Lisa Marie Presley: autopsia parla di ostruzione dell’intestino

E’ morta a Nashville lo scorso gennaio all’età di 54 anni la figlia del Re del Rock Elvis Presley, ma solo di recente sono giunti i risultati dell’autopsia. L’ufficio del medico legale della contea di Los Angeles ha stabilito che la causa della morte è stata una ‘ostruzione dell’intestino tenue’.

Lisa Marie Presley è morta il 12 gennaio dopo essere stata portata d’urgenza all’ospedale nel sud della California dopo aver accusato forti dolori addominali. La causa della morte è stata indicata come “sequele”, o postumi, “dell’ostruzione dell’intestino tenue”.

Oggi il rapporto di autopsia pubblicato dai media americani ha parlato di una ostruzione causata da aderenze che si sono sviluppate dopo l’intervento di chirurgia bariatrica eseguita alcuni anni fa. Una complicanza a lungo termine nota di quel tipo di intervento chirurgico, afferma il rapporto.

L’autopsia ha rilevato “livelli terapeutici” dell’antidolorifico ossicodone e tracce di altre sostanze nel suo sangue, come  il metabolita della quetiapina (usata per trattare la depressione, la schizofrenia o gli episodi maniacali) e la buprenorfina (un analgesico),  che però non sono riconducibili alla sua morte, afferma il rapporto.

Presley, anch’essa cantante e cantautrice, è stata sepolta a Graceland, la villa di suo padre a Memphis, nel Tennessee, dove viveva da bambina con suo padre, morto nel 1977 quando lei aveva 9 anni.

In letteratura sono presenti molti dati sia sull’efficacia sia sulle conseguenze (a volte estremamente negative) della Chirurgia Bariatrica (CB) per la diminuzione del peso corporeo nei soggetti con gravi complicazioni cliniche che non riescono a perdere peso con le terapie comportamentali e la dieta. Gli studi riportano i promettenti risultati della CB: calo ponderale, miglioramento del diabete e dei parametri metabolici (glicemia, colesterolemia, trigliceridemia) e dell’ipertensione, alla diminuzione della gravità di altre condizioni spesso associate all’obesità (patologia degenerativa delle articolazioni, sindrome delle apnee notturne ostruttive, ipertensione intracranica).

Purtroppo però, esiste anche una seconda faccia della medaglia, rappresentata dai fallimenti terapeutici a lungo termine e l’insorgenza di effetti collaterali.

In molti casi, dopo un’iniziale marcata perdita di peso, si assiste a un successivo recupero dei chili persi fino ad arrivare a pesi addirittura maggiori del peso di partenza.

  1. A questo dato scoraggiante si aggiungono, fin troppo spesso, effetti collaterali a volte molto gravi complicazioni chirurgiche: Come per qualsiasi procedura chirurgica, esistono rischi associati all’anestesia, all’infezione, alle emorragie e ad altri problemi che possono verificarsi durante l’intervento o nel periodo post-operatorio.
  2. Perdita di nutrienti: A seguito della chirurgia bariatrica, soprattutto nei casi di bypass gastrico o interventi che comportano una riduzione dello stomaco, l’assorbimento di nutrienti essenziali può essere compromesso. Questo può portare a carenze vitaminiche e minerali, come ferro, calcio, vitamina B12 e vitamina D. Le carenze nutrizionali possono causare una serie di problemi, tra cui affaticamento, debolezza muscolare, perdita di capelli, fragilità ossea e problemi di salute a lungo termine.
  3. Dumping syndrome: Questo è un effetto collaterale comune dopo il bypass gastrico. Si verifica quando il cibo passa troppo rapidamente attraverso lo stomaco e l’intestino tenue. I sintomi del dumping syndrome possono includere nausea, vomito, diarrea, sudorazione, palpitazioni, vertigini e sensazione di svenimento dopo aver mangiato cibi ad alto contenuto di zucchero o grassi.
  4. Problemi gastrointestinali: Alcuni pazienti possono sperimentare problemi digestivi, come nausea persistente, vomito, rigurgito acido, ulcere gastriche, stenosi intestinale e ostruzione intestinale.
  5. Disturbi dell’umore e problemi psicologici: La chirurgia bariatrica può comportare cambiamenti significativi nella vita di una persona, inclusi cambiamenti nella relazione con il cibo e nel modo in cui la persona si percepisce. Alcuni individui possono sviluppare disturbi dell’umore, come depressione o ansia, o avere difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti di stile di vita necessari per il successo a lungo termine dopo l’intervento.

La chirurgia di revisione e/o conversione é in continua crescita. Secondo i dati della letteratura scientifica, il tasso globale di revisione di interventi di chirurgia bariatrica varia dal 5 al 56% secondo lo studio preso in considerazione.

I motivi del fallimento di un intervento possono essere molteplici: perché il paziente non si è mosso a sufficienza, perché non ha cambiato le proprie abitudini alimentari, perché non ha seguito le indicazioni fornitegli dal team che lo segue; perché non ha imparato a masticare lentamente in modo adeguato.

Secondo le linee guida della Società italiana di Chirurgia dell’Obesità (Sicob) si parla di:

  • Conversione – Procedure che portano un cambiamento di tipologia e/o di meccanismo di azione rispetto al precedente intervento chirurgico. I fallimenti sul calo ponderale sono la causa più frequente di conversione.
  • Revisione – Procedure che modificano parti di un intervento chirurgico senza alterarne la tipologia. Le indicazioni più frequenti sono i fallimenti sul calo ponderale e le complicazioni.
  • Restaurazione – Procedure che restaurano la normale anatomia. Le complicazioni sono la causa più frequente di restaurazione.
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