
Respirare modella il nostro cervello, un nuovo studio rivela come
di Valentina Arcovio
“Fai un respiro profondo e conta fino a dieci”. E’ un mantra che probabilmente molti di noi si sono ripetuti in testa in molte occasioni o lo abbiamo ripetuto a persone a noi care in determinanti momenti. Quasi come si fosse inconsciamente consapevoli che la respirazione possa avere un effetto calmante in situazioni stressanti. Ora però il professore Micah Allen del Diapartimento di Medicina clinica dell’Università di Aarhus, in Danimarca, si è avvicinato ancora di più a capire come l’atto stesso di respirare modella il nostro cervello. Le conclusioni del suo studio sono state pubblicate sulla rivista Psychological Review. Con il suo team di ricerca, Allen ha preso in esame i risultati di oltre una dozzina di studi basati sull’imaging e condotti su roditori, scimmie e sul cervello umano. Tutte queste informazioni hanno permesso loro di realizzare un nuovo modello computazionale che spiega come la nostra respirazione influenza il cervello.
I ritmi cerebrali sono legati al ritmo del nostro respiro
“Quello che abbiamo scoperto è che, in molti diversi tipi di compiti e di diversi tipi di animali, i ritmi cerebrali sono strettamente legati al ritmo del nostro respiro”, spiega Allen. “Siamo più sensibili al mondo esterno quando inspiriamo, mentre il cervello si sintonizza di più quando espiriamo. Questo – continua – è anche in linea con il modo in cui alcuni sport estremi usano la respirazione, ad esempio i tiratori scelti professionisti vengono addestrati a premere il grilletto alla fine dell’espirazione”. Lo studio indica che la respirazione è più di una semplice azione che facciamo per rimanere in vita. “Suggerisce che il cervello e la respirazione – dice Allen – sono strettamente intrecciati in un modo che va ben oltre la sopravvivenza, per influenzare effettivamente le nostre emozioni, la nostra attenzione e il modo in cui elaboriamo il mondo esterno. Il nostro modello suggerisce che esiste un meccanismo comune nel cervello che collega il ritmo della respirazione a questi eventi”.
La respirazione influisce sulla nostra salute mentale
Capire come la respirazione modella il nostro cervello e, per estensione, il nostro umore, i nostri pensieri e comportamenti, è un obiettivo importante per prevenire e curare meglio le malattie mentali. “La difficoltà di respirazione è associata a un aumento molto grande del rischio di disturbi dell’umore come ansia e depressione”, sottolinea Allen. “Sappiamo che respirazione, malattie respiratorie e disturbi psichiatrici sono strettamente collegati”, aggiunge. “Il nostro studio solleva la possibilità che i prossimi trattamenti per questi disturbi possano essere trovati nello sviluppo di nuovi modi per riallineare i ritmi del cervello e del corpo, piuttosto che trattarli in maniera isolata”, spiega lo scienziato. Stabilizzare la nostra mente attraverso la respirazione è una tattica ben nota e utilizzata in molte tradizioni come lo yoga e la meditazione. Il nuovo studio fa luce su come il cervello lo rende possibile. Suggerisce che ci sono tre percorsi nel cervello che controllano questa interazione tra respirazione e attività cerebrale. Indica anche che il nostro schema di respirazione rende il cervello più “eccitabile”, il che significa che è più probabile che i neuroni si attivino durante determinati periodi della respirazione.
Nuovi studi sul legame tra respirazione e cervello
Il nuovo studio offre ai ricercatori un nuovo obiettivo per ricerche, ad esempio su persone con disturbi respiratori o dell’umore, e Allen e il suo gruppo hanno già avviato nuovi progetti sull’argomento. “Abbiamo una varietà di progetti in corso – riferisce lo scienziato – che stanno sia costruendo che testando varie parti del modello che abbiamo proposto. La studentessa Malthe Brændholt sta conducendo studi innovativi di imaging cerebrale negli esseri umani, per cercare di capire come diversi tipi di percezione emotiva e visiva siano influenzati nel cervello dalla respirazione”. I ricercatori stanno anche collaborando con il team di Pneumologia dell’Ospedale Universitario di Aarhus, dove gli strumenti sviluppati in laboratorio vengono utilizzati per capire se una persona che soffre di Long Covid può avere interruzioni nell’allineamento respiro-cervello. E ci sono altri progetti in arrivo, stando a quanto riferito da Allen. “Utilizzeremo una combinazione di neuroimaging su umani e animali per comprendere meglio come la respirazione influenza il cervello – dice lo scienziato – e anche esplorare come diversi farmaci influenzano l’interazione tra respirazione e cervello. Vorremmo anche studiare un giorno come i fattori dello stile di vita, ad esempio lo stress, il sonno e persino cose come il nuoto invernale influenzano l’interazione respiro-cervello. Siamo molto entusiasti di continuare questa ricerca”.
LINK FONTE: https://psycnet.apa.org/doiLanding?doi=10.1037%2Frev0000391