PrEP: un’arma in più contro l’HIV

Di Ida Macchi 

Stando agli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, relativi al 2020, l’incidenza dell’HIV in Italia  è stata inferiore a quella media dell’Unione europea ( 2,2 rispetto a 3,3 ogni 100 mila persone ), ma la percezione della circolazione dell’HIV è ancora molto bassa, soprattutto tra i giovani, anche se è proprio nella fascia tra i 25 e i 29 anni che si registra la maggioranza dei contagi. 

Non solo: sei su dieci delle nuove diagnosi di HIV vengono fatte in ritardo e quindi quando il sistema immunitario è già messo a dura prova, o addirittura quando ci sono già sintomi di AIDS. Risultato: ritardo anche al ricorso alle terapie antiretrovirali che risultano meno efficaci. La prevenzione diventa quindi un must  e oggi ,accanto al preservativo, esiste un’ulteriore arma per proteggersi dall’HIV: è la PrEP, terapia che in America va per la maggiore. Infatti, nelle 48 contee d’America considerate “calde” per l’HIV,  come quella di Meclemburgo che storicamente ha avuto uno dei tassi di infezione più alti della nazione, si stanno aprendo ambulatori dedicati a persone che sono sottoassicurate o non assicurate in modo che possano ricevere la terapia gratuitamente, attraverso un programma di assistenza medica.  Ma in cosa consiste la PrEP e come accedervi in Italia?

DUE FARMACI ANTIRETROVIRALI COME SCUDO

La PrEP è una profilassi pre-esposizione e quindi una terapia che va utilizzata a scopo preventivo, prima di un rapporto sessuale o di un comportamento a rischio, per evitare di infettarsi. “Sono pastiglie con una combinazione di due farmaci anti-HIV (tenofovir disoproxil ed emtricitabina ) che impediscono al virus di riprodursi nel corpo, offrendo una copertura pari al 99%”, spiega il dottor Massimo Cernuschi, infettivologo , presidente dell’Associazione Solidarietà AIDS ( A.S.A.) e di Milano Check Point . “Possono essere assunte sia da donne che uomini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, ma solo se sono sieronegativi. Le prescrive un infettivologo, dopo aver effettuato uno screening che, oltre a valutare la negatività all’HIV, prende il polso della salute sessuale generale di chi vuole accedere alla PrEP: per ridurre tutti i rischi a cui può andare incontro. Infatti, sono previsti test sierologici anche per altre infezioni a trasmissione sessuale: per l’epatite A e B, da cui è possibile proteggersi con le vaccinazioni, e per la sifilide, l’epatite C e le infezioni da gonococco e da clamidia, che possono essere curate con farmaci specifici. Obiettivo: prevenire  l’HIV ma far sì che chi si affida alla PreP possa avere una vita sessuale serena a 360°. Viene valutata anche la funzionalità dei reni e del fegato: i farmaci per la profilassi sono ben tollerati, ma come capita con altri medicinali, questi organi sono in prima linea nel loro smaltimento. Importante che lavorino bene. Anche per questo, una volta iniziata la profilassi, la funzionalità renale viene periodicamente ricontrollata”. 

UNO SCHEMA PRECISO  

Ma come vanno assunte le compresse: solo al bisogno  o quotidianamente ? “Esistono due possibilità”, spiega il dottor Cernuschi, “la PrEP continuativa che prevede l’assunzione di una pillola al giorno, ideale per chi vuole una protezione continua, ma anche quella indicata per le donne. Il farmaco si concentra meno a livello vaginale ed è quindi necessaria almeno una settimana di profilassi prima che eserciti la sua protezione. La seconda modalità di assunzione , indicata per gli uomini che non vogliono una copertura in continuum, prevede invece questo schema: due compresse da assumere 2-24 ore prima di un rapporto sessuale, seguite da una sola pillola 24 ore dopo le prime due e da un’ulteriore pillola a 48 ore di distanza dall’inizio della profilassi. Lo schema cambia se si hanno rapporti nei giorni successivi. Questo viene spiegato alle persone durante la prima visita. Stessa posologia, invece, ogni qualvolta si ha un nuovo rapporto sessuale e si vuole la sicurezza di non infettarsi  con l’Hiv. Nonostante ciò, anche se la profilassi è efficace, non bisogna dimenticare che non protegge dalle tante altre infezioni a trasmissione sessuale che possono approfittare dei momenti di intimità per passare da un partner all’altro. Insomma, il preservativo rimane sempre un must”.  

A CHI RIVOLGERSI 

A chi rivolgersi per avviare il percorso PrEP? Per chi vuole farlo in uno spazio di accoglienza extraospedaliero, in Italia esistono due punti gestiti da operatori alla pari, psicologi e medici volontari che possono offrire tutte le informazioni necessarie, oltre allo screening necessario per avviare la profilassi e i controlli successivi  ( il primo dopo 2 mesi i successivi dopo ogni 4 )per monitorare la positività o meno a infezioni sessualmente trasmesse: uno è l’associazione Milano Check Point  (www.milanocheckpoint.it ) aperta in via Giovanni Battista Pergolesi 15, a Milano, l’altro  è il BLQ checkpoint (http://www.blqcheckpoint.it ), sito in via san Carlo 42, a Bologna, gestito da Plus onlus . In alternativa si può consultare l’elenco dei centri ospedalieri che offrono il percorso PrEP , disponibile su www.preinfo.it . La profilassi non viene rimborsata dal SSN e ogni confezione di 30 compresse del farmaco generico costa circa 60 euro. 

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