Marzo 2023 mese dello Screening del Cancro del colon retto: prevenzione e stili di vita al centro

Annamaria Benedetto 

Comportamenti e abitudini hanno, nel caso della prevenzione del tumore del colon-retto, un ruolo di primo piano poiché tra i fattori di rischio certi vi sono una dieta poco sana (con eccesso di carni rosse, insaccati, farine e zuccheri raffinati e povera di frutta e verdura e quindi di fibre), il sovrappeso, la scarsa attività fisica, l’eccesso di alcol e l’abitudine al fumo. Bisogna pensare quindi a campagne di comunicazione e strategie di riduzione del rischio con una maggiore diffusione della dieta mediterranea.

Nel 2022 in Italia il tumore del colon-retto si è confermato al secondo posto tra i più diffusi con oltre 48.000 nuovi casi ed un incremento dell’1.5% negli uomini e dell’1.6% nelle donne, complice la pandemia che ha ritardato gli screening preventivi. È anche la seconda causa di morte per tumore sia negli uomini sia nelle donne con un totale di 20 mila decessi l’anno.  Cruciale si rivela dunque la diagnosi precoce, che solo un’efficace azione preventiva di controllo può agevolare.

Lo screening colo-rettale ha risentito pesantemente del periodo pandemico con una riduzione di oltre il 50% dei soggetti che hanno effettuato il test di indagine primaria (ricerca del sangue occulto nelle feci) sul totale degli aventi diritto, passando dal 34% al 17% nel 2020, con un gradiente Nord-Sud del Paese già presente anche in epoca pre-pandemica.

Su questo fronte, l’Italia infatti non è uniforme: nelle regioni più virtuose per la prevenzione (Nord e Centro), lo screening del carcinoma colorettale in pochi anni si è dimostrato in grado di ridurre l’incidenza del tumore di oltre il 20% e della mortalità specifica di oltre il 30% ma in alcune regioni al Sud non è nemmeno attivo.

La prevenzione è senza dubbio lo strumento più efficace, perché permette di individuare e rimuovere i polipi prima che degenerino o di fare diagnosi precoce, permettendo d’intervenire prima che la situazione si aggravi, ma serve un’alleanza medico-paziente forte, che induca la popolazione a capire fortemente l’importanza di un approccio preventivo con gli screening di massa periodici.

Stiamo parlando di un programma che interessa la popolazione residente in Italia di età compresa tra i 50 e i 70 anni pari a circa 5 milioni di individui. – spiega Marco Soncini Presidente AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri Direttore Dipartimento Area Medica ASST Lecco – I cittadini vengono invitati dal proprio medico di famiglia a ritirare generalmente in farmacia il flaconcino per la ricerca del sangue occulto fecale e in caso di positività ad effettuare la colonscopia. Questo esame, in grado di studiare tutto il colon in modo accurato, permette non solo di effettuare una diagnosi ma anche di intervenire asportando lesioni pre-neoplastiche o in fase precoce di malattia“.

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