
Nuovo approccio chirurgico per le donne a rischio genetico per cancro ovarico
Le donne portatrici di mutazioni genetiche che aumentano il rischio di sviluppare il tumore ovarico potrebbero trarre beneficio da un nuovo approccio chirurgico. Anziché sottoporsi all’asportazione chirurgica bilaterale delle ovaie e delle tube di Falloppio, ovvero all’ovaro-salpingectomia, per prevenire il cancro, potrebbero ricorrere a una salpingectomia a intervalli con ovariectomia ritardata. Si tratta di un approccio che, pur riducendo il rischio di ammalarsi di cancro, potrebbe portare a una serie di vantaggi, tra cui la diminuzione dei sintomi della menopausa. A indagare la validità della salpingectomia a intervalli con ovariectomia ritardata è lo studio “Women choice surgical prevention” (https://wisp.mdanderson.org/) (WISP), condotto negli Stati Uniti. E’ uno studio multicentrico prospettico non randomizzato che ha esaminato i dati relativi a 183 donne con mutazioni ereditarie nei geni che predispongono al cancro ovarico, alcune delle quali hanno optato per la salpingectomia a intervalli con ovariectomia ritardata (92) e altre per la “tradizionale” salpingo-ovariectomia (91). Lo studio ha incluso portatori di mutazioni BRCA1/2 (87 per cento), quelli con sindrome di Lynch e quelli con mutazioni nei geni RAD51C , BRIP1 e PALB2 .
Sintomi della menopausa
Le donne che hanno optato per la salpingectomia con ovariectomia ritardata sono risultati avere meno probabilità di soffrire di vampate di calore, di secchezza vaginale e aumento di peso 6 mesi dopo l’intervento rispetto alle donne che hanno scelto il trattamento standard. Una quota significativa di pazienti che hanno scelto la salpingo-ovariectomia si sono poi pentite rispetto a chi invece ha optato per il nuovo approccio (14,1 vs 8,7 su una scala di 100 punti). Nel gruppo di donne sottoposte a salpingo-ovariectomia, il punteggio relativo al “rammarico decisionale” è più alto tra le pazienti in terapia ormonale sostitutiva (HRT) rispetto a quelle che non lo erano (14,3 vs 12,5), ma i ricercatori hanno ipotizzato che queste differenze siano dovute alla presenza o meno di una storia di cancro al seno. “Le donne con una precedente storia di cancro al seno, infatti, hanno meno ansia di sottoporsi a interventi di salpingo-ovariectomia per la riduzione del rischio”, dice Karen Lu dell’Anderson Cancer Center di Houston (https://www.mdanderson.org/).
Angoscia e stress per rischio cancro
Nello studio i pazienti hanno ricevuto una consulenza scritta in merito all’età raccomandata per l’ovariectomia. Indagando su quali siano i fattori che più frequentemente portano a rimpiangere questa scelta, solo la depressione è risultata predittiva a 6 mesi. Entrambi i gruppi, dopo l’intervento chirurgico, hanno beneficiato di un calo significativo a 6 mesi dello stress e dell’angoscia legata al rischio cancro, come misurato sulla scala Impact of Events che va da 8 a 32 punti: nel gruppo che ha fatto la salpingo-ovariectomia il punteggio è passato da 19,6 a 10,9 dopo l’operazione, mentre nel gruppo che ha fatto l’ovariectomia “ritardata” il punteggio è sceso da 20,8 a 14. Sul fronte della qualità della vita è stata rilevata una differenza significativa nei punteggi più a favore del gruppo sottoposto a ovariectomia ritardata, mentre non è stata osservata alcuna differenza per i punteggi relativi alla salute mentale. “Finora non abbiamo registrato tumori nell’intervallo dopo la salpingectomia e continuiamo a monitorare attentamente la sicurezza”, dice Lu. “In questo momento, non raccomandiamo la salpingectomia e l’ovariectomia ritardata al di fuori di uno studio clinico”, conclude.
LINK ALLO STUDIO: https://www.medpagetoday.com/meetingcoverage/sgo/78703