
Sigarette elettroniche, una strategia utile per smettere di fumare
di Valentina Di Paola
L’utilizzo delle sigarette elettroniche potrebbe essere promosso per incentivare i fumatori a smettere di fumare. Ne è convinto Bernd Mayer, docente di Farmacologia e tossicologia presso l’Università di Graz in Austria, che ha esposto le sue ragioni in un articolo pubblicato su The Parliament. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, a livello globale si verificano più di otto milioni di decessi per cause legate al consumo di tabacco. La maggior parte delle morti, si verifica nei paesi a basso e medio reddito, spesso bersaglio delle operazioni di marketing da parte dell’industria di tabacco. Il tabacco, riportano gli esperti, può provocare danni anche ai non fumatori, tanto che l’esposizione al fumo passivo è stata correlata a circa 1,2 milioni di decessi ogni anno a livello globale. Più di 65 mila bambini muoiono ogni anno a causa di malattie legate al fumo passivo e l’uso di sigarette in gravidanza può provocare gravi problematiche che influenzano la salute dei bambini anche a lungo termine. Nell’Unione Europea il consumo di tabacco rimane il più grande fattore di rischio evitabile per la salute, responsabile di 700 mila decessi ogni anno.
Svapare non è fumare
“Trattare lo svapo alla pari del fumo convenzionale non sarebbe corretto – scrive Mayer – dato che esistono prove scientifiche a favore del fatto che le sigarette elettroniche sono fino al 95 per cento meno dannose rispetto alle alternative tradizionali. Nelle sigarette elettroniche, infatti, non si verifica emissione di fumo e il rilascio di prodotti di combustione tossici risulta ridotto del 99 per cento”. Secondo diversi lavori scientifici, continua l’esperto, anche la funzione cardiovascolare e polmonare nei fumatori che passano allo svapo migliora drasticamente. Molti studiosi restano tuttavia scettici nei confronti delle sigarette elettroniche. Ne è un esempio il rapporto dello Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks (SCHEER), elaborato da un team di scienziati internazionali, che hanno evidenziato i potenziali rischi associati al consumo di sigarette elettroniche. “Il rapporto SCHEER è lungi dall’essere un documento di ricerca oggettivo”, commenta Mayer. “Sebbene il giudizio sui rischi relativi sia fondamentale per l’approccio alla riduzione del danno, il documento non effettua alcun confronto tra lo svapo e il fumo. Sfortunatamente, alcuni politici – continua – stanno usando questo rapporto come uno strumento per sostenere una regolamentazione ingiustificatamente proibitiva relativa alle sigarette elettroniche”.
Le prospettive per l’UE
In commercio esistono diversi dispositivi a base di nicotina destinati ai fumatori che intendono smettere, come i cerotti o gli inalatori, entrambi raccomandati dalle autorità sanitarie, ma le sigarette elettroniche non vengono ancora considerate come un mezzo per aiutare i fumatori a superrare la dipendenza, anche se, secondo molti esperti, potrebbero contribuire alla lotta al tabagismo. “Ci sono opinioni negative relative alla possibilità di selezionare il gusto della sigaretta elettronica – sostiene Mayer – è stato infatti sottolineato che le sigarette aromatizzate potrebbero attrarre i più giovani, ma anche gli adulti potrebbero trovare stuzzicanti i vari aromi. Anzi, i fumatori potrebbero beneficiare delle sigarette elettroniche evitando le sigarette tradizionali. Personalmente, ritengo che la possibilità dei diversi gusti rappresenti parte integrante del successo dello svapo”. E continua: “Certamente, i bambini e i ragazzi non dovrebbero essere spinti a fumare o a svapare, ma la protezione dei giovani è spesso un argomento avanzato per giustificare restrizioni generali allo svapo. Ci sarebbero motivi di preoccupazione se l’emergere delle sigarette elettroniche portasse a un aumento dei tassi di fumo tra i minorenni, ma in realtà i dati sembrano suggerire il contrario”. Secondo Mayer, alla luce della letteratura scientifica e delle evidenze attualmente disponibili, l’Unione Europea dovrebbe incoraggiare i fumatori a smettere tramite la promozione di prodotti alternativi, come le sigarette elettroniche e i prodotti a base di nicotina ma associati a un rischio per la salute inferiore rispetto alle sigarette. “L’UE ha la possibilità di intervenire in modo significativo contro la dipendenza da fumo – conclude Mayer – si dovrebbe tuttavia agire con il sostegno dell’innovazione e non adottando misure eccessive. Un approccio del genere, che promuove l’utilizzo di prodotti a base di nicotina per i fumatori, potrebbe non essere il più indicato in assoluto, ma ha una certa pragmaticità e soprattutto ha il potenziale per salvare milioni di vite”.
LINK A STUDIO: https://www.theparliamentmagazine.eu/news/article/time-for-europe-to-rethink-vaping