
La sifilide e le infezioni sessualmente trasmesse: un aumento preoccupante
Redazione
Stanno emergendo nuove sfide alla salute pubblica tra cui l’aumento delle infezioni sessualmente trasmesse (MST), con la sifilide in prima linea. Questa malattia, conosciuta come il “mal francese” da tempi antichi, ha avuto una breve pausa durante la pandemia ma ora sta tornando in forza. Secondo i dati del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), le diagnosi di sifilide sono aumentate del 70% nell’Unione Europea in soli 10 anni. Inoltre, all’inizio del 2017, la sifilide ha superato l’incidenza delle infezioni da HIV, che non mostra segni di declino significativo. Questo aumento è stato confermato dai dati più recenti del CDC americano, che hanno registrato un aumento del 52% dei casi di sifilide dal 2016 al 2020 e un aumento del 235% dei casi di sifilide congenita, trasmessa dalla madre al neonato durante la gravidanza o il parto. Questi numeri dovrebbero destare seria preoccupazione.
La sifilide può avere gravi conseguenze sulla salute a lungo termine se non viene trattata e può contribuire alla trasmissione dell’HIV. La sifilide congenita può causare aborto, morte fetale o gravi malformazioni del neonato. È quindi fondamentale riconoscere i sintomi, sapere come intervenire e concentrarsi sulla prevenzione.
Sintomi e Cura
La sifilide si sviluppa in diversi stadi. Negli uomini, inizia con un’ulcerazione sul pene, di solito indolore, mentre nelle donne può manifestarsi come un nodulo nelle parti intime, chiamato sifiloma. Tuttavia, nella metà dei casi nelle donne, questa fase iniziale può passare inosservata poiché il sifiloma può formarsi in zone non visibili. Entrambi i sessi possono guarire da questa lesione in 40-60 giorni, ma il batterio responsabile, il Treponema pallidum, può diffondersi nel sangue e, mesi dopo, entrare nel secondo stadio della malattia. Questo stadio è caratterizzato da lesioni cutanee, perdita di capelli, ingrossamento dei linfonodi e febbre. La sifilide può quindi colpire il fegato, i reni, gli occhi o causare una meningite. Successivamente, c’è uno stadio latente in cui la persona sembra stare bene ma può comunque trasmettere la malattia a partner sessuali se ha lesioni. L’ultimo stadio può manifestarsi dopo 10-30 anni e colpire cervello, occhi, nervi, cuore, vasi sanguigni, fegato, ossa e articolazioni.
La diagnosi si basa sul sospetto clinico, confermato dalla ricerca diretta del Treponema pallidum o dalla ricerca di anticorpi specifici tramite esami del sangue. La cura prevede l’uso di antibiotici, più efficaci quanto prima viene fatta la diagnosi.
Prevenzione
La prevenzione è fondamentale per evitare la sifilide. L’uso del preservativo è essenziale, anche per un singolo rapporto, dato che il rischio di contrarre l’infezione è del 33%. Le donne sono particolarmente esposte, con un rischio dell’60-80% per ogni rapporto, mentre per gli uomini è del 20-30%. È importante utilizzare il preservativo fin dall’inizio del rapporto, compresi i preliminari. Inoltre, è essenziale cambiare il preservativo se si passa da un rapporto all’altro.
È importante notare che anche i rapporti oro-genitali comportano rischi e che è in aumento l’incidenza di lesioni da Treponema pallidum nel cavo orale.
L’aumento delle MST, tra cui la sifilide, può essere attribuito ai cambiamenti nelle abitudini sessuali, alla minor preoccupazione per l’HIV, alla facilità degli appuntamenti al buio grazie ai social network e alle droghe utilizzate nei “party chem-sex”. La scarsa informazione sulle modalità di trasmissione è un problema, soprattutto tra i giovani. Anche gli over 50 non sono esenti da rischi, con una significativa percentuale di nuovi casi di HIV che li coinvolge.