Povertà e criminalità: effetti sul cervello dei neonati

Di redazione

Sommario: i bambini nati da madri che vivono in povertà hanno volumi più piccoli di materia grigia e bianca in tutto il cervello. Inoltre, i bambini nati da madri che vivono in aree ad alta criminalità hanno mostrato differenze nell’attività cerebrale rispetto a quelli le cui madri vivevano in aree più sicure. I nati da madri che hanno subito un crimine avevano connessioni neurali più deboli tra le aree cerebrali che controllano ed elaborano le emozioni. Lo stress materno, affermano i ricercatori, potrebbe essere un fattore principale nelle differenze nella neuroanatomia e nella connettività cerebrale.

Povertà e criminalità possono avere effetti devastanti sulla salute dei bambini, anche quelli non ancora nati. Un nuovo studio dei ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis suggerisce che alcuni fattori ambientali influenzano la struttura e la funzione dei giovani cervelli anche prima che i bambini facciano il loro ingresso nel mondo. E che ‘assorbano’ fattori negativi dall’organismo e dalle emozioni della madre in gravidanza.

Lo studio è stato appena pubblicato su JAMA Network Open: rilevando differenze nelle scansioni MRI eseguite su neonati sani. Le rilevazioni hanno indicato che i bambini di madri che affrontavano svantaggi sociali come la povertà tendevano a nascere con cervelli più piccoli rispetto ai bambini le cui madri avevano redditi familiari più elevati.

Le scansioni MRI di neonati a termine nati da madri che vivono in povertà hanno rivelato volumi più piccoli in tutto il cervello – inclusa la materia grigia corticale, la materia grigia sottocorticale e la materia bianca – rispetto a quelli trovati nel cervello dei bambini le cui madri avevano redditi familiari più elevati.

Le scansioni,  condotte solo da pochi giorni a settimane dopo la nascita, hanno anche mostrato prove di un minor ripiegamento del cervello tra i bambini nati da madri che vivono in povertà. Poche pieghe e meno profonde significano immaturità cerebrale. Il cervello umano sano si piega man mano che cresce e si sviluppa, fornendo alla corteccia cerebrale una superficie funzionale più ampia.

Un secondo studio sui dati dello stesso campione di 399 madri e dei loro bambini –apparso sulla rivista Biological Psychiatry – riporta che le madri incinte provenienti da quartieri con alti tassi di criminalità hanno dato alla luce bambini il cui cervello funzionava in modo diverso durante le prime settimane di vita rispetto ai bambini nati da madri che vivono in quartieri più sicuri.

Le scansioni MRI funzionali di bambini le cui madri sono state esposte al crimine hanno mostrato connessioni più deboli tra le strutture cerebrali che elaborano le emozioni e le strutture che aiutano a regolare e controllare quelle emozioni, probabilmente a causa dello stress materno.

“Questi studi dimostrano che le esperienze di una madre durante la gravidanza possono avere un impatto importante sullo sviluppo cerebrale del suo bambino“, ha affermato Christopher D. Smyser, MD, uno dei principali ricercatori. La riduzione del danno quindi è un concetto che non solo percorre la vita ma può essere inserita anche come prevenzione prenatale, limitando al massimo lo svantaggio sociale e fornendo aiuti concreti alle donne in gravidanza.

Nello studio sugli effetti della povertà, i ricercatori si sono concentrati su 280 madri e sui loro neonati. La prima autrice Regina L. Triplett, MD, una borsista post-dottorato in neurologia, si aspettava di scoprire che la povertà materna – indicata nel documento come svantaggio sociale – potesse influenzare lo sviluppo del cervello dei bambini. Ma si aspettava anche di vedere gli effetti dello stress psicosociale, che include misure di esperienze di vita avverse, nonché misure di stress e depressione.

“La nostra preoccupazione è che quando i bambini iniziano la vita con queste strutture cerebrali più piccole, i loro cervelli potrebbero non svilupparsi in modo sano come il cervello dei bambini le cui madri vivevano in famiglie a reddito più elevato” ha dichiarato l’autrice.

Nel secondo studio, che implicava la vita in quartieri ad alta criminalità come fattore di connessioni funzionali più deboli nel cervello dei neonati, la prima autrice Rebecca G. Brady, una studentessa laureata nel programma di formazione per scienziati medici dell’università, ha scoperto che, a differenza degli effetti di povertà, gli effetti dell’esposizione alla criminalità si sono concentrati su particolari aree del cervello dei bambini, quelle che regolano le emozioni.

Ridurre la povertà e abbassare i tassi di criminalità sono obiettivi ben consolidati di politica pubblica e salute pubblica in tutto il mondo. E i ricercatori ritengono che proteggere le future mamme dal crimine e aiutarle a uscire dalla povertà farà di più che migliorare la crescita del cervello e le connessioni nei loro bambini. 

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