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Tecnologia e innovazione abbattono le barriere alla prevenzione dell’HIV

I giovani delle minoranze sessuali e di genere negli Stati Uniti sperimentano barriere individuali, interpersonali e strutturali alla prevenzione e alla cura dell’HIV. Sono stati quindi sviluppati dagli stessi giovani approcci innovativi con strumenti elettronici che supportano l’uso di nuove opzioni di prevenzione, test e trattamento biomedico.

 

Ha sostenuto l’iniziativa l’UNC/Emory Center for Innovative Technology (iTech) che adatta e valuta gli interventi basati sulla tecnologia per i giovani che vivono con o sono a rischio di HIV. Un recente studio ha analizzato l’efficacia di queste soluzioni che sperimentano l’innovazione in medicina: in particolare sono state testate due app che promuovono il test HIV e la profilassi pre-esposizione (PrEP), un’app che promuove la riduzione del rischio comportamentale e la PrEP, un’app di aderenza alla PrEP e una ottimizzata per dispositivi mobili sito web per aumentare la soppressione virale, con l’obiettivo di informare usando tecnologie friendly che parlano il linguaggio degli utenti a cui sono destinate. Le app sono state messe a punto in un’ottica di prevenzione primaria dell’infezione che di quella parziale dopo aver contratto l’HIV allo scopo di contenere la diffusione e proteggere i partner in una positiva riduzione del rischio.

 

138 giovani in sette siti geograficamente diversi hanno fornito feedback caratterizzati da un elevato interesse e accettabilità di tutti e cinque i prototipi di intervento. Interessanti le osservazioni emerse dai test di utilizzo e dai focus group: (I) Desiderio di più protezioni della privacy (ad es. password, impronte digitali) per mantenere riservati lo stato di HIV, l’identità sessuale e il comportamento sessuale. (II) Preferenze forti ma varie per l’aspetto delle piattaforme. Le immagini dovrebbero essere discrete ma rappresentative. I partecipanti hanno apprezzato piattaforme personalizzabili e temi positivi, linguaggio motivazionale e l’ umorismo. I giovani volevano informazioni presentate utilizzando più modalità (ad es. testo, video, immagini) per aumentare il coinvolgimento. (III) Le caratteristiche e le funzioni di coinvolgimento preferite dai giovani dovevano essere coerenti con le piattaforme familiari al target (ad es. Snapchat, Instagram). Si prevedeva che le funzionalità di gamification (apprendimento tramite il gioco) che portavano a ricompense tangibili rispetto a quelle virtuali avrebbero aumentato il coinvolgimento. Le funzioni di messaggistica di intervento sono state percepite come utili; la personalizzazione era voluta come un modo per controllare la frequenza, la modalità (ad es. SMS, messaggio in-app, notifica push) e contenuto. (IV) I giovani hanno espresso diverse preferenze per i contenuti della piattaforma, tra cui: presentare giovani modelli di ruolo della comunità lesbica, gay, bisessuale, transgender, queer e/o interrogativa (LGBTQ), incorporare risorse per la salute mentale e mantenere un focus olistico sulla salute (quindi non incentrato esclusivamente sull’HIV).

 

Il coinvolgimento dei giovani target finali ha permesso di tagliare come un abito su misura gli strumenti tecnologici che gli utenti desiderano accessibili, familiari e soprattutto che parlino il loro linguaggio. 

Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33898590/

https://mohre.it

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