Stanchezza di primavera: interessa due milioni di italiani

di Ida Macchi

Stanchi, con poche energie e con performance lavorative sottotono: è il copione che, stando alle stime, condividono ben 2 milioni di italiani, soprattutto di sesso femminile, all’inizio della primavera, che con il clima di queste ultime settimana senza essere in netto anticipo. Colpa della cosiddetta sindrome da letargo che lascia in preda ad un’astenia che è legata proprio all’arrivo della bella stagione. 

 Nonostante ciò, alcuni semplici rimedi possono farci ritrovare nuovo sprint. Ecco quelli suggeriti da dottor Emilio Minelli, medico di famiglia e esperto di medicina naturale a Milano.

La ‘sveglia’ della luce solare   

La stanchezza di primavera è legata all’aumento di ore solari che dà una vera e propria sveglia all’organismo. “L’intensità luminosa degli ultravioletti viene percepita da alcune cellule della retina e da qui inviata al nucleo soprachiasmatico: è un gruppo di neuroni dell’ipotalamo, area cerebrale dove è localizzato il nostro orologio interno, incaricato di regolare i ritmi circadiani  dell’organismo come il sonno e la veglia, ma anche di comunicare con l’ipofisi”, spiega il nostro esperto. “Questa ghiandola, posta alla base del cranio, regola a sua volta il nostro sistema endocrino: complice la luce e il nostro ‘master clock’, dà un’accelerata al surrene , stimolando la produzione di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina”. Risultato: una sferzata vitale a cui non sempre l’organismo sa adattarsi prontamente. Se c’è uno sfasamento tra orologio biologico e nuovi ritmi stagionali, infatti, l’astenia primaverile riesce a farsi strada, togliendoci forze fisiche e mentali, ma alterando anche i normali ritmi del sonno e mandando a terra l’umore, più facilmente preda di nervosismo, di una punta d’ansia o di una tristezza ingiustificate.  

Nuova energia a tavola  

Il primo rimedio per ritrovare energia? Mettere in tavola i cibi giusti. Quelli da privilegiare: “verdure disintossicanti come tarassaco, carciofi, lattuga, finocchi, carote e cicoria che aiutano ad eliminare le scorie accumulate con  l’alimentazione invernale, in genere più ricca di grassi”, suggerisce il dottor Minelli . “Ok anche ai legumi : contengono Levo-dopa, precursore della dopamina, neurormone che migliora le performance intellettive e a spezie detox come aglio, zenzero e curcuma. 

 Piatti unici con carboidrati integrali

Un occhio di riguardo per piatti unici a base di quinoa o grano saraceno e a porzioni di carboidrati integrali ( 60 grammi i pasta o 50 di pane al giorno): forniscono triptofano, sostanza implicata nella produzione di serotonina, neurormone che contrasta in nervosismo e che regolarizza  il ritmo sonno veglia. Sì anche al miglio , cereale che garantisce preziosi antiossidanti e che ha addirittura un’azione antistress e all’amaranto: è ricco di vitamine del gruppo B, utili a recuperare energia. 

Il pesce, perfetto quello del Mediterraneo

Ben venga anche il pesce , soprattutto quello azzurro e quello grasso come il salmone:  grazie al loro contenuto di omega 3 e 6, ottimizzano la produzione di neurormoni alleati del benessere e del buon umore. Fondamentale, infine, bere di più : almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. I liquidi aumentano la diuresi e quindi l’eliminazione delle scorie con le urine. 

Ricostiruenti  naturali antistanchezza

Se la stanchezza non allenta la morsa, ben venga anche l’aiuto di sostanze naturali :  il lievito di birra, per esempio, vero concentrato di proteine ad alto valore biologico e di sali minerali, ma soprattutto terreno ideale per la crescita e al benessere  del nostro microbiota intestinale,  la megalopoli di batteri protettivi che colonizza le vie digestive. “Se ben funzionante, aiuta l’organismo a sintetizzare vitamina B1 e B 7, fondamentali per produrre energia”, sottolinea il dottor Minelli. “Ok anche all’estratto secco di  cardo mariano ( 300 mg prima dei due pasti principali), pianta che aiuta l’azione depurativa del fegato e che stimola anche il tono  dell’umore , o  all’estratto secco di schisandra ( 250 mg la mattina e altri 250 il pomeriggio). Questa pianta adattogena, oltre a dar una mano alle funzioni epatiche, ha un’azione tonica e stimolante che ci rende più resistenti agli sforzi e alla fatica e nello stesso tempo concilia il sonno. Nelle belle giornate è importante anche star all’aria aperta per almeno mezz’ora, tenendo le braccia scoperte: grazie ai raggi solari, la cute sintetizza vitamina D, un ricostituente che migliora funzionalità e forza muscolare”. 

Un automassaggio dell’antica medicina cinese 

Anche l’antica medicina cinese può darci una mano a ritrovare energia grazie al tuinà, un massaggio che ci si può praticare anche da soli : come l’agopuntura, va ad agire su precisi punti del corpo, ripristinando quel flusso energetico che  è alla base del nostro benessere. “Per aiutare l’organismo  a disintossicarsi si può agire sul punto del 4 grosso intestino, localizzato al vertice del triangolo  che possiamo tracciare congiungendo sul dorso della mano due linee immaginarie: una dalla base del pollice e l’altra da quella dell’ indice”, suggerisce il dottor Minelli. “Va massaggiato con piccoli movimenti circolari del polpastrello per 5-10 minuti.  Per mettere alle corde  nervosismo e ansia, invece, si può stimolare il punto Tian men, che corrisponde al cuore:  è posto sulla fronte , al centro delle sopracciglia, appena sopra la radice del naso.  Va massaggiato con lo stesso movimento per almeno 5 minuti. Identico automassaggio anche per riequilibrare tutto l’organismo e ottenere un effetto benefico generale, stimolando il punto Tai yang, posto sull’incavo della tempia”.     

Se dura per più di 2-3 settimane 

La stanchezza di primavera di solito si risolve nel giro di 2-3 settimane. Se l’astenia dura più a lungo, però, mai sottovalutarla perché è un sintomo comune ad altri problemi di salute. “Un’ anemia da carenza ferro, per  esempio, disturbo  più frequente tra le donne che hanno mestruazioni abbondanti, o un rallentamento del lavoro della tiroide  (ipotiroidismo) disfunzione che almeno all’inizio può passare del tutto in osservata”, spiega il dottor Minelli. “La stanchezza, può essere anche la spia di un calo dell’umore o addirittura di una depressione. Se dura nel  tempo, perciò, vale la pena di parlarne con il proprio medico e di mettere in nota alcuni esami del sangue (  dosaggio dell’ emoglobina, del ferro , sia  circolante che di deposito  nel sospetto di un’anemia, per esempio,  un dosaggio del TSH reflex se si pensa ad una disfunzione della  tiroide) in grado di  far chiarezza”.     

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