Il potere della musica? Cambiare il DNA

di Ida Macchi

La musica come cura: è la ricetta di Paola Kaze, cantante e attrice che nel suo ultimo singolo Come Fahttps://www.youtube.com/watch?v=pFaJR7t4NMs, scritto in  collaborazione con  Ditonellapiaga e il compositore Valerio Smordoni, racconta la forza necessaria a risalire dopo aver toccato il fondo, sfruttando anche la potenza di suoni e armonie. La musica, infatti, è una via di sfogo per i propri sentimenti, anche quelli più intimi e personali, ma anche lo strumento per elaborare e superare gli eventi, compresi quelli in cui ci si sente persi, in preda a paure e paranoie. E’ Paola stessa a confessarlo: “ la musica è la cosa che mi rende felice. Quando sono triste e sto piangendo, canto per smettere, come se mi permettesse di estraniarmi da tutto. E poi, quando ho finalmente finito di scrivere un brano mi sento meglio, come se mi fossi tolta un peso enorme di dosso”. Nulla di strano, perché la musica ha veramente effetti terapeutici impensabili e agisce sul nostro organismo con meccanismi ben più sofisticati di quanto non si possa immaginare. 

Fil rouge tra geni e ambiente   

“Le ricerche più recenti dimostrano che regola l’espressione dei microRNA, molecole dei nostri geni che, a mo’ di interruttori, vengono attivati o inibiti dagli agenti dell’ambiente in cui viviamo, generando un effetto epigenetico che vale per adulti, bambini e addirittura per le cellule del feto, in grado di percepire i suoni sin da quando è nel pancione”, spiega il professor Giuseppe Novelli, genetista del Policlinico Tor Vergata. “Se le note che ascoltiamo sono quelle che ci piacciono, il corredo dei nostri cromosomi, delegato a codificare le istruzioni per costruire nuove cellule e a regolare il funzionamento delle varie proteine, lavora perciò al top”. A beneficiarne è tutta la salute, prima tra tutte quella del cervello. “La musica lavora sulla plasticità della nostra materia grigia, migliorando la neurogenesi e quindi la formazione di nuovi neuroni e la riparazione delle cellule cerebrali danneggiate, tanto che si è visto che alcune patologie del sistema nervoso, prime tra tutte l’Alzheimer, traggono beneficio dal suo ascolto: facilita il recupero dei neuroni dopaminergici , bersaglio privilegiato della malattia”, spiega il nostro genetista. Non solo: insieme a sane regole di vita, le melodie possono essere addirittura utili per la prevenzione della demenza, mentre uno studio  effettuato della Kaohsiung Medical University e pubblicato su BMC Complementary and Alternative Medicine dimostra che la musica di Mozart può ridurre la frequenza delle crisi epilettiche

Elisir per le capacità di ragionamento e la memoria

Secondo alcune ricerche, proprio la musica del compositore austriaco, in particolare la sinfonia K448 e la K488, può aumentare temporaneamente le facoltà dell’intelligenza spazio-temporale, quella che riguarda l’analisi delle forme, della posizione degli oggetti nello spazio e lo sviluppo del senso di orientamento. Insomma,  scelta come sottofondo mentre si legge o si studia, offrirebbe una marcia in più alle nostre capacità di ragionamento. “Di fatto le armonie , e non solo quelle di Mozart, spingono il cervello a prestare maggiore attenzione ”, conferma il professor Novelli, “ Regolano l’attivazione dei fattori di trascrizione che aumentano la plasticità dei neuroni e quindi la capacità di imparare”.  Effetti positivi delle note anche sulla memoria, grazie all’ “effetto Vivaldi” , ormai riconosciuto dalla scienza : è legato all’ascolto della musica più quieta, ovvero intorno ai 60 battiti al minuto come quella di molti brani del compositore veneziano, e funziona da ricostituente per la memoria a breve termine. Il segreto della sua azione: attivare in contemporanea l’emisfero destro e quello sinistro del cervello, permettendo all’archivio dei nostri ricordi di immagazzinare con più facilità nuove informazioni.    

Via lo stress e sistema immunitario più forte  

Innegabile anche l’effetto antistress: come capita a Paola Kaze, le nostre canzoni preferite, magari legate alla nostra infanzia o ad un momento importante della nostra vita, mandano in fumo ansia e tensioni. “Innescano un maggior rilascio di dopamina, neurotrasmettitore che provoca un piacere simile a quello che si prova nel far sesso, o mangiando qualcosa che soddisfa il nostro palato”, sottolinea il professor Novelli. “L’azione antiansia è potenziata anche dal fatto che riducono la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, abbassando così la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e quella respiratoria e facendoci entrare in uno stato di totale relax. Nello stesso tempo facilitano il rilascio di ossitocina, l’ormone della felicità che, come una sorta di paio di occhiali rosa, ci fa vedere anche i momenti no  in modo più distaccato e che ci spinge verso gli altri, trasformando la musica in una chiave per socializzare e meglio condividere quel che si prova”. Insospettabilmente, sinfonie, canzoni & co hanno riflessi positivi anche sul sistema immunitario: “stimolano i neuroni dopaminergici a produrre dopamina che, oltre a tirar su l’umore e a spingerci verso ciò che ci sta far bene, ha una spiccata azione nel controllare i fattori dell’infiammazione”, spiega il professor Novelli. “La musica ci rende perciò più resistenti nei confronti delle infezioni e meno sensibili  al dolore”.  E allora, se già non lo facciamo, vale decisamente la pena di ritagliarci momenti della giornata in cui ascoltarla: che sia classica, rock, pop, folk, jazz e addirittura heavy metal, se è quella che ci piace , manda in risonanza tutto il nostro organismo, regalandoci salute e benessere.   

BOX:  13 stati d’animo

La musica  evoca precise emozioni: lo dimostra un recente studio dell’università di Berkeley in California, pubblicata su Proceedings of National Academy of Sciences. I ricercatori hanno sottoposto più di 2500 volontari statunitensi e cinesi all’ascolto di brani  di vari generi e hanno scoperto che, indipendentemente dai gusti personali, la musica  scatena 13 stati d’animo: divertimento, gioia, erotismo, bellezza, calma, tristezza, sogno, trionfo, ansia, paura, irritazione, sfida e energia. Non solo:  i ricercatori sono riusciti ad elaborare la  playlist dei brani che più di altri hanno il potere di farci vivere questi stati d’animo.  Ecco il link  per chi vuole verificare in diretta se prova o no le stesse emozioni: www.ocf.berkeley.edu/~acowen/music.html#modal         

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