
Più casi di pubertà precoce durante il Covid
Redazione
Alcune ragazze hanno iniziato la pubertà prima degli 8 anni durante la pandemia di COVID-19, un fenomeno chiamato pubertà precoce, dicono i ricercatori.
Le ragioni includono potenziali fattori di rischio come l’aumento del tempo davanti agli smartphone e una diminuzione sostanziale di esercizio fisico. E’ quanto ha rivelato un nuovo studio, pubblicato online il 3 agosto sul Journal of the Endocrine Society e condotto in Italia.
Nella pubertà precoce, i corpi dei bambini iniziano a trasformarsi in corpi adulti troppo presto, prima del range dei canonici 8-14 anni, considerati normali.
Il numero di ragazze indirizzate agli endocrinologi pediatrici per la pubertà precoce è aumentato sostanzialmente negli ultimi due anni, hanno scoperto i ricercatori. Il motivo: un aumento di peso e obesità, noto come fattore di rischio della pubertà precoce nelle ragazze a causa della capacità del grasso di secernere ormoni.
“Il nostro studio conferma l’aumento delle diagnosi di pubertà precoce durante il COVID-19 e identifica fattori che contribuiscono come cattive abitudini alimentari ed esercizio fisico scarso, troppo tempo sullo schermo e sonno alterato“, ha detto l’autore dello studio Dr. Mohamad Maghnie, dell’Università di Genova e dell’Istituto Giannina Gaslini in Italia.
I ricercatori hanno studiato i dati sui tassi di pubertà precoce prima e dopo la pandemia in 133 ragazze in Italia. Hanno anche considerato la possibile relazione tra il COVID-19 e i cambiamenti dello stile di vita legati alla pandemia. Hanno trovato 72 casi di pubertà precoce tra gennaio 2016 e marzo 2020 e 61 tra marzo 2020 e giugno 2021.
Le ragazze con diagnosi di pubertà precoce durante la pandemia tendevano ad avere un BMI più alto rispetto alle altre ragazze ed erano aumentate di peso a causa del maggior tempo trascorso tra le mura domestiche. Inoltre trascorrevano una media di due ore al giorno di fronte a dispositivi elettronici con circa l’88,5% di loro (tra quelle intervistate per la ricerca), che durante la pandemia ha interrotto del tutto l’attività fisica.
In Italia il fenomeno era stato già osservato con i casi di pubertà precoce o anticipata osservati nel semestre marzo-settembre 2020 più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2019. Dato dimostrato da uno studio osservazionale coordinato dall’Ospedale Bambino Gesù che ha coinvolto i centri di Endocrinologia pediatrica dell’Ospedale Gaslini di Genova, del Policlinico Federico II di Napoli, dell’Ospedale Pediatrico Microcitemico di Cagliari e della Clinica Pediatrica Ospedale di Perugia. In totale sono stati rilevati 338 casi contro i 152 dell’anno precedente, con un aumento pari al 122%. Il fenomeno ha interessato soprattutto bambine di età intorno ai 7 anni.
La pubertà precoce è intesa come maturazione sessuale che si verifica prima degli 8 anni nelle bambine e prima dei 9 anni nei maschi. E’ una condizione rara che riguarda da 1 a 6 nati ogni 1000. Il corpo del bambino inizia a trasformarsi in adulto prima del tempo, con un’accelerazione dello sviluppo dei caratteri sessuali e una rapida chiusura delle cartilagini di accrescimento osseo: questi bambini quindi crescono velocemente in altezza, ma per un tempo più breve che li porta ad avere una statura inferiore alla media da adulti.
Stress, isolamento sociale, dell’aumento dei conflitti tra i genitori, problemi economici sono altri fattori che dovranno essere indagati insieme all’aumento dell’uso di disinfettanti per le mani e le superfici, indagati sarebbero quindi le sostanze chimiche che, ad alte dosi, potrebbero agire come ‘interferenti endocrini’ e alterare il normale funzionamento ormonale. Ipotesi da verificare ma alla quale si guarda con interesse.
FONTE: Journal of the Endocrine Society, comunicato stampa, 3 agosto 2023