Smagliature gravidiche

Risponde il Professor Pier Antonio Bacci

già professore a contratto di Flebologia e Chirurga Estetica all’Università di Siena

Docente nel Master di Medicina Estetica dell’Università di Siena e Humanitas Lumsa di Roma, Docente nel Master di medicina Rigenerativa dell’Università Cattolica. 

Cosa sono le smagliature?

«Siamo nel 2022 e se vogliamo essere seri, occorre dare a tutto un nome e un cognome, delle cause e delle soluzioni. Intanto chiariamo il termine atrofia, che è la riduzione del volume di un tessuto per diminuzione di numero e di volume delle cellule e della matrice interstiziale che le contiene. Il tutto causato da un deficit ossigenativo, da un’infiammazione, da una riduzione di nutrienti o dall’incapacità delle cellule di utilizzarli per varie cause, cha vanno da stress psichici, ormonali, ossidativi, meccanici o farmacologici, come terapie di cortisone, chemioterapici, antibiotici, ormoni o antinfiammatori. Tipica causa è la gravidanza, per la fisiologica tempesta ormonale che allenta le fibre di collagene per preparare ad accogliere il feto. Questa evoluzione è fisiologica, ma nei casi in cui avvengono alterazioni si innesta un processo patologico che crea la conseguente stria, per incapacità delle cellule staminali a riportare i tessuti all’origine, facendo quindi perdere la loro funzione di protezione, regolazione della temperatura e dell’equilibrio idroelettrico, di percezione del dolore e della sintesi di vitamina D. Tutto ciò a causa della riduzione o dell’alterazione delle cellule adipose dermiche che, assieme ai fibroblasti, sono cellule specializzate nel formare tessuto connettivo e nel produrre un peptide che, come ricorda il prof Richard Gallo, Distinguished Professor del Dipartimento di Dermatologia della San Diego School of Medicine, svolge un’azione insostituibile nella lotta alle infezioni ed alla difesa della cute dalle aggressioni esterne. La trasformazione dell’aspetto esteriore nell’invecchiamento cutaneo o nella smagliatura che diventa cicatrice, cioè tessuto fibroso inattivo, è solo la parte visibile del problema che, in vari casi, è l’espressione di patologie sistemiche importanti, sia femminili che maschili, come le alterazioni del cortisolo, le malattie surrenali, la sindrome di Cushing e le patologie genetiche. Quindi basta di parlare di inestetismo, dobbiamo dire patologia estetica che richiede una diagnosi e un trattamento medico ragionato ed integrato anche nella nutrizione e nello stile di vita. Estetica è solo perché visibile e capace di provocare anche disturbi psicorelazionali», spiega il Professor Bacci.  

 

Come si curano le smagliature

«Come tutte le patologie, occorre prima di tutto fare una diagnosi sistemica, cioè andare a vedere come sta il corpo umano del paziente, maschio o femmina che sia. In primis il medico deve conoscere bene il paziente prima di studiare il problema e le sue cause. Questo è fondamentale, è la base della professione medica. Dopo di ciò occorre intervenire sulle cause. Immaginiamo di avere l’umidità nel muro e noi diamo sopra una mano di vernice o la copriamo con una lastra di plastica o carta. L’umidità si diffonderà ancor di più. Dobbiamo togliere le cause e poi decorare il muro risanato. Quindi, una volta formulata la diagnosi, esistono molti trattamenti che il medico può usare secondo scienza e coscienza: dalle idonee creme, agli integratori ed alle varie soluzioni chimiche, laser o elettromedicali. Quel che è certo è che oggi esiste una quantità significativa di osservazioni cliniche e di studi pubblicati da varie università che indica la strategia del vacuum in associazione ai campi magnetici come una soluzione affidabile, efficace e sicura. I risultati parlano chiaro e fanno riflettere anche sulla validità del termine patologia estetica e non semplice inestetismo», continua il Professor Bacci. 

Le smagliature gravidiche

«Gli studi dicono che le smagliature in gravidanza e post parto riguardano il 90% delle donne, sia le strie di colore rosso/violaceo, più infiammatorie, sia quelle madreperlacee o bianche, più rappresentate nell’addome e nei fianchi, per la rapida estensione della cute associata ai cambiamenti ormonali e di peso. È chiaro che la prima terapia di queste smagliature è la loro prevenzione, iniziando alle attenzioni nutrizionali, fisiche e cutanee fin dai primi giorni della gravidanza. Così come molte patologie e predisposizioni patologiche del bambino iniziano già dai primi mesi di vita nell’addome materno per alterati stili di vita, lo stesso vale anche per le smagliature, che risentono dello stato fisiologico dei fibroblasti e delle cellule adipose dermiche della cute. Occorre stare attenti a non usare farmaci, creme, integratori o tecniche che non siano prescritte dal medico. In seguito al parto vale la stessa regola finché la mamma allatta. Dopo qualche mese dalla fine dell’allattamento, molte situazioni gravidiche si stabilizzano. È quello il momento per migliorare, per fare il trattamento necessario che segue sempre la stessa regola, che prevede prima di tutto la diagnosi e la conoscenza dello status del paziente. Le terapie proposte sono molte, ma le pubblicazioni indicano che la strategia che usa il vacuum in associazione ai campi magnetici ha dato risultati maggiormente affidabili», sottolinea il Professor Bacci.

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