Tonsille, ecco perché non si tolgono (quasi) più

di Ida Macchi

Era l’intervento più comune tra i bambini degli anni ’80, ma poi è ‘passato di moda’ e oggi è piuttosto infrequente. Ecco perché la tonsillectomia è stata accantonata.

Le tonsille disseminate di piccoli granuli bianco giallastri, visibili ad occhio nudo: potrebbero essere calcoli, o come li chiamano i medici, tonsilloliti. Scoprirne la presenza può mettere in allarme, anche se in realtà questi depositi non sono rischiosi, possono essere eliminati con facilità, spesso anche senza dover ricorrere allo specialista. Per saperne di più ne abbiamo parlato con Fabio Beatrice, primario emerito di otorinolaringoiatra e fondatore  del Centro antifumo dell’ ospedale San Giovanni Bosco di Torino.

SASSOLINI DURI 

“I tonsilloliti sono “sassolini” incistati nelle cripte, piccole cavità simili alle celle di un alveare che sono disseminate sulla superficie delle tonsille, due organi che, soprattutto durante l’infanzia, funzionano a pieno regime “, spiega lo specialista. “Le cripte, infatti, sono delle sorte di trappole: catturano al loro interno germi e virus che scelgono come via d’entrata la bocca, dando modo alle cellule del sistema immunitario di riconoscere gli aggressori e di mettere in campo un piano di difesa, scandito a suon di anticorpi”, spiega lo specialista. “E’ per questo che le tonsille vivono la loro stagione d’oro nei primi 10-12 anni di vita, quando il sistema immunitario deve “far scuola”, imparando a riconoscere e classificare i vari nemici che possono aggredire l’organismo, da inserire nel suo data base. Con la pubertà, invece, al pari di quel che succede alle adenoidi, la loro funzione si riduce: si rimpiccioliscono, rimanendo ugualmente in età adulta come baluardo per una prima risposta immunitaria a protezione delle alte vie aeree. Le cripte, invece, complice lo stato infiammatorio a cui sono state esposte per il loro lavoro di sentinelle, si  allargano e diventano dei crateri in cui possono depositarsi accumuli caseosi (di fibrina , cellule in disfacimento, batteri) sui quali possono poi stratificarsi soprattutto sali di calcio, ma anche molecole di zolfo, di magnesio o di fosforo . Risultato: si trasformano in concrezioni dure di color bianco giallastro che colpiscono più  facilmente quel 10% degli over 20 che soffrono di tonsilliti ricorrenti o di allergie respiratorie: innescano uno stato infiammatorio cronico delle vie aeree superiori che facilita ulteriormente l’allargamento delle cripte”.

PREVENZIONE E CURA

“In genere i tonsilloliti non provocano dolore e sono del tutto asintomatici”, spiega lo specialista. ” Se sono di piccole dimensioni, la saliva è addirittura in grado di “scioglierli” e di favorirne l’eliminazione spontanea. Una corretta igiene orale, corredata dalla quotidiana pulizia della lingua, facilita questo processo e il più delle volte è sufficiente anche a  prevenire la formazione di nuovi calcoli. Se di grosse dimensioni, invece, i tonsilloliti possono essere percepiti come corpi estranei, dare dolore alla deglutizione, o innescare un dolore riflesso all’orecchio. In alcuni casi c’è anche l’alitosi a funzionare da spia della loro presenza”. Eliminarli non è però difficile e si può tentare di farlo da soli: “se sono piccoli e “ a vista”, basta spremere delicatamente la tonsilla con il manico di un cucchiaio per farli fuoriuscire”, suggerisce Beatrice. “Se questa manovra risulta complicata, magari perché innesca il riflesso del vomito, per farlo ci si può rivolgere all’otorino. Dallo specialista anche se il calcolo è grosso: in ambulatorio, dopo aver spruzzato in gola uno spray anestetico, può farlo fuoriuscire allargando le pareti della cripta con un apposito strumento chirurgico. Se i tonsilloliti sono però ricorrenti  può prescrivere anche antibiotici e gargarismi con collutori a base di antinfiammatori locali. No, invece, a gargarismi fai da te , a base di acqua e bicarbonato, acqua e sale, o acqua e limone: alterano il naturale pH  della mucosa oro faringea, innescando un’infiammazione chimica che facilita ulteriormente la formazione dei calcoli tonsillari”.

VIA LE TONSILLE SOLO SE…….

Soluzione “più drastica”, invece, se le tonsilliti sono ricorrenti ( più di 5 episodi nel corso dell’anno) con formazione continua di pus e di tonsilloliti che non guariscono nonostante il ricorso agli antibiotici. “In questo caso significa che c’è un’alterazione irreversibile del tessuto tonsillare che ha perso ogni funzione difensiva, trasformandosi addirittura in una fonte di infezione”, spiega l’otorinolaringoiatra. “Stando alle indicazioni delle linee guida, quindi, può essere opportuno eliminare chirurgicamente le tonsille. L’intervento prevede almeno una notte di degenza: nelle prime 24 ore post operatorie possono verificarsi emorragie ed è necessaria una sorveglianza in ambito ospedaliero. Viene inoltre effettuato  in anestesia generale con intubazione delle vie aeree: per evitare rischiose inalazioni di sangue”.

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