
Informazione vs fake news: sulla morte di David Sassoli
di Anna Benedetto
David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, giornalista e volto storico del TG1, è morto a 65 anni.
Purtroppo questa notizia luttuosa è stata preceduta da un avvilente tamtam mediatico in cui in questi giorni, da varie piattaforme social, novax di tutta Europa hanno reso virale l’hashtag #NessunCorrelazione attribuendo al vaccino anti-Covid le cause del malessere che a distanza di poche ore avrebbero stroncato il politico.
A denunciare queste azioni di sciacallaggio, tra deliri complottisti e criminale divulgazione di fake news, sono stati Enrico Mentana ed altri colleghi professionisti dell’Informazione.
In merito al Covid Sassoli aveva dichiarato “non possiamo permetterci di sprecare nemmeno un vaccino” promuovendo il passaporto vaccinale come strumento “paritario e non discriminatorio per tornare alla normalità” e sostenendo tra gli stati membri la COVAX Facility, annunciata a livello internazionale come “la più grande operazione di acquisizione e fornitura di vaccini nella storia”. Non poteva dunque risultare bersaglio migliore di queste bieche strumentalizzazioni un uomo con questo cursus honorum, oltretutto ex giornalista.
Le cause reali della morte
In verità Sassoli non ha avuto una polmonite da Covid, tantomeno è deceduto a causa di avverse reazioni del booster vaccinale, ma per una “brutta polmonite” causata dal batterio della legionella che lo scorso settembre lo aveva costretto ad annullare gli impegni istituzionali e dalla quale non si è più ripreso.
Lo spiegava lui stesso in questo video diffuso sul suo canale Twitter lo scorso 9 novembre, per smentire già all’epoca le illazioni No Vax.
Grazie, davvero di cuore, a tutte e tutti voi…
Ci rivediamo presto in Parlamento! pic.twitter.com/1PrHHQysR0— David Sassoli (@DavidSassoli) November 9, 2021
Il video, nella sua semplicità, è un saggio di sintesi giornalistica e di trasparenza intellettuale degna di uomini della sua caratura.
Sassoli recentemente era stato ricoverato prima all’Hopital Civic di Strasburgo e poi a fine dicembre in Italia, presso il centro oncologico di Aviano (PN), dove è deceduto l’11 gennaio a seguito di una brutta ricaduta. Il ricovero si era reso necessario a causa “di una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario”.
Da anni infatti il presidente del Parlamento europeo era affetto da mieloma, un tumore del sangue, a causa del quale 10 anni fa aveva subito un trapianto di midollo. Malattia della quale non aveva mai stata data comunicazione a mezzo stampa.
È stato David Carretta, corrispondente dalle istituzioni europee di Radio Radicale, a dare la notizia del decesso via social e con un altro post ne ha rivelato pubblicamente la causa: «Un’informazione per i miserabili no-vax che stanno speculando sulla scomparsa di David Sassoli – scrive Carretta alcune ore dopo il decesso – Sassoli dieci anni fa aveva subito un trapianto di midollo a seguito di un mieloma, tumore delle plasmacellule».
Il mieloma multiplo (MM) è un tumore del midollo osseo[1], più frequente negli uomini che nelle donne, che si presenta nella larga maggioranza dei casi dopo i 60 anni. La malattia è causata dal danneggiamento del DNA di alcune plasmacellule, cellule immunitarie localizzate nel midollo osseo, che hanno la funzione di produrre anticorpi e difenderci dalle infezioni. Viene dunque associata ad un abbassamento delle difese immunitarie e ad un maggiore rischio di infezioni e di mortalità correlata.
La legionella a sua volta è un’infezione polmonare causata dal batterio legionella pneumophila. L’ infezione è stata identificata per la prima volta nel 1976, quando si verificò una vasta epidemia di polmonite letale durante un raduno dell’American Legion, un’organizzazione di veterani di guerra, a Filadelfia, in Pennsylvania. Per questo l’infezione è stata denominata malattia dei legionari.
In quell’occasione, 221 persone contrassero questa forma di polmonite precedentemente non conosciuta, e 34 morirono. La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema di aria condizionata dell’albergo.
Questa polmonite, di origine batterica, non è infettiva (al contrario della polmonite virale da Coronavirus) e il contagio avviene con l’inalazione di piccole particelle di acqua contaminata. Il batterio, presente negli ambienti acquatici naturali e artificiali, si diffonde poi all’interno dell’organismo fino ad arrivare ai polmoni, causando la “Malattia del Legionario”.
I soggetti particolarmente a rischio di contrarre la malattia, se esposti a questo batterio, sono gli adulti più anziani, i fumatori e le persone con un sistema immunitario compromesso.
Era purtroppo questa la condizione di David Sassoli, affetto da mieloma e sottoposto 10 anni fa ad un trapianto di midollo.
Mieloma e vaccini anti-Covid: sono stati riscontrati rischi specifici?
La fondazione internazionale EMN (European Myeloma Network) ha pubblicato sulla rivista Lancet Haematology[2] un consensus sulla vaccinazione anti Covid-19 nei pazienti affetti da mieloma multiplo, dando di fatto il nulla osta scientifico al vaccino anche per questa categoria di pazienti.
Occorre altresì ribadire che questi soggetti “fragili”, in quanto immunodepressi, hanno una risposta immunitaria al vaccino non ottimale, diversa dai soggetti normali.
In particolare, secondo quanto riportato dal panel di esperti dell’EMN, i pazienti con mieloma che hanno ricevuto i vaccini BNT162b2 (Pfizer BioNTech), mRNA-1273 (Moderna), ChAdOx1 nCoV-19 (AstraZeneca) e AD26.COV2.5 (Johnson & Johnson) hanno sviluppato un basso numero di anticorpi e un’immunità cellulare minore rispetto ai gruppi di controllo: circa il 20-50% dei soggetti ha di fatto sviluppato una bassa – o in alcuni casi nulla – risposta immunitaria.
L’iniziativa COVAX: per una distribuzione equa dei vaccini
David Sassoli non ha mai messo in discussione il valore dell’impegno, la tutela dei diritti e la cultura della solidarietà. Durante due anni di pandemia, oltre che con la malattia privata, ha lottato per mantenere operativo il Parlamento Europeo, come un faro a tutela del futuro e della salute dei suoi cittadini ma anche a protezione dell’umanità che vive fuori dai confini geo-politici egemoni e più fortunati.
Egli ha promosso tra gli stati membri il programma internazionale creato dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) COVAX, per “garantire un accesso equo ai vaccini” attraverso donazioni di dosi di vaccino da parte di paesi ad alto reddito verso paesi a basso reddito.
A tal proposito riportiamo uno stralcio del suo discorso, in occasione del Consiglio europeo straordinario del 25 e 26 febbraio del 2021:
«Le campagne di vaccinazione hanno successo se i cittadini hanno fiducia. Dovremmo, inoltre, prevedere ulteriori accordi preliminari di acquisto qualora siano necessarie dosi di vaccini adattati alle nuove varianti. La fiducia è basata sull’informazione e sulla trasparenza.
Questo mese lo strumento COVAX inizierà a consegnare i vaccini. So che tutti gli Stati membri hanno la possibilità di donare le dosi in eccesso a paesi che ne hanno bisogno. Incoraggio un approccio unificato con gli Stati membri che donano le loro dosi attraverso il COVAX, al fine di garantire una ridistribuzione giusta ed equa. È mia profonda convinzione che il multilateralismo e il coordinamento degli sforzi sono gli strumenti di cui abbiamo bisogno per uscire da questa crisi, aumentare la resilienza dei nostri sistemi sanitari e migliorare la capacità di preparazione e di risposta alle pandemie».
Vaccini ai paesi poveri? Storia triste di un fallimento
Ad onore di cronaca va detto che il bilancio di questa operazione internazionale si è rivelata un cocente fallimento, con la consegna entro la fine del 2021 della metà dei vaccini annunciati (ad oggi le dosi consegnate sono circa 900 milioni contro i 2 miliardi dell’obiettivo dichiarato).
Le motivazioni – che non indagheremo in questa sede – sono plurime ma episodi come questi rafforazano il claim della campagna di raccolta fondi (#coopforafrica) di Coop che sta imperversando in questi giorni su vari canali di comunicazione: “Per qualcuno essere no vax non è una scelta”. Peccato che – da questa parte del mondo, quella più fortunata – i “nostri” No Vax non abbiano saputo fare, almeno per un giorno, la scelta del silenzio.
[1] Fonte: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/tools-della-salute/glossario-delle-malattie/mieloma-multiplo
[2] https://www.thelancet.com/journals/lanhae/article/PIIS2352-3026(21)00278-7/fulltext