
Il Futuro in cucina? Chiedilo alle stelle (Michelin)!
di Anna Benedetto
La scorsa settimana la guida Michelin ha annunciato il suo firmamento di “stelle” 2023, che ogni anno si accendono e si spengono per confermare, premiare, o mettere in discussione l’eccellenza mondiale nelle cucine professionali.
Per entrare a far parte di questo gotha gli chef e i loro ristoranti devono superare una serie di criteri (tra cui la ricerca e l’alta qualità delle materie prime, creatività e tecniche di preparazione, alto standard del servizio e dell’ospitalità ). Ma soprattutto devono aver sviluppato una “visione” di cucina: personale, creativa e al tempo stesso coerente con la regola aurea, che è il il “gusto”.
Sta per chiudersi il 15 novembre a Milano, l’ultima tappa dell’ottava edizione del Sina Chef Cup Contest: la gara itinerante negli alberghi del gruppo Sina Hotels. Tema di quest’anno è il viaggio, declinato per ogni tappa dal talento di due chef stellati fra i più famosi del panorama italiano che collaborano – insieme di volta in volta al resident chef della struttura – per dar vita ad un menù ed un cooking show esclusivo per gli avventori della cena. Tra i commensali è presente una commissione di giurati il cui voto concorre a formulare la classifica.
La redazione di Mohre, che ho avuto l’onore di rappresentare, è stata invitata per la tappa romana, martedì 11 ottobre, al ristornate Il Vizio del Sina Bernini Bristol di Roma, per la semifinale.
I protagonisti di quella serata sono stati Luigi Lionetti, chef de Le Monzù restaurant dell’Hotel Punta Tragara (Capri) e Giovanni Vanacore, chef del Rossellinis restaurant di Palazzo Avino a Ravello.

Gli chef della semifinale: Giovanni Vanacore e Luigi Lionetti
E poichè – per citare un motto da super eroe come Spider Man – “da grandi poteri derivano grandi responsabilità“, abbiamo colto l’occasione per chiedere ai due chef stellati ed ai critici enogastronomici coinvolti nella tappa romana, il loro personale punto di vista in merito a futuro del pianeta e sostenibilità alimentare.
Il breve scambio di battute coi due chef stellati campani è servito inoltre a mettere in evidenza i ritmi e gli stili di vita dei professionisti della ristorazione, al netto dell’offerta esclusiva dei loro piatti. Perché, nonostante le loro “stelle” continueranno a brillare ancora per tutto il 2023, spesso il vero “lusso” resta il benessere.
Che cosa pensano invece gli addetti ai lavori al di là del pass, ovvero i critici enogastronomici? Lo abbiamo chiesto, tra un calice di vino e l’analisi di un piatto, alla giuria presente alla semifinale: Antonio Ungaro, giornalista del magazine Gusto Sano, Sabino Fabio Cirulli giornalista di Italia a Tavola, Guido Scialpi , direttore del Il Giornale dei Distillatori.
E, a fronte del giudizio insindacabile dei giudici, la coppia di chef che ottiene il punteggio più alto giunge alla tappa finale: l’ultima occasione in cui i due “complici” finalmente gareggeranno l’uno contro l’altro.
In corsa questo martedì 15 novembre per aggiudicarsi la palma del vincitore gli chef Senio Venturi del Ristorante L’Asinello di Castelnuovo Berardenga (Siena) e Riccardo Agostini del Ristorante Il Piastrino di Pennabilli (Rimini). La finale si terrà presso Il Vizio, il ristorante Sina de La Ville di Milano.

Gli Chef della finale: Riccardo Agostini e Senio Venturi
E – come nelle più belle storie di fairplay – chissà se la finale di quest’anno avrà un sapore di ricordo ulteriore, poichè lo chef toscano Venturi ritroverà il suo amico e mentore romagnolo Agostini, con il quale per oltre sei anni ha condiviso tre cucine e tanti ricordi ed emozioni.