delle bionde: ben il 22 ,2% di quelle in età fertile, e quindi giovani, fumano e meno di 1 donna su 5 continua a farlo anche in gravidanza. Con tutti i rischi di genere, lenti, silenziosi , ma spesso irreversibili se non si da un alt precoce all’abitudine al fumo, che ne derivano. “Al pari di quel che succede agli uomini, le sigarette aumentano i rischi di tumore al polmone (la cui incidenza è per altro in forte aumento tra le donne) e di malattie cardiocircolatorie, ma alzano anche quelli di carcinomi specifici del gentil sesso: dell’ovaio e del seno”, sottolinea la dottoressa Elsa Viora, ginecologa e past president della Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri (AOGOI). “Decretano inoltre un divieto assoluto all’uso della pillola anticoncezionale tradizionale nelle over ’35, rappresentando così un limite ad un’attività sessuale serena e sicura, a meno che non ricorrano alla spirale medicata o ad altri metodi contraccettivi sicuri (dispositivi sottocutanei, pillola solo progestinica, condom, diaframma): il mix fumo e estrogeni e progestinici alza da 20 a 40 volte il rischio di trombosi”. Ma soprattutto, il fumo può interferire con la fertilità, procurando un danno che magari viene sottostimato dalle under 30, proprio perché vissuto come un rischio improbabile e “lontano” nel tempo, ma che può manifestarsi insospettabilmente proprio quando si tenta di mettere in cantiere un bebè. Giocare d’anticipo e smettere, perciò, è la scelta più intelligente e sana. E prima lo si fa meglio è: quanto più è prolungata l’abitudine al fumo, tanto più diventa spesso difficile dire addio , una volta per tutte, alla schiavitù dalle sigarette.

Dottoressa Elsa Viora
Riduzione della fertilità
Il primo step per riuscirci: prendere in considerazione che il fumo riduce di ben il 13% le probabilità di concepimento per via naturale.“Il danno sulla fertilità sembra essere dovuto ad alcune sostanze prodotte dalla combustione del tabacco (idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti, alcaloidi e alcheni) che agiscono da veri e propri veleni: provocano un invecchiamento precoce dell’ovaio (ma sono tossici anche per gli spermatozoi, se anche il partner fuma) e quindi una riduzione della riserva degli ovociti”, spiega la ginecologa. Problemi analoghi anche se si ricorre alla fecondazione medicalmente assistita tanto che le probabilità di concepimento di una donna under 30 fumatrice sono uguali a quelle di una donna di 40 anni. Infatti, secondo il Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente assistita, le fumatrici sono in generale meno fertili, hanno una minore possibilità di concepire per ciclo rispetto a chi non fuma e impiegano in media un anno in più per restare incinte. Con tutto quel che comporta, visto che la scelta “di un figlio in provetta” implica procedure mediche non sempre agevoli e prive di rischi e a volte si traduce in un percorso costellato da stress e delusioni.
In gravidanza
Anche fumare durante la dolce attesa, abitudine mantenuta da ben il 17,4 delle donne italiane, alza alcuni rischi che andrebbero valutati prima di mettere in cantiere un bebè. “Nel primo trimestre aumenta quello di aborto spontaneo e di gravidanza extra-uterina, in seguito di morte intrauterina e di restrizione della crescita del feto”, spiega la dottoressa Viora. “Colpa di danni del DNA ,oppure vascolari che, associati a ridotti livelli di estrogeni e progesterone, possono rendere l’ambiente intrauterino meno accogliente e quindi riducono le possibilità di annidamento. Per quel che riguarda le gravidanze extrauterine, invece, le colpe sono soprattutto di alterazioni delle tube di Falloppio (rese meno mobili, per esempio), indotte proprio dalle sostanze tossiche del tabacco, oppure dalla malattia infiammatoria pelvica, un’infezione dell’apparato genitale femminile più frequente tra le donne che fumano, che può mettere a rischio la salute e la funzionalità delle canali attraverso cui l’ovulo fecondato può raggiungere la cavità uterina, per impiantarsi”.
Danni anche per il bebè
Il fumo è dannoso anche per i vasi che irrorano la placenta: “via via che la gravidanza prosegue, perciò, la crescita del feto può subire un rallentamento e quindi il piccolo può avere un peso alla nascita inferiore all’atteso, con tutte le conseguenze che ne possono derivare”, sottolinea la ginecologa. “Oppure può nascere prematuro e quindi prima del tempo, rischiando di avere seri problemi di salute, soprattutto se viene alla luce prima delle 34 settimane di gestazione perché i suoi organi non sono ancora pronti a funzionare da soli fuori dall’utero: non solo i polmoni, ma anche il cervello, l’intestino, gli occhi possono non essere pronti, tanto che è necessario che il piccolo venga alla luce in un punto nascita in cui è attivo un centro di terapia intensiva neonatale. Passare al contrattacco non è però difficile: se legati al fumo, questi rischi possono essere prevenuti adottando semplicemente abitudini virtuose”.
La gravidanza offre una grande motivazione
La gravidanza, d’altra parte, offre una grande motivazione a smettere, facilitando una scelta che si traduce in un dono per se stesse e per il piccolo in arrivo. “Consigliabile, perciò, ancor prima di programmare l’arrivo di un figlio, parlare con il proprio ginecologo o con il medico di famigli per farsi sostenere in un percorso di disassuefazione dal fumo”, suggerisce la dottoressa Viora. “Se necessario, lo specialista può suggerire di rivolgersi ad un centro antifumo, in grado di offrire anche sostegni farmacologici per contrastare la dipendenza e il “craving”, ovvero la “fame” emotiva e cerebrale che lega a doppia mandata al fumo, che può far fallire ogni buona intenzione. Importante inoltre mantenere il punto anche dopo la nascita del bambino per proteggerlo dai danni del fumo passivo : aumento del rischio di soffrire di asma allergico, otiti e bronchiti, maggiore rischio di morte in culla nei primi mesi di vita e che il figlio diventi a sua volta un fumatore”.