Ossa fragili: tutto quello che dovete assolutamente sapere

di Ida Macchi

Osteoporosi sempre più alle strette: l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha appena dato il via libera all’immissione sul mercato del romosozumab, un anticorpo monoclonale umanizzato che contrasta questa malattia silenziosa che toglie resistenza allo scheletro. Evenity, questo il suo nome commerciale, riduce del 73% il rischio di fratture vertebrali e va a dar manforte ai farmaci anti riassorbitivi già esistenti per rallentare la marcia dell’osteoporosi di cui son vittima ben 5 milioni di italiani .“Nonostante ciò, la prima medicina per evitare di ammalarci è la prevenzione, a partire da quel che mettiamo in tavola: è qui che capitalizziamo calcio, materia prima utile a quel turn over tra vecchio e nuovo tessuto osseo che avviene dal primo all’ultimo giorno della nostra vita”, sottolinea il professor Andrea Giustina, docente di endocrinologia all’Università Vita e Salute , Ospedale San Raffaele di Milano, e Presidente della European Hormone and Metabolism Foundation. Insomma, l’osteoporosi non è un destino ineluttabile: se ce ne prendiamo cura, lo scheletro va incontro ad un naturale invecchiamento, come capita ai capelli che si imbiancano o alla pelle che diventa meno tonica, ma non diventare fragile e a rischio frattura. 

Per verificare quanto ne sapete in materia, provate a rispondere a queste domande, messe a punto con il nostro esperto. 

L’osteoporosi è una malattia della menopausa 

Non sempre: con la fine della vita fertile e la caduta degli estrogeni, lo scheletro perde effettivamente parte del suo contenuto minerale ed  è a maggior rischio osteoporosi. Oggi, però, la fragilità ossea coinvolge anche donne sui 40 anni. Le colpe ? Diete eccessivamente restrittive, o sconsiderati regimi vegani portati avanti ad oltranza che sono insufficienti a garantire tutti i nutrienti necessari a mantenere uno scheletro inossidabile.

E’ coniugata solo al femminile 

No: i maschi non ne sono immuni. Negli ultimi 10 anni il numero di fratture del femore nel nostro Paese è aumentato del 27% nelle donne, ma addirittura del 36% nei maschi. E poi, a fronte di una maggior incidenza nel sesso femminile (ne soffre 1 donna su 3 tre over 50 rispetto a 1 uomo su 8 over 60) è proprio nei maschi che l’osteoporosi causa la maggiore mortalità.  Gli uomini, però, spesso sottovalutano il problema. Eppure, anche il loro scheletro risente delle variazioni ormonali dell’invecchiamento che lo rendono più fragile: calo del testosterone e degli estrogeni che circolano anche nell’organismo maschile. 

La quota ideale di calcio quotidiano per un adulto è pari a 1 grammo 

Si, ma solo dai 20 ai 50 anni. Successivamente ne serve 1,2 g : con l’età, la quantità di calcio che si fissa nelle ossa è inferiore a quella che si perde. Per “far quadrare  i conti “ e sapere se con l’alimentazione ne assumiamo la dose ideale possiamo utilizzare il calcio calculator , disponibile  sul sito della International Osteoporosis Foundation (www.osteoporosis.foundation/educational-hub/topic/calcium-calculator). Se è insufficiente, ok ad un integratore, ma mai affidandosi al fai da te: il dosaggio ideale va valutato con il proprio medico perché se si assume troppo calcio aumenta il rischio di calcoli renali.      

Alcuni alimenti riducono l’assorbimento del calcio 

Si. Sul banco degli imputati sale e caffè:  facilitano l’eliminazione del sale minerale con le urine. La soluzione: ridurre il consumo di alimenti ricchi di sodio come olive, cibi in scatola, salumi  e non aggiungere agli alimenti più di un cucchiaino di sale al giorno.  Da ridurre a 3 o 4, invece, i caffè quotidiani. Attenzione anche ad associare nello stesso pasto formaggi  con spinaci, rape , legumi o pomodori: ricche di ossalati,  queste verdure riducono l’assorbimento del calcio. Infine, mai superare i 2 bicchieri di vino, le 3 birre o 1 bicchierino di superalcolico al giorno. Se si eccede, l’alcol altera il lavoro delle cellule deputate a rinnovare il tessuto osseo. 

Vitamina D: fondamentale per contrastare l’osteoporosi 

Si perché solo così l’ intestino assorbe il calcio. Per questo, durante le belle giornate è consigliabile stare al sole, con braccia e gambe scoperte senza utilizzare creme con schermo UV , per almeno mezz’ora: complici gli ultravioletti , l’organismo sintetizza vitamina D . Ok anche all’introduzione nella propria dieta di uova e pesci grassi, fonti alimentari del prezioso micronutriente.   

Il fumo fa male alle ossa 

Si e se a fumare è un’adolescente, il suo scheletro risente dei veleni delle sigarette sin da subito: si è visto che la massa ossea delle fumatrici tra gli 11 e i 19, periodo in cui lo scheletro accumula al massimo i sali minerali che gli danno resistenza, è indietro di ben un anno rispetto a quella delle coetanee che non hanno il vizio delle bionde.  

Chi è molto magro ha uno scheletro più forte

No:  chi è sottopeso  ha poca massa muscolare,il cui compito è proprio quello di stimolare l’osso a rinnovarsi, ogni qualvolta ci si mette in moto. In guardia, però, anche dai chili di troppo: facilitano la produzione di sostanze pro infiammatorie che non sono benefiche per la salute dello scheletro.  La soluzione ? Mantenersi in peso forma.   

Chi non mangia latte e latticini non si assicura il calcio necessario 

No, ma a patto che si orienti su altri alimenti che garantiscono il prezioso minerale: sardine, salmone, alici, sgombri e gamberi (110 – 150 mg. di calcio ogni 100 grammi), per esempio, latterini (circa 900 mg ), rucola (309 mg ) rape , cicoria,  cavolo, carciofi e legumi ( tra 130 e 170 mg ). Ok anche alle alghe (iziki 1400 mg , wakame 1300 mg ) e all’ l’acqua minerale: alcune contengono sino a 300 milligrammi di calcio per litro.

La prima Moc va messa in nota a 65 anni

Si, ma va anticipata da chi ha effettuato cure prolungate con il cortisone (il farmaco deteriora la qualità delle lamelle ossee), soffre di celiachia o di morbo di Crohn (riducono l’assorbimento di calcio), ha avuto forti dimagrimenti, più di 6 mesi con assenza di mestruazioni, o segue rigidissimi regimi vegetariani. Moc prima del tempo anche  se nella propria famiglia d’origine ci sono già state mamma, sorelle, nonne o zie che hanno subito fratture per piccoli traumi, o in caso di menopausa precoce (prima dei 45 anni): lo scheletro beneficia per un tempo minore della protezione degli estrogeni che contrastano la perdita di massa ossea.  

La fragilità ossea è una questione genetica 

Si: chi ha un nonno o una nonna che ha subito una frattura all`anca ha una densità ossea inferiore del 5% e ossa più piccole del 4%. Nonostante ciò, la genetica deve fare i conti con l’epigenetica e quindi con le nostre abitudini :con una giusta l’alimentazione , una dose di raggi solari e di movimento regolari, anche chi ha ereditato ossa più fragili difficilmente andrà incontro all’osteoporosi. 

Le proteine non sono utili alla salute dello scheletro 

No : ne sono necessarie 50 grammi al giorno, garantiti per esempio da 1 uovo + 150 grammi di pesce + 70 grammi di legumi. Solo così  l’organismo riesce a produrre un fattore (l’insulin like growth factor 1) necessario per la costruzione di nuovo tessuto osseo. Gli eccessi invece sono dannosi: un’ alimentazione iperproteica facilita la demineralizzazione  dello scheletro.

L’attività fisica fa bene alle ossa  

Si, soprattutto quella che le obbliga a sostenere il carico del corpo, come camminare, far jogging, giardinaggio o ballare: i  muscoli rilasciano una sostanza  (l’irisina) che agisce sulle ossa lunghe, quelle a maggior rischio frattura, aumentandone la resistenza.   

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