Inquinamento e tumori

di Ida Macchi

Stop dell’industria e assenza di traffico urbano e aereo: grazie a questo mix, durante la lunga primavera di quarantena del 2020 per arginare il Covid, sono andati in picchiata i livelli di inquinamento atmosferico  è migliorata la qualità dell’aria delle nostre città e si sono risparmiate più di 800 vite in tutta Europa. E’ quanto emerge da una ricerca  condotta dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM) , pubblicato su Nature’s Scientific Reports, che dimostra quanto l’inquinamento sia una vero e proprio veleno per la nostra salute e soprattutto come sia in prima linea nella genesi dei tumori. Un’ulteriore conferma di questo legame emerge anche dal recente  rapporto dell’Agenzia per l’ambiente dell’Unione europea (Eea), “Battere il cancro – il ruolo dell’ambiente europeo”, in cui si sottolinea come l’inquinamento dell’aria, all’esterno e negli edifici, è collegato all’1% di tutti i casi di cancro in Europa, e causa circa il 2% di tutte le morti per tumore. Solo per il cancro ai polmoni la percentuale sale al 9% delle morti. Insomma, un bollettino di guerra da cui l’Italia detiene addirittura la maglia nera: “nei siti maggiormente inquinati  si registra un aumento sino al 14% in più  dell’ incidenza di tutti i tumori, con punte del 50% in più per quello della mammella e dei linfomi, e del 60% in piu’  per i sarcomi dei tessuti molli e le leucemie”, conferma il professor Alessandro Miani, presidente della Società italiana di Medicina Ambientale e docente di prevenzione ambientale all’Università di Milano.

Traffico in prima linea 

I nemici più temibili ? “I gas di scarico legati al traffico veicolare delle aree urbane che, nei giorni di sforamento dei livelli massimi degli inquinanti,  fanno schizzare alle stelle i valori del biossido di azoto e quello del PM10, il famigerato particolato in cui si celano le ancor più temibili polveri sottili ( il PM 2,5)”, spiega il professor Miani. “Non a caso, ad ogni aumento di 10 microgrammi di PM 10 il rischio di tumore al polmone aumenta del 22% e sale addirittura al 36% con un ugual aumento delle polveri sottili ( il PM 2,5), in grado di penetrare nelle vie respiratorie profonde e di innescare uno stress ossidativo all’ennesima potenza che apre la strada ad  alterazioni del Dna”. Infatti, uno studio prospettico dell’ENEA ha valutato che , complici questi veleni, nel 2050 il rischio di mortalità per tutti i tipi di tumori  a Roma e Milano avrà un aumento del 14%.  La soluzione? “Ridurre drasticamente le principali sorgenti emissive dell’inquinamento atmosferico attraverso una transizione energetica rinnovabile che abbandoni quanto prima l’uso di combustibili fossili, ma soprattutto prevedere serie limitazioni al traffico veicolare per migliorare la qualità dell’aria: “oggi, l’81% degli europei non respira un’aria conforme agli standard di salubrità dei limiti fissati nel 2005 dalle Linee Guida per la Qualità dell’Aria dell’OMS, ulteriormente dimezzati nel recente aggiornamento presentato alla Commissione Europea lo scorso 20 settembre 2021 ”, sottolinea il professor Miani. Qualcosa in questo senso si sta però già muovendo: “il parlamento Europeo ha decretato lo stop alle auto a benzina e gasolio dal 2035 in tutta l’Unione Europea, una buona notizia per la salute di 500 milioni di cittadini che vedono ogni anno sparire , per tumori ma anche per le altre patologie legate all’inquinamento atmosferico come infarti e ictus,  un’intera città da 500.000 abitanti nella sola Europa, senza per questo suscitare lo stesso allarme della pandemia da COVID-19“.

 

Per salvaguardarci 

In attesa di questa rivoluzione che fare per ridurre i danni dello smog?  “Evitare di camminare nelle strade trafficate, dove oltre alle polveri sottili si concentrano gas di scarico come il benzene o idrocarburi policiclici aromatici , come il benzopirene che è cancerogeno, cercando percorsi alternativi dove la viabilità è meno intensa”, suggerisce il professor Miani. “Prima di fare attività fisica o andare in bicicletta, soprattutto se si vive in una città del nord dove l’allerta smog è in agguato, meglio verificare per esempio sul sito dell’Arpa se la qualità dell’aria lo permette, o se si rischia di fare un pieno di veleni. E ancora: è importante adottare stili di vita sani che ci portino a trascorrere più tempo a contatto con la natura, scegliere come regime alimentare la Dieta Mediterranea che rispetta la stagionalità delle produzioni e ha un impatto ambientale del 60% inferiore rispetto a diete di tipo nordamericano o nordeuropee”.  

In casa

Occhio anche all’aria di casa, spesso più inquinata di quella esterna. Per questo : “non fumare perché le sigarette, già dannose per chi le fuma, amplificano i danni degli altri inquinanti presenti nelle 4 mura domestici. Inoltre, il fumo passivo aumenta il rischio di cancro fino al 16% in persone che non hanno mai fumato” spiega il nostro esperto.” Per le pulizie di casa è meglio utilizzare un aspirapolvere con filtro hepa senza sacchetto, o con filtro ad acqua: per evitare che durante l’uso le polveri sottili che si sedimentano a terra siano vaporizzate nell’aria . Ok anche ad un purificatore d’aria  con gli stessi tipi di filtro: è’ un apparecchio che aspira l’aria, la lava e la filtra liberandola da polveri con dimensioni sino ad 1 micron, prima di rimetterla in circolo. Nella scelta, però, è bene orientarsi su un prodotto validato scientificamente da un ente pubblico, o da uno no profit. Da evitare invece candele profumate e colorate per l’ambiente, soprattutto se di origine cinese: emanano metalli pesanti ed essenze profumate che si aggregano con altri inquinanti presenti in casa creando un mix esplosivo”.

No alla plastica e ai PFAS

Importante anche scegliere prodotti che non siano imballati in packaging plastici. “Queste plastiche abitualmente utilizzate contengono ftalati che sono distruttori endocrini in grado di aumentare notevolmente il rischio di ritardi del neurosviluppo, sopratutto nei primi mille giorni di vita”, sottolinea il professor Miani. In questo modo si incentiva  la politica plastic free che ha come obiettivo un veloce cambio di paradigma nel confezionamento degli alimenti e nella sostituzione di materiali plastici con prodotti e fibre di origine naturale, anche nella cosmesi e nell’abbigliamento, in grado di contrastare la temibile avanzata di micro e nano plastiche. Infatti, complici i tessuti sintetici , gli scarichi delle lavatrici di una città come Milano producono ben 300 chili di nano plastiche al giorno. “Infine, occhio alle acque interne , che arrivano anche nei rubinetti di casa, spesso inquinate dai PFAS , ovvero composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi, sospettati di essere implicati nella genesi di cancri al rene e ai testicoli”, spiega il nostro esperto.” E’ quindi importante incentivare la riduzione dei fertilizzanti di origine chimica, a favore di quelli naturali, o dell’introduzione nel campo agricolo di specie antagoniste come insetti, funghi e batteri. Quando si fa la spesa, infine, meglio orientarsi su frutta biologica”.

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