Intercettare il fumatore quando è più sensibile

di Redazione

Si chiama ‘finestra di ricevibilità’ e si apre in contesti in cui un soggetto è più sensibile a ricevere un consiglio o una proposta. Di solito sono chiuse quando la vita scorre nella sua continuità e quotidianità, ma si spalancano quando l’esistenza è scossa da eventi che colpiscono nell’emotività. La malattia propria o di un congiunto mette le persone di fronte alla propria vulnerabilità e attiva una quota di timore. In questa situazione le persone sono più propense a ricevere informazioni sulla propria salute e sulla sua protezione.

Un recente studio clinico apparso su Drug Alcohl Dependence su 1056 adulti fumatori ha testato l’efficacia di quattro componenti di un intervento terapeutico avviato in un pronto soccorso ospedaliero (ED) e ne ha trovati due clinicamente efficaci. Lo studio esplora gli atteggiamenti dei partecipanti allo studio nei confronti delle quattro componenti, se hanno identificato interazioni importanti e suggerimenti per un’ulteriore personalizzazione.

Dopo l’ingresso in pronto soccorso i partecipanti sono stati esposti ad un intervento finalizzato a sensibilizzarli rispetto alla cessazione dal fumo. Al termine del periodo di studio di tre mesi sono state condotte interviste telefoniche con i partecipanti. Ogni partecipante aveva ricevuto almeno una componente di intervento: terapia sostitutiva della nicotina, rinvio a una linea telefonica per fumatori, un breve colloquio di negoziazione o il programma SmokefreeTXT abilitato per smartphone. Le interviste sono state audio-registrate, trascritte e analizzate utilizzando un approccio iterativo, basato sui dati, utilizzando l’analisi tematica.

Tra marzo 2017 e settembre 2018 sono state condotte 63 interviste con partecipanti che hanno ricevuto almeno una componente di intervento. Il campione era diverso rispetto a razza, etnia, genere e status sociodemografico. Sono stati individuati quattro temi: Contesto dell’intervento, Contenuto dell’intervento, Comunicazioni e Raccomandazioni. La fornitura di interventi per smettere di fumare ai pazienti con disfunzione erettile ha portato a una riduzione del fumo auto-riferito per la maggior parte. La terapia sostitutiva della nicotina ha diminuito le voglie, mentre gli interventi comportamentali hanno fornito supporto sociale che ha contribuito a motivare e sostenere il cambiamento comportamentale.

Tutti e 4 i tipi di intervento erano semplici, fattibili e accettabili. I dati suggeriscono che gli interventi farmacologici e comportamentali siano più efficaci se offerti simultaneamente, che la formazione sulle abilità comunicative sia fornita a coloro che erogano gli interventi e che gli interventi dovrebbero rispettare l’autonomia e le preferenze dei partecipanti in merito a tempi, frequenza e terminazione dell’intervento. E’ quello che gli esperti del MOHRE hanno sempre sostenuto: il tipo di intervento proposto per smettere di fumare non deve dipendere da ciò che è disponibile o dalle preferenze o le convinzioni dell’operatore, ma deve mettere il ‘fumatore al centro’ in modo che possa adottare la misura partecipando al processo.

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