La Neuroradiologia tra ictus ischemico, intelligenza artificiale, pediatria e patologie croniche

Redazione 

 Il 40% degli accessi ospedalieri richiedono esami diagnostici di neuroradiologia e il 70% delle risonanze magnetiche sono, ormai, di pertinenza neuroradiologica; è la specialità che più di ogni altra utilizza l’Intelligenza Artificiale mentre gli esiti clinici dello stroke e la cura del dolore vertebrale sono radicalmente migliorati. “Ma il 50% dei 200.000 ictus all’anno in Italia si possono ancora evitare grazie alla prevenzione” afferma il Prof. Andrea Rossi, Presidente AINR.  

“La Neuroradiologia, oggi, è la disciplina nella quale l’Intelligenza Artificiale AI è divenuta strumento di supporto quotidiano, ormai parte integrante nelle indagini diagnostiche ospedaliere e che ha cambiato radicalmente, grazie all’integrazione con le nuove tecniche interventistiche, gli esiti nei pazienti con ictus trattati tempestivamente.  Questo è il risultato tangibile che si ricava quando si investe con passione nella formazione che salva le vite. Il prossimo obiettivo è cercare di aumentare la durata della Scuola di Specialità in Radiodiagnostica individuando un percorso dedicato per la formazione neuroradiologica in analogia a quanto avviene negli altri paesi europei” sottolinea Andrea Falini Professore Ordinario di Neuroradiologia, Università Vita-Salute San Raffaele, Direttore U.O.C. di Neuroradiologia, IRCCS Ospedale San Raffaele. Anche per questo il Congresso AINR avrà diverse novità una forte connotazione formativa: percorsi didattici che ogni congressista potrà “disegnare” a seconda delle proprie esigenze e un corso propedeutico di neuroanatomia vascolare e funzionale che si svolge durante la prima giornata subito prima dell’inaugurazione.   

“I problemi neurologici sono all’origine del 40% degli accessi in ospedale e il 70% delle Risonanze Magnetiche è ormai di pertinenza neuroradiologica ma molti pazienti non ci conoscono perché rimaniamo spesso dietro le quinte” spiega Andrea Rossi,Presidente AINR e Direttore della UOC Neuroradiologia IRCCS Istituto Giannina Gaslini di Genova.

“In Neuroradiologia non esiste una divisione netta tra terapia endovascolare e attività diagnostica. Esse sono anzi estremamente interconnesse – sottolinea il vicepresidente AINR Marcello Longo, già professore ordinario di Neuroradiologia all’Università di Messina –. La diagnosi della malattia, infatti, viene effettuata dal diagnosta che fornisce le indicazioni per un efficace trattamento all’interventista. L’esempio perfetto è proprio lo stroke: in questo caso senza atto diagnostico accurato non esiste intervento endovascolare efficace”.

Tuttavia, se l’esito clinico degli stroke è migliorato radicalmente negli ultimi 5 anni grazie ad un nuovo tipo di intervento, la trombectomia meccanica, molto si può ancora fare sul fronte della prevenzione. Tuttora il 50% dei 200.000 stroke che avvengono annualmente in Italia potrebbe essere evitato attraverso controlli periodici della pressione arteriosa, controlli cardiologici, esami del sangue e doppler carotidei, nonché attraverso la rinuncia a fattori di rischio quali il fumo e un l’alcool, conclude Mario Muto, Direttore UOC Neuroradiologia Diagnostica e Terapeutica AO Cardarelli di Napoli.

Dal 2016 è disponibile il primo ciclo di Master di Neuroradiologia Interventistica endovascolare che ha formato più di 100 interventisti in pochi anni. La Rete Italiana di Neuroimmagini promossa dal Ministero della Salute è condivisa tra i 22 IRCCS di Neuroscienze sul territorio nazionale mentre sei dei ‘Top Medicine Scientists’ italiani citati nel 2022 dal portale internazionale Research.com fanno ricerca in ambito di Neuroimaging. Anche sul trattamento del dolore vertebrale si sono fatti grandi progressi, soprattutto negli ultimi 10 anni, grazie alle terapie mininvasive e ai trattamenti percutanei sia discali che vertebrali (sotto controllo radiologico) che consentono notevoli miglioramenti nella qualità della vita di pazienti affetti da ernie discali  o metastasi vertebrali. Infine, la rete pediatrica, dedicata principalmente a bambini di 5-6 anni con malattie rare, è molto ben sviluppata in Italia e consente ai casi più complessi di raggiungere rapidamente gli ospedali pediatrici di terzo livello dove sono presenti neuroradiologi con specifica competenza pediatrica.

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