
Ossigenoterapia iperbarica: nuova frontiera della medicina rigenerativa e anti-aging
Ida Macchi
L’ossigeno è vita, lo sappiamo, ma può diventare addirittura un farmaco: merito dell’ossigenoterapia iperbarica (OTI), una delle frontiere più avanzate della medicina rigenerativa e anti aging. L’aria che respiriamo, infatti, non basta per controbattere gli acciacchi del tempo che passa e ce ne vuole una con una pressione almeno 2-3 volte maggiore di quella atmosferica. Insomma, la stessa che si respira in una camera iperbarica, luogo che tutti conoscono come salvavita per gli amanti del diving che incorrono in un incidente da decompressione dopo un’immersione con l’autorespiratore. I suoi effetti sono insospettabili: è in grado di migliorare i meccanismi naturali di guarigione del corpo, di promuove la rigenerazione delle cellule danneggiate e di rallentare i processi di invecchiamento, dimostrandosi una terapia efficace per un’ampia gamma di problemi di salute.
ALLEATA DEL CERVELLO
Gli ultimi studi dimostrano che ha addirittura il potenziale di migliorare le funzioni del cervello. Insomma, una medicina per mettere alle corde le debacle di memoria, linguaggio, capacità di pianificare e di tutte quelle abilità cognitive, ma anche fisiche, che possono perdere smalto o venir meno per colpa di un ictus, dell’invecchiamento o del Post Covid. Ma qual è il segreto dei suoi effetti? “Una variazione nella concentrazione dell’ossigeno: nella camera iperbarica, attraverso una maschera oronasale, il paziente prima inala una miscela respiratoria con una maggior quantità del gas vitale. Poi, torna a respirare nuovamente un’aria con le stesse caratteristiche di quella atmosferica”, spiega il dottor Pasquale Longobardi, ricercatore della Scuola Superiore sant’ Anna di Pisa e direttore del Centro iperbarico di Ravenna . Ed è proprio questa variazione che fa la differenza: “crea un’ipossia, e quindi una carenza di ossigeno, che “inganna” l’organismo, obbligandolo a mettere in campo meccanismi di naturale autoriparazione a 360° perché, come afferma anche l’AIFA, l’ossigeno è un vero e proprio farmaco”, aggiunge il nostro esperto. “Agisce su tutti i 40 triliardi di cellule dell’organismo, compresi i ben 86 miliardi di neuroni che compongono la nostra materia grigia, permettendo loro di funzionare meglio. Infatti, induce un aumento delle sinapsi e innesca processi di neuro plasticità, potenziando quelle capacità di ripararsi e di modificarsi che sono proprie della struttura cerebrale, al top durante l’adolescenza ma progressivamente in calo con l’avanzare degli anni, o dopo un evento traumatico che ha leso il cervello”.
AUTORIPARZIONE
L’ossigeno è un farmaco molto potente perché ha un’azione diretta sui mitocondri, i nuclei energetici di ogni cellula che, a mo’ di batterie, hanno bisogno del gas vitale per funzionare al top. “Grazie alla variazione della percentuale del gas vitale indotta nella camera iperbarica, i mitocondri che sono trasmettitori di segnali iniziano a mandare messaggi al resto del corpo perché inneschi meccanismi di autoriparazione: aumento del flusso sanguigno, produzione di nuovi vasi che bypassano quelli ristretti e occlusi, attivazione delle cellule staminali, maggior produzione di globuli rossi, distruzione di agenti indesiderati come i microbi patogeni, produzione di molecole antinfiammatorie”, spiega il dottor Longobardi. “L’ossigeno induce anche la sintesi del monossido d’azoto, un composto organico volatile dell’organismo fondamentale nel regolare il calibro dei vasi sanguigni di tutto il corpo, allargandoli per esempio quando è necessario ridurre la pressione arteriosa. Ha inoltre il compito di pulire le arterie, evitando che diventino sclerotiche e agisce sulla barriera ematoencefalica, lo scudo che regola l’afflusso di sangue alla nostra materia grigia, in modo che blocchi il passaggio di agenti pericolosi”. Insomma, un mix che gioca a favore della salute generale, compresa quella del cervello.
ANTINVECCHIAMENTO
Ma non basta: l’ossigenoterapia iperbarica allunga anche i telomeri, minuscole porzioni di DNA che rivestono le estremità dei cromosomi di ogni cellula e che li proteggono dal deterioramento del loro materiale genetico. “Sono delle sorte di orologi biologici e, una volta che si sono ridotti, inducono una morte programmata della cellula” aggiunge il dottor Longobardi. “Il loro allungamento ne prolunga invece la vita, e l’ossigenoterapia agisce perciò anche da medicina che rallenta l’invecchiamento e che lavora a favore della longevità cellulare”. Infatti sono in corso studi per approfondire questi effetti ed è imminente un congresso promosso dalla Associazione Pazienti Trattati in Iperbarismo (As.Pa.T.I ) per verificare se, complice anche l’azione sui telomeri, l’ossigenoterapia iperbarica può tradursi in un rimedio per le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson.
DOVE
Nel nostro Paese ci sono ben 50 centri di medicina iperbarica, attivi nei centri ospedalieri pubblici delle maggiori città italiane (il loro elenco è disponibile sul sito della Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica, SIMSI), ma esistono anche centri privati convenzionati che rientrano nell’Associazione Nazionale dei Centri Iperbarici Privati ( ANCIP). Numerose le prestazioni che possono essere effettuate con il SSN: rientrano nei LEA ( Livelli Essenziali di Assistenza),ma variano da Regione a Regione. Tra le principali patologie curate: sordità improvvisa, patologie delle ossa come la necrosi del femore o le infezioni ossee, lesioni cutanee (venose, diabetiche, o legate a radioterapia, per esempio), infezioni molto gravi come la gangrena e ovviamente gli avvelenamenti da monossido di carbonio. Non rientrano invece le patologie neurologiche, anche perché per il loro trattamento, oltre alla medicina iperbarica è necessario l’intervento di un equipe multispecialistica (logopedista, psicologo, fisiatra, per esempio), disponibile invece nei centri privati più avanzati. In genere una seduta costa 90 euro e per ridare smalto alle funzioni cerebrali ne sono necessarie almeno 20. Dopo, in genere è previsto un richiamo di 10 sedute, ogni 3-4 mesi.