
Tumore, scoperti nuovi fattori di rischio in uomini con mutazione nei geni BRCA
di Manuela Indraccolo
Le mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 aumentano il rischio, anche negli uomini, di sviluppare tumori mammari e alla prostata. Ma non in tutti allo stesso modo. A scoprire nuovi fattori genetici che modulano il rischio cancro negli uomini portatori delle mutazioni è stato uno studio condotto dall’Università Sapienza di Roma (https://www.uniroma1.it/) e dall’Università di Cambridge, sostenuto anche dalla Fondazione AIRC. I risultati, pubblicati su Journal of the National Cancer Institute (https://academic.oup.com/jnci/advance-article/doi/10.1093/jnci/djab147/6329642), permettono di migliorare la prevenzione e di favorire una diagnosi precoce negli individui ad alto rischio.
Il ruolo dei polimorfismi genetici
Si stima che le mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 predispongono lo sviluppo di circa il 15% dei tumori mammarimaschili e del 2% dei tumori della prostata. Tuttavia, nel nuovo studio i ricercatori hanno effettuato stime più precise. In particolare, il gruppo di ricerca internazionale coordinato da Laura Ottini del Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza Università di Roma, ha identificato nuovi polimorfismi genetici, cioè variazioni del DNA frequenti nella popolazione, che possono modificare il rischio di sviluppare il tumore della mammella e della prostata negli uomini portatori di mutazioni in BRCA1 e BRCA2. Partendo dai dati ottenuti in uno studio di associazione genome-wide (Genome Wide Association Study), volto a determinare le variazioni geniche in 1.801 uomini portatori di mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2, i ricercatori hanno sviluppato nuovi modelli statistici di punteggi di rischio genetico (PRS – Polygenic Risk Score) allo scopo di includere tutti i nuovi fattori (genetici) recentemente scoperti e associati al tumore mammario e prostatico. Nello specifico i PRS sviluppati nello studio sono basati su 313 polimorfismi per il tumore della mammella e su147 per quello della prostata.
Una migliore stratificazione
Aumentare il numero di polimorfismi inclusi nel modello PRS sulla base delle più recenti evidenze scientifiche permette di perfezionare ulteriormente la stima del rischio di sviluppare il tumore della mammella e della prostata in un gruppo di uomini che è ad alto rischio per queste patologie e può già beneficiare di screening oncologici dedicati. “Ad esempio – spiega Ottini – negli uomini portatori di mutazioni in BRCA2 il rischio di sviluppare il tumore della prostata è nel complesso di circa il 60%: il nuovo modello consente di classificare questi uomini in individui a basso PRS, cioè con un rischio di circa il 34%, e in individui ad alto PRS, cioè con un rischio che va oltre l’87%”. Nella pratica clinica questa stratificazione potrebbe permettere di sorvegliare ciascun individuo in base al proprio rischio personale, riservando controlli maggiori agli individui con PRS più alto. Migliorare l’efficacia degli screening attualmente proposti è di fondamentale importanza per la prevenzione e per la diagnosi precoce: in questo senso le implicazioni dello studio sono notevoli e rispondono alle crescenti richieste di una medicina personalizzata e genere-specifica.
LINK ALLO STUDIO: https://academic.oup.com/jnci/advance-article/doi/10.1093/jnci/djab147/6329642