Per portare l’acqua al proprio mulino, ci vuole un bosco

di Anna Benedetto

 

Dimora di fate, briganti e mostri delle fiabe, rifugio dell’anima o “selva oscura”: il bosco, nel nostro immaginario, è il luogo in cui avviene il cambiamento.

Questa “vocazione” deriva da una legge di Natura: poiché i boschi sono i maggiori sequestratori di anidride carbonica (CO2), il principale gas ad effetto serra, e restituiscono in cambio ossigeno, vitale per la maggior parte degli esseri viventi.

Ci sono imprenditori, come la storica azienda molitoria Agugiaro & Figna Molini  che per il futuro hanno già vinto la scommessa della sostenibilità. Producono farine pregiate da quasi due secoli ma, intorno al loro mulino, hanno voluto creare un bosco in grado di compensare totalmente le emissioni di CO2, derivanti dall’attività produttiva.

E, a solo un anno dalla piantumazione della prima pianta, il Bosco del Molino  a Collecchio (Parma) inaugura oggi giovedì 17 novembre la prima edizione dello “Science International Open Day – Bosco del Molino”.

Il Bosco adiacente lo stabilimento di Collecchio

Un ’eco-sistema boschivo e culturale

Nato il 21 novembre del 2021 (in occasione della IX Giornata Nazionale degli Alberi) a Collecchio (Parma), il Bosco del Molino, è il polmone verde di Agugiaro & Figna Molini, in collaborazione con il CINSA (Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienze Ambientali).

Si tratta di una superficie di 13 ettari, adiacente alla sede di Collecchio, che dà dimora a 18mila piante (tra arbusti, alberi ed essenze officinali) e che assorbirà fino a 220.000 kg all’anno di CO2, compensando le emissioni totali degli impianti dell’azienda dei suoi quattro stabilimenti (Curtarolo, Collecchio, Magione e Rivolta d’Adda). 

L’Italia, grazie al Bosco del Molino, è fra i quattro siti pilota al mondo (con Repubblica Ceca, Qatar e Thailandia)  per un progetto internazionale sulla corrosione dei metalli coordinato dal Research Institute Svedese (RISE).

Il Bosco – nelle intenzioni degli industriali della farina – è un presidio di sostenibilità futura. Ospiterà progetti di ricerca, formazione e cultura per il mondo accademico, i loro clienti, fornitori e dipendenti. 

 

Le “voci” del Bosco

Come dichiara Alberto Figna,  presidente Agugiaro e Figna Molini, in una puntata del podcast del Bosco:

«Mi sono sempre visto come traghettatore. La mia funzione mi è stata sempre molto chiara perchè mi è stata insegnata dai miei avi. L’intento è cercare di lasciare a chi verrà dopo di noi un’azienda, una casa, un mondo, molto meglio di come lo abbiamo trovato quando abbiamo avuto la responsabilità di prendercene cura».

Alberto Figna durante la piantumazione del bosco

L’idea che ispira Il Bosco del Molino è quella di restituire al territorio e alle generazioni future le migliori condizioni possibili di vita. Salvaguardare la terra significa proteggere noi stessi e tutto ciò che da essa trae origine.

Anche in merito alle modalità per perseguire questo progetto, Figna ha le idee chiare: «Noi cerchiamo di fare qualcosa in ottica di futuro e non in ottica di valore per l’azionista immediato. Sennò avremmo fatto altre scelte. Io trovo che la conoscenza degli effetti veri di ciò che stiamo facendo ce l’abbia solo lo 0, 001%. Io penso che istituire un corso su quello che sia la conoscenza dell’ambiente e di quelle che sono le ricadute di ogni nostra scelta quotidiana, sarebbe davvero molto importante. Potrebbe generare un approccio molto più serio e competente e di conseguenza molto più efficace di quello che sta avvenendo adesso» .

Ripartire dalla terra e dal territorio è pratica nota ed inevitabile per  chi, da generazione, vive dei frutti della terra. Il tempismo e la consapevolezza dei cicli agricoli e produttivi è imprescindibile anche nell’ottica di un progetto di sostenibilità, da ritenersi veramente a fuoco.

«Adesso – continua Figna – è “di moda” parlare di auto elettriche e nessuno sa cosa voglia dire scavare della terra in Congo per estrarre il litio, nessuno sa cosa faremo delle batterie usate quando non funzioneranno più o dei pannelli solari… Nessuno sa quello che succederà dopodomani. Molti pensano all’oggi. Ma nessuno pensa al domani o addirittura all’anno prossimo».

Agugiaro & Figna è partner di Slow Food, con cui collabora per portare avanti progetti legati alla biodiversità, il cibo sano e salutare, oltre al rispetto dei territori e dell’ambiente.

 

Riccardo e Giorgio Agugiaro (foto: Matteo Danesin) e Alberto Figna

 

Il programma della giornata:

A seguire il programma del Science International Open Day – Bosco del Molino che si svolgerà il 17 novembre 2022 a Collecchio (PR):

– 9.00 arrivo dei ricercatori in campo, presentazioni e presa visione del sito e dello scavo con loro misurazione ed approvazione od eventuali modifiche;

– 9.40 trasporto dei campioni di lastre metalliche nella tre trincee nella radura preposta;

– Dalle 10.00 fino alle 14.00 circa collocazione delle 393 lastre dei differenti metalli con posizionamento in Gps, foto e prelievo campioni di terreno;

– 14.00 – 15.00 copertura delle tre trincee;

– 16.00 considerazioni dei ricercatori e fine lavori. 

In giornata saranno anche resi noti i nomi dei dieci studenti finalisti del bando di tesi di Laurea (6 Studentesse e 4 Studenti) indetto dal Consorzio Interuniversitario Nazionale per le Scienze Ambientali (CINSA) e sostenuto da Agugiaro & Figna Molini e dal Centro Servizi “Bosco del Molino”. 

Il bando, riservato ai corsi di laurea a indirizzo Ambientale, Agronomico e Forestale, ha l’obiettivo di supportare e affiancare giovani studiosi e ricercatori impegnati nelle Università di Emilia-Romagna, Lombardia, Umbria e Veneto, ovvero le quattro regioni in cui la storica azienda molitoria è presente con le sue differenti sedi, nella realizzazione di progetti dedicati all’ambiente. Il bando rappresenta la capacità de “Il Bosco del Molino” di unire la cultura di fare impresa con l’etica, l’eco-sostenibilità, la cultura e l’estetica. 

Negli ultimi 10 anni sono diverse le azioni messe in capo dall’azienda in quest’ottica: l’approvvigionamento di energia proveniente da sole fonti rinnovabili per l’alimentazione degli stabilimenti molitori; l’utilizzo di sola carta certificata FSC per il confezionamento delle farine; la creazione e il mantenimento di 4 filiere produttive certificate, per la coltivazione di grani antichi e da agricoltura sostenibile attraverso pratiche di precisione, di grani biologici volti al mantenimento di varietà colturali.

 

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