
Semaglutide: un alleato contro l’obesità adolescenziale
Ida Macchi
Un farmaco come alleato contro l’obesità adolescenziale. Esiste e si chiama semaglutide, promosso a pieni voti dallo studio STEP TEENS, attuato da un gruppo di ricercatori dell’University of Minnesota Medical School di Minneapolis, i cui risultati sono stati presentati all’annuale Congresso europeo sull’obesità a Dublino e pubblicati sul New England Medicali Journal. Somministrato una sola volta la settimana per 68 settimane ad un gruppo di 180 ragazzi con obesità, di un’età compresa tra i 12 e i 18 anni, il farmaco ha permesso a ben 25% dei partecipanti di tornare in peso normale e al 19,5% di scendere alla categoria di sovrappeso, confrontati con un gruppo placebo. Insomma, una molecola decisamente efficace.
UN FARMACO PER IL DIABETE
Ma come funziona? “La semaglutide è il principio attivo di un farmaco antidiabetico che si lega al recettore per il peptide 1 simile al glucagone (GLP-1), attivandolo”, spiega il dottor Danilo Fintini, endocrinologo e diabetologo, responsabile di alta specializzazione ed educazione alimentare dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. “Il GLP-1 è un ormone prodotto naturalmente dall’intestino che stimola la secrezione di insulina e inibisce la secrezione di glucagone da parte del pancreas, quando la glicemia è elevata. Il suo rilascio avviene dopo il pasto, entrando quindi in azione proprio quando la glicemia sale per effetto dei carboidrati introdotti col cibo. Il farmaco ne mima l’azione, controllando così il diabete. Nello stesso tempo, però, il GLP-1 rallenta lo svuotamento gastrico, aumenta il senso di sazietà dopo l’assunzione di cibo e riduce l’appetito, agendo direttamente sui centri di regolazione della fame del sistema nervoso centrale. Riduce inoltre la preferenza per gli alimenti ad alto contenuto di grassi. E sono proprio questi effetti che giocano a favore del calo dei chili di troppo dei teenager. Infatti, la semaglutide ha portato alla riduzione di peso del 5% o più in ben il 73% dei partecipanti allo studio con riduzione del 17% dell’indice di massa corporea in quasi il 50% degli adolescenti con obesità , un risultato senza precedenti con un farmaco e ottenibile sin ad oggi solo con la chirurgia bariatrica. Non solo: ha ridotto anche i valori di alcuni fattori di rischio metabolico come l’emoglobina glicata, i lipidi plasmatici e la misura della circonferenza vita, indice indiretto di grasso viscerale”. Proprio per questo, nel dicembre del 2022, l’FDA ha dato l’approvazione al suo uso per le persone con obesità dai 12 anni in su, allargando la platea di chi può beneficiare di questo trattamento, visto che sino a quel momento il suo uso era approvato solo per gli adulti.
ATTESA L’APPROVAZIONE DELL’AIFA
In Italia, l’approvazione da parte dell’AIFA della semaglutide per l’obesità degli adulti è prevista entro quest’anno e si spera che, a breve, sia imminente anche il sua via libera per quella degli under 18. Al momento il farmaco è prescrivibile solo per il diabete di tipo 2 degli adulti, ma questo ha dato il via libera a prescrizioni “fai da te”, finalizzate alla perdita di peso, un abuso che ha fatto sì che la sua vendita nelle farmacie ora sia possibile solo con una prescrizione medica che ne attesti la reale necessità per una diagnosi di diabete mellito di tipo 2. “Per altro, la semaglutide va utilizzata sotto controllo medico: iniettata per via intradermica (con iniezioni simili a quelle dell’insulina) una volta la settimana”, precisa il dottor Fintini. “Non è inoltre prescrivibile a tutti, anche se sarà in classe C e quindi con un costo a totale carico del paziente. Prima dell’inizio della terapia sarà necessario escludere nei teenager insufficienza epatica o pancreatica, patologie gastrointestinali in atto per non avere un peggioramento di tali quadri come effetto del farmaco stesso. Non solo: come per il suo predecessore in commercio al momento, la liraglutide, indicato per l’obesità anche nell’adolescente, probabilmente sarà prescrivibile a ragazzi che hanno già tentato di perdere peso con percorsi nutrizionali, ma senza risultati, e/o con un indice di massa corporea superiore a 30, o che pesano 60 chili. Tali indicazioni al momento devono però essere confermate. Il suo uso andrà inoltre monitorato nel tempo dal medico: probabilmente anche per questo farmaco, come per il predecessore, si può ipotizzare una perdita di peso nei primi 3 mesi almeno del 4-5% di quello iniziale per definirlo efficace e per giustificare il proseguimento della terapia”.
DA SOLO NON BASTA
Anche se efficace, per far terra bruciata all’obesità, la semaglutide da sola non basta: “va sempre affiancata da un progetto nutrizionale basato su una dieta controllata e attività fisica, soprattutto quando il peso inizia a ridursi: per mantenere una buona tonicità muscolare”, precisa il dottor Fintini. “Le attività ideali: muoversi, giocare all’aperto, o camminare a passo sostenuto per 30-60 minuti al giorno e per 2-3 ore la settimana effettuare un’attività sportiva più intensa come il nuoto, la corsa, l’atletica, il tennis, o il calcio. Non sempre indicata l’attività in palestra con pesi soprattutto in età preadolescenziale e senza adeguata supervisione”. Insomma, il nuovo farmaco non è la pillola magica, anche se è sicuramente un’arma valida e un aiuto in più contro l’obesità: va però inserita in un piano perdipeso più articolato.