Papavero da oppio: rimedio medicinale dai tempi dell’antichità

Redazione

Il papavero da oppio è una pianta che ha una lunga storia come rimedio medicinale. Già nell’antichità, questa pianta veniva utilizzata per alleviare il dolore e curare molte malattie. I Sumeri, ad esempio, circa 5000 anni fa, conoscevano già le proprietà analgesiche del papavero da oppio e lo utilizzavano per alleviare il dolore dei malati. Successivamente, anche gli Egizi e i Greci iniziarono ad utilizzare il papavero da oppio come rimedio terapeutico. I Romani invece lo utilizzavano soprattutto come anestetico per le loro operazioni chirurgiche. Oggi, il papavero da oppio è ancora utilizzato in medicina, ma solo sotto stretto controllo medico a causa del rischio di dipendenza e abuso.

Nel Seicento, il papavero da oppio veniva somministrato dai medici dell’epoca ai pazienti dell’Ospedale Cà Granda per le sue proprietà sedative, oltre che per il trattamento dell’algesia e in qualità di antitussivo: lo ha scoperto un team di scienziati dell’Università Statale di Milano che ha recentemente pubblicato l’articolo su Scientific Reports. (https://www.nature.com/articles/s41598-023-27953-1).

La ricerca è stata coordinata da Gaia Giordano, dottoranda in Medicina Traslazionale (supervisore Prof. Francesco Sardanelli) presso il laboratorio di analisi chimico-tossicologiche forensi del Dipartimento di Scienze Biomediche della Salute della Statale di Milano e da Mirko Mattia, curatore e conservatore della CAL (Collezione Antropologica del LABANOF) e del MUSA (Museo Universitario delle Scienze Antropologiche, Forensi e Mediche per i Diritti Umani), sotto la guida di Cristina Cattaneo, direttrice del LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense), del MUSA e della CAL e Domenico Di Candia, tossicologo forense presso il laboratorio di analisi chimico-tossicologiche forensi.

Gli studi si sono concentrati in particolare sui resti ossei custoditi nel Sepolcreto della Cà Granda, rinvenuti durante alcuni scavi e analizzati con tecniche innovative di archeotossicologia, disciplina focalizzata sul rilevamento di evidenze chimico-analitiche nei resti ossei con l’obiettivo di far luce sulle pratiche terapeutiche di una determinata epoca.

Il gruppo di studio ha analizzato nove encefali ben conservati assieme ai loro crani di origine. I risultati delle analisi tossicologiche, eseguite mediante cromatografia liquida accoppiata a spettrometria di massa triplo-quadrupolo, hanno rilevato la presenza di molecole presenti nel papavero da oppio (Papaver somniferum), ovvero morfina, noscapina, papaverina e codeina, evidenziando la presenza dei principi attivi dell’oppio in sei dei nove soggetti sottoposti ad analisi.

L’Ospedale Maggiore di Milano del 1600, noto come La Ca’ Granda dei milanesi, è stato uno degli ospedali più importanti e innovativi di tutto il Rinascimento e dell’Età Moderna sia sul fronte italiano sia europeo”, spiega Gaia Giordano“Forniva infatti assistenza gratuita alla popolazione povera di Milano, aveva medici e chirurghi specializzati, strette norme igienico-sanitarie e un’ampiafarmacopea ospedaliera: è proprio per questo che per noi è stato importante essere parte di un progetto di ricerca multidisciplinare per lo studio degli individui riportati alla luce grazie agli scavi”.

“I risultati ottenuti in questo lavoro costituiscono il primo rapporto sul rilevamento di oppio in reperti ossei archeologici. Questi dati hanno contribuito a fare maggiore chiarezza sulle terapie farmacologiche somministrate ai pazienti della Ca’ Granda e hanno arricchito la conoscenza della comunità scientifica riguardo alle pratiche mediche e farmacologiche della Milano del 1600”, concludono Mirko Mattia Lucie Biehler-Gomez, paleopatologa del LABANOF e co-autrice della pubblicazione.

Inizialmente, il papavero da oppio veniva utilizzato come analgesico per alleviare il dolore, ma con il passare del tempo, è stato scoperto che la morfina, uno dei principali alcaloidi contenuti nel papavero, aveva anche proprietà sedative e antispasmodiche. Questo ha portato all’uso del papavero da oppio come anestetico e come trattamento per la tosse e la diarrea. Oggi, la morfina è ancora utilizzata come analgesico in ambito medico, ma sono stati sviluppati anche altri farmaci derivati dal papavero da oppio, come la codeina e l’ossicodone, che vengono utilizzati per il trattamento del dolore moderato e grave.

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