Negare le potenzialità del fumo senza combustione danneggia i fumatori

Redazione

Negare in maniera pervicace i benefici del fumo senza combustione non aiuta i fumatori, anzi, li danneggia instillando dubbi e ponendo sul loro cammino di transizione ostacoli insormontabili.

La Food and Drug Administration (FDA) sostiene che lo svapo non aiuti le persone a smettere di fumare sigarette tradizionali ma questa dichiarazione è fuorviante: i prodotti senza combustione sono pensate come una alternativa meno dannosa e aiutano a smettere di fumare solo quando siano inserite in un percorso di counseling guidato. Quindi semplicemente, non nascono con lo scopo di far smettere completamente ma di offrire una alternativa all’assunzione di nicotina, che sostiene la dipendenza, in maniera analoga a ciò che possono fare gomme, cerotti o spray usati come terapia sostitutiva.

La guida alle sigarette elettroniche pubblicata dall’FDA afferma ancora che “non ci sono ancora prove sufficienti a sostegno delle affermazioni secondo cui le sigarette elettroniche e altri [dispositivi elettronici per la somministrazione di nicotina] sono strumenti efficaci per smettere di fumare”, affermazione con la quale concordiamo aggiungendo la convinzione che anche i prodotti senza fumo non devono essere né considerati sani ma meno dannosi.

Le affermazioni americane sono in contrasto con la campagna annuale per smettere di fumare del Regno Unito, Stoptober, che include i prodotti di svapo come opzione primaria per smettere di fumarericonosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale.

Eppure, una nuova ricerca ha dimostrato che l’aumento dell’uso di prodotti a rischio ridotto come sigarette elettroniche e vaporizzatori sta effettivamente portando a una conseguente riduzione delle vendite di sigarette negli Stati Uniti. In una prestampa pubblicata in ottobre, i ricercatori hanno analizzato le vendite di sigarette prima e dopo l’ampia diffusione dello svapo negli Stati Uniti e hanno scoperto che lo svapo ha notevolmente sostituito il fumo a livello di popolazione.

Le tendenze delle vendite di sigarette sono state modellate nel periodo dal 2014 al 2016 prima che i vapers raggiungessero una quota di mercato sostanziale e i dati nel periodo dal 2017 al 2019, quando lo svapo aveva preso piede tra la popolazione dei fumatori.

L’analisi ha preso in considerazione anche i fattori macroeconomici e ha concluso che le vendite di sigarette sono state inferiori nel periodo successivo alla sostanziale quota di mercato delle sigarette elettroniche, con un conseguente “diminuzione del consumo di sigarette” fino al 16%. È stato chiaramente lo svapo di prodotti che ha portato a questo.

Continuando a negare i potenziali benefici dello svapo per la salute pubblica, la FDA, l’ACS e altre organizzazioni di sanità pubblica stanno semplicemente proteggendo il commercio di sigarette con il loro carico di malattia e morte. Un eccesso di zelo e un richiamo al principio di precauzione che contrasta con i rischi certi del fumo di sigaretta.

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