
OMS e riduzione del rischio: per molti settori ma non per tutti, ma perché?
L’OMS e la riduzione del danno nella salute pubblica
Nel corso della sua storia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sempre sostenuto interventi e approcci politici volti alla riduzione del danno nella salute pubblica, specialmente per quanto riguarda la lotta contro comportamenti nocivi come l’abuso di alcol e l’uso di droghe. Tuttavia, nonostante riconosca la dipendenza dalla nicotina come una condizione con un impatto drammatico sulle popolazioni con un numero di morti evitabili che solo in Italia supera i 90mila decessi, l’OMS sembra esitare nell’applicare questo principio nella lotta al fumo, nonostante le evidenze scientifiche.
La convenzione quadro sul controllo del tabacco e il principio di riduzione del rischio
La Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco, fin dalla sua origine, ha abbracciato il principio di riduzione del rischio, definendolo all’articolo 1 e considerando la lotta al tabagismo come una serie di strategie mirate a migliorare la salute della popolazione, riducendo il consumo di tabacco. Nel 2015, l’OMS ha affermato che lo sviluppo di nuovi prodotti del tabacco con minor tossicità avrebbe potuto essere parte di un approccio globale per ridurre i decessi e le malattie correlate al tabacco.
Cambiamenti nell’orientamento dell’OMS e della convenzione quadro sul controllo del tabacco
Negli ultimi anni, l’orientamento dell’OMS e della Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco è cambiato, promuovendo l’equiparazione tra sigarette e prodotti senza combustione, suggerendo agli Stati aderenti di regolarli come le sigarette tradizionali o addirittura di vietarne la produzione e commercializzazione. Tuttavia, l’OMS riconosce che tali prodotti riducono l’esposizione alle sostanze dannose rispetto alle sigarette convenzionali.
Evidenze scientifiche sui prodotti senza combustione e la loro equiparazione alle sigarette
Il recente rapporto “Comprehensive Report on Research and Evidence on Novel and Emerging Tobacco Products” dell’OMS afferma che studi indipendenti dimostrano che i prodotti a tabacco riscaldato non generano combustione e che molte sostanze tossiche sono presenti a livelli significativamente inferiori nell’aerosol di HTP. Tra le evidenze citate che giustificano l’equiparazione dei prodotti senza combustione a quelli tradizionali, l’OMS menziona che i danni alle cellule e al materiale genetico sono più significativi dopo l’esposizione all’aerosol degli HTP rispetto all’esposizione all’aria.
Focus sull’assoluto rischio dei nuovi prodotti: impatto sulle raccomandazioni dell’OMS
L’OMS sembra concentrarsi sul fatto che i nuovi prodotti mantengano un profilo di rischio assoluto, anziché determinare il loro rischio relativo in confronto alle sigarette. L’OMS sembra attendersi quindi che possano esistere prodotti per il consumo di nicotina a rischio zero. Sulla base di questo presupposto, le raccomandazioni dell’OMS suggeriscono una regolamentazione sempre più rigorosa dei prodotti senza combustione, equiparandoli alle sigarette, nonostante la loro minore tossicità. Nonostante ciò, la stragrande maggioranza dei fumatori nel mondo continua a utilizzare sigarette convenzionali (solo il 2% utilizza le e-cig secondo i dati Eurostat), senza segni significativi di declino.