Un’aspirina al dì aumenta il rischio cadute negli anziani

di Valentina Arcovio

 

L’assunzione di basse dosi di aspirina ogni giorno aumenta il rischio cadute negli anziani. Uno studio della Monash University di Melbourne, in Australia, mostra che le persone con un’età superiore ai 70 anni possono avere maggiori probabilità di avere una grave caduta se ogni giorno prendono questo farmaco. I risultati, pubblicati sulla rivista JAMA Internal Medicine, indicano la necessità di effettuare prescrizioni più caute del farmaco che solitamente si raccomanda a chi è a rischio di infarto e ictus. L’aspirina viene infatti prescritta per le sue proprietà fluidificanti del sangue, che si pensa diminuiscano il rischio di complicazioni cardiovascolari. Lo studio suggerisce anche che il farmaco può in qualche modo rallentare il declino cognitivo e rafforzare le ossa, una combinazione che teoricamente porterebbe a un minor numero di cadute gravi. I risultati dello studio intitolato “Aspirin in Reducing Events in the Elderly” (ASPREE) contraddicono questa idea. Non solo, indicano anche che l’assunzione quotidiana di aspirina potrebbe avere l’effetto contrario, cioè aumentare le gravi cadute.

L’assunzione quotidiana di aspirina aumenta del 10% il rischio caduta

Nello studio sono stati coinvolti 16.703 australiani bianchi, di età pari o superiore a 70 anni, descritti come “relativamente sani”, seguiti per una media di 4,6 anni. Alla metà dei partecipanti sono stati assegnati 100 milligrammi di aspirina – una dose che viene comunemente prescritta alle persone anziane a lungo termine – da assumere una volta al giorno. Il resto dei partecipanti ha invece ricevuto un placebo. Sono stati inoltre bilanciati, nel gruppo dell’aspirina e del placebo, l’assunzione di ulteriori farmaci. Durante il periodo di studio, più di 1400 partecipanti hanno avuto almeno una caduta che ha richiesto cure ospedaliere. Ebbene, le persone del gruppo dell’aspirina avevano circa il 10 per cento in più di probabilità di fare una caduta, rispetto a quelle che non assumevano l’aspirina. Un’analisi statistica suggerisce che questo non è un dato casuale. Non è stata trovata alcuna differenza significativa nel rischio di frattura tra i due gruppi. Non è chiaro se gli stessi risultati si applichino a persone di etnia non bianca.

Dubbi sulla sicurezza dell’aspirina come prevenzione primaria

“Dobbiamo soppesare rischi e benefici con ogni farmaco che aggiungiamo al regime terapeutico di una persona anziana e sicuramente, in termini di prevenzione primaria senza indicazione di rischio cardiovascolare o di ictus, dovremmo essere molto dubbiosi sulla prescrizione dell’aspirina, conoscendo i maggiori rischi che comporta in relazione a gravi cadute, afferma Anna Barker della Monash University, autrice dello studio. Questo è uno studio che affronta un’importante questione sul potenziale dell’assunzione regolare di aspirina a basse dosi per ridurre cadute e fratture. Circa la metà delle persone con più di 80 anni cade almeno una volta all’anno, quindi comprendere i fattori di rischio diventa fondamentale. Secondo i ricercatori, l’aumento di cadute gravi nel gruppo dell’aspirina potrebbe essere correlato all’effetto anticoagulante del farmaco. Le persone che cadono durante l’assunzione di aspirina possono avere notevoli emorragie o lividi, che richiedono cure di emergenza. Tuttavia, sanguinamento e lividi non sono stati valutati nello studio. I ricercatori, infine, concludono che gli esercizi per migliorare l’equilibrio e la forma fisica possono ridurre in modo più efficace le cadute quando le persone invecchiano.

 

LINK A FONTE: https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine

 

https://mohre.it

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*

Chinese (Simplified)CroatianEnglishFrenchGermanItalianJapaneseRussianSpanish