Gli Stati Uniti accompagnano Juul alla porta

L’ente regolatorio americano FDA sta per ordinare a Juul Labs Inc di ritirare le sue sigarette elettroniche dal mercato negli Stati Uniti. Ha dato lo scoop ieri il Wall Street Journal. La questione dura da 4 anni quando per la prima volta l’azienda è stata ammonita rispetto ad un atteggiamento troppo disinvolto sul mercato che aveva attratto una clientela di adolescenti. 

A seguito di una indagine Juul ha dovuto affrontare un controllo approfondito da parte di regolatori, legislatori e procuratori generali dello stato sull’appello dei suoi prodotti a base di nicotina agli adolescenti. Sotto pressione, la società alla fine del 2019 aveva limitato l’offerta dei gusti accusati di essere troppo attraenti per i giovanissimi. Ma due anni fa la multinazionale aveva sottomesso all’agenzia la richiesta  di approvazione per continuare a vendere sigarette elettroniche nel paese.

La revisione delle domande da parte della FDA si è basata sul fatto che le sigarette elettroniche siano efficaci nel convincere i fumatori a smettere e i prodotti devono essere autorizzati se i benefici per i fumatori superano eventuali danni alla salute dei nuovi utenti. 

La questione dell’iniziazione da parte dei giovanissimi che si possono così avviare alla dipendenza è un nervo scoperto di tutte le amministrazioni, anche le più permissive e aperte al concetto di riduzione del danno.

“Quello che abbiamo osservato in Italia” sottolinea Johann Rossi Mason, Direttore Editoriale del MOHRE “è una eccessiva disinvoltura nella promozione dei prodotti che invece non dovrebbero essere offerti alla popolazione dei giovanissimi. Il problema attuale è proprio quello di limitare l’iniziazione e le aziende dovrebbero sposare questi valori etici. Sappiamo che una quota di giovani è maggiormente suscettibile di sviluppare una dipendenza da fumo e che fumerebbe comunque, ma i messaggi delle aziende devono essere coerenti con le politiche nazionali di salute pubblica. Probabilmente questo atteggiamento non è sfuggito alle autorità statunistensi che hanno alzato le richieste e le garanzie ai produttori, sia in termini di qualità che di claim pubblicitari, chiedendo un adeguamento e una armonizzazione alle nuove norme, più severe”.

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