
Ridurre il rischio di caduta previene la morte evitabile
La maggior propensione degli anziani alla caduta non è solo una conseguenza del fisiologico processo di invecchiamento, ma è spesso conseguenza della presenza di: malattie specifiche, effetti collaterali di alcuni farmaci, problemi di visione non corretti, debolezza muscolare, problemi di equilibrio e fattori ambientali. Eppure solo negli Stati Uniti gli incidenti domestici rappresentano la 6° causa di morte tra 65-75 anni e la maggior parte di queste morti (70%) è dovuta ad una caduta, e la maggior parte di queste ha conseguenze che portano alla necessità di un ricovero in una struttura per lungodegenti.
Tra l’8 e il 40% delle cadute negli anziani hanno come esito una frattura: succede dopo i 75 anni al 40% della cadute nelle donne e al 25% di quelle che coinvolgono gli uomini.
A rompersi più spesso è l’osso lungo che collega l’anca al ginocchio, quel famigerato femore che più spesso causa il ricovero in ospedale. Un evento da non sottovalutare: 20-25% degli anziani con frattura di femore muore entro 6 mesi; il 50-60% ha una compromissione della mobilità permanente, il 25% perde l’autosufficienza definitivamente.
Potremmo dire che al contrario di ciò che accadeva con una telefonata in un famoso spot pubblicitario, ‘una caduta accorcia la vita’.
Ecco perché le ‘cadute’ sono pericolose e negli anziani devono essere rimossi tutti i fattori che potrebbero determinarle in un’ottica di riduzione del danno. Il risultato di una caduta può essere sia fisico, come una frattura dell’anca, sia emotivo, come la paura di cadere di nuovo, entrambi fattori che possono ridurre la qualità della vita. Molte cadute possono essere prevenute effettuando una valutazione della sicurezza delle cadute a casa per una persona cara.
Le strategie impongono una valutazione periodica e accurata da parte dei caregiver e del medico di quelli che possono essere fattori di rischio rimovibili:
Ci sono tappeti in cui è possibile inciampare o scivolare?
Le pareti o eventuali scale sono dotate di corrimano?
I pavimenti sono scivolosi?
C’è una moquette strappata o allentata?
L’illuminazione adeguata?
La persona indossa lenti correttive adeguate a migliorare il problema visivo?
Il letto é troppo in alto?
Il vialetto o le scale che portano all’interno hanno crepe o sono danneggiate?
Il movimento autonomo è un meccanismo complesso fatto di stabilità, forza, equilibrio e in questo puzzle i muscoli hanno un ruolo fondamentale, eppure la maggior parte degli anziani non è consapevole di perdere progressivamente massa muscolare, di essere qualitativamente malnutrita e quindi di sviluppare una condizione chiamata ‘sarcopenia’ che predispone alla fragilità e alle cadute.
Per diminuire i rischi occorre parlare con il proprio medico di base degli effetti collaterali dei farmaci come ad esempio antipertensivi o diuretici, programmare esami oculistici di routine o dotarsi di dispositivi di assistenza come un deambulatore o un bastone. Almeno il 50% degli anziani in grado di deambulare senza difficoltà prima della frattura dell’anca, dopo l’evento non riesce più a recuperare la mobilità che aveva in precedenza ecco perché la riduzione del rischio è fondamentale.
Fonte: https://forthebestofourlives.medium.com/fall-risk-reduction-for-aging-loved-ones-f7b0c2f7c547