
Proteggere i neuroni? Ci pensa la citicolina
Ida Macchi
E’ una molecola alleata della salute del cervello e proprio per questo è stata recentemente al centro del “Citicolina day”, appuntamento scientifico internazionale che per due giorni, a Genova, ha puntato i riflettori sulle sue possibili applicazioni e sulle sue potenzialità. Il primo punto a suo favore: “proteggere i neuroni dai processi degenerativi che, complice l’invecchiamento, possono togliere smalto alle nostre funzioni cognitive, soprattutto alla memoria a breve termine, facilmente compromessa negli over 65”, spiega il dottor Pietro Gareri, geriatra responsabile del Centro disturbi cognitivi e demenze di Catanzaro Lido, ASP Catanzaro. “E’ inoltre un potente alleato di terapie che rallentano la progressione di alcune malattie del sistema nervoso: il Parkinson (lavora in sinergia con la levodopa usata per il suo trattamento), il deficit cognitivo isolato che si manifesta spesso con vuoti di memoria e problemi di concentrazione e la demenza vascolare che, per colpa di una diminuzione o di un black out nella normale circolazione sanguigna del cervello, innesca un’irreversibile deterioramento delle cellule della nostra materia grigia. E’ utilizzata anche in associazione alle normali terapie per l’Alzheimer e per il glaucoma: riduce i danni indotti sul nervo ottico dall’eccessiva pressione intraoculare”. Insomma, un’arma in più per contrastare malattie che nel nostro Paese sono declinate con numeri tutt’altro che indifferenti: stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 1 milione gli italiani che soffrono di demenza, circa 900mila quelli che hanno un deficit cognitivo isolato, 300 mila quelli affetti da Parkinson , 600 mila quelli che soffrono di Alzheimer e 1 milione e 200 mila quelli con il glaucoma.
Recupero dopo un ictus
Ma c’è di più: per la prima volta, la molecola ha dimostrato di possedere un ulteriore punto a suo favore perché è in grado di riattivare i neuroni della memoria nei pazienti che hanno subito un ictus. E’ quanto emerge da uno studio condotto da Università e Spedali Civili di Brescia , presentato proprio al Citicolina day, che ha evidenziato come la molecola riporti alla normalità le vie colinergiche, ovvero le reti di neuroni posti nella zona frontale del cervello che regolano funzioni superiori come pensiero e ricordo. Alla luce di questi risultati, perciò, è stato avviato un ulteriore studio di 24 settimane condotto sempre dagli Spedali Civili di Brescia in collaborazione con l’IRCCS Santa Lucia di Roma, per misurare gli effetti clinici della molecola e l’eventuale miglioramento nei test neuropsicologici dei pazienti che partecipano allo studio. Se i primi dati saranno ulteriormente confermati la citicolina potrà essere un aiuto in più per quei 930 mila malati che convivono con le conseguenze invalidanti di un ictus.
Potente neuroprotettore
Ma quali sono i segreti dei suoi effetti sulla salute cerebrale? “Una volta ingerita, la molecola viene metabolizzata in colina, un precursore dell’acetilcolina, uno dei più importanti neurotrasmettitori che aiuta a regolare le trasmissioni tra i neuroni”, spiega il dottor Gareri. “In particolare, incrementa l’attività dei mitocondri , il cuore energetico delle cellule cerebrali e agisce sulla sintesi di altri neurotrasmettitori, come la dopamina e la noradrenalina, e sui processi di generazione delle sinapsi. Ha inoltre un ruolo nel contrastare l’apoptosi, il processo che determina la morte programmata delle cellule danneggiate, e concorre alla sintesi dei fosfolipidi, i principali componenti dei neuroni che aiutano a migliorare la comunicazione intercellulare e che agiscono come trasmettitori principali degli impulsi nervosi. Incrementa anche il flusso sanguigno cerebrale e protegge le strutture neurali dai danni dei radicali liberi. Risultato: rallenta e addirittura inverte il deterioramento cognitivo, incrementando concentrazione e memoria , visiva, uditiva e spaziale”. Insomma, un vero e proprio ricostituente per le funzioni superiori della nostra materia grigia.
Come si usa
La citicolina può essere assunta per via intramuscolare, endovenosa o sotto forma di bustine, flaconcini o compresse da prendere per bocca. In Italia è un farmaco in classe C, e quindi a totale carico del paziente, mentre in Spagna dopo un ictus viene dispensato gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale. Può essere prescritta dal medico di base o da uno specialista (neurologo, geriatra , psichiatra o oculista)e la dose ideale è di 500 mg-1 grammo al giorno, da somministrarsi per alcuni mesi. “In commercio esistono anche integratori (quindi di libera vendita) che contengono la molecola e che possono essere adatti per sostenere le funzioni del cervello se magari ci si accorge che la memoria ‘inizia a perdere i colpi’. No, però, al fai da te: a volte lapsus e dimenticanze sono solo l’effetto di un periodo di stress. Sempre meglio parlarne con il proprio medico, per verificare l’adeguatezza della prescrizione”, conclude il dottor Gareri.